Gesellschaft | DOpo la protesta

Una ritorsione contro i giornalisti?

SIE spa, società del gruppo Athesia, sospende unilateralmente anche l'anticipo della cassa integrazione ai cronisti del Trentino licenziati in tronco un anno fa.
manifestazione giornalisti il Trentino
Foto: Ordine dei giornalisti

"Vi comunichiamo che, essendo scaduto il primo anno di autorizzazione della CIGS, da noi richiesta al Ministero del Lavoro per il periodo10.02.2021/09.02.2023, nei prossimi giorni ci attiveremo per richiedere la prosecuzione della stessa CIGS per il secondo anno sino al 09.02.2023 e per nr. 11 giornalisti attualmente ancora in organico (…). Informiamo i lavoratori che la società non anticiperà la quota a carico dell'INPGI e che pertanto, vi sarà il pagamento diretto dell'istituto”. La scarna comunicazione che è arrivata ieri mattina al comitato di redazione del quotidiano "Trentino" e al sindacato giornalisti dall'Ufficio personale di SIE spa, apparentemente asettica, nasconde in realtà l’ennesimo pesce in faccia per i giornalisti della testata gemella del quotidiano Alto Adige, chiusa un anno fa dall’oggi al domani dalla società controllata dal gruppo Athesia.

La vicenda, con la posizione della società SIE e la replica dei giornalisti, è stata raccontata su Salto.bz in dettaglio a ridosso della manifestazione svolta dai cronisti a metà mese, ad un anno dalla cessazione delle pubblicazioni. Come si ricorderà all'atto della brutale chiusura (giudicata tale anche dal giudice del lavoro) ai giornalisti non era stata fatta di fatto alcuna concessione. L’unica pseudoconcessione accordata dalla società era stata quella di farsi carico mensilmente di anticpare i soldi della Cigs che l’ente di previdenza dei giornalisti solitamente eroga con alcuni mesi di ritardo. Non si tratta nemmeno di elemosina, dal momento che poi l’INPGI versa il corrispettivo nelle casse della società (e quindi questa non ha quindi alcun reale esborso), e neppure di bon ton imprenditoriale, è proprio il minimo del minimo del minimo quando si mandano a casa delle persone senza alcun preavviso.

Sia i giornalisti coinvolti, ma anche un qualunque osservatore esterno, non può non intravedere nell’azione unilaterale una ritorsione di SIE contro i giornalisti che hanno “osato” andare a protestare in piazza

Nella lettera inviata ieri SIE spa informa (di nuovo unilateralmente) i giornalisti che la società non anticiperà più la Cigs. Tenendo conto che la "cassa”  per ogni dipendente si aggira intorno ai 900-1000 euro mensili e che quasi nessuno degli 11 giornalisti la prende piena (la gran parte ha collaborazioni, e i soldi che ciascun cronista guadagna vengono detratti) la provvisoria uscita mensile di denaro per SIE è forse sugli 8-9 mila euro.

Sia i giornalisti coinvolti, ma anche un qualunque osservatore esterno, non può non intravedere nell’azione unilaterale una ritorsione di SIE contro i giornalisti che hanno “osato” andare a protestare in piazza. I vertici SIE, interrogati in merito, tacciono. E la casa madre Athesia? Georg Ebner, figlio di Michl, dice di non conoscere la situazione ma esclude si tratti di una ritorsione.

Il fatto davvero curioso è che, come si può vedere in questa immagine, nel decreto del Ministero del Lavoro che autorizzava la Cigs era scritto nero su bianco che l’azienda si impegnava ad anticipare la cassa integrazione per l'intera durata del programma di Cigs. 

 

E niente. Ora SIE Spa ha deciso di non farlo più e di comunicarlo con 4 righe a due settimane dalla protesta.