Gesellschaft | Un anno dopo

Un salto oltre i mondi paralleli

Salto.bz era ed è anche una scommessa dal punto di vista linguistico. A un anno dalla sua fondazione, è possibile dire che oggi, in Sudtirolo, la presenza di un quotidiano bilingue sia un fatto considerato perfettamente normale?

A un anno dal suo debutto in rete, ricordo che il motto di salto venne formulato così: fatti e opinioni che muovono l’Alto Adige.

Muovere l’Alto Adige, questo Alto Adige tendente così pervicacemente all’immobilità, ai pigri corsi e ricorsi delle proprie auto illustrazioni, nonostante le increspature della sua superficie? Che ambizione spropositata. E utilizzando poi una coppia di concetti – fatti e opinioni – dai più ritenuti difficilmente amalgamabili. Anzi addirittura impossibili da unire, come non si stancano di ripeterci in nostri critici più severi, ancorché epistemologicamente ingenui, perché da una parte ci starebbero i fatti e dall’altra le opinioni, no? In mezzo un fossato così ampio che neppure un salto, e figuriamoci un piccolo salto com’è salto.bz, può riuscire ad attraversare.

Tra i fossati, quello delle lingue. Noi ci abbiamo provato a saltarlo, il fossato delle lingue. Rivolgendoci, o almeno tentando di rivolgerci a un pubblico in grado di apprezzare un’informazione su temi sociali, economici e soprattutto politici non destinata in linea di principio a questo o quel gruppo linguistico, bensì a dei lettori curiosi di percepire attraverso le sfumature di due lingue la stessa realtà, anche se poi magari non è proprio la medesima per tutti, giacché una realtà uguale per tutti non esiste. Lo sappiamo: la logica dei “mondi paralleli”, così a lungo caratteristica per un Alto Adige-Südtirol marcato da differenze già a partire dal nome che lo individua sdoppiandolo, non si salta semplicemente ricorrendo a un atto di volontà prodotto da parte di poche persone. Occorre che ciò accada spontaneamente, mediante una modificazione profonda del sentire comune.

È stato dunque possibile, dal nostro osservatorio, scorgere almeno i segni di una tale modificazione? Nel tentare di muovere questo immobile Sudtirolo, azzardiamo a chiamarlo con un nome unico, le tendenze più radicate oppongono ancora argini invisibili, ma resistenti. Più lettori di lingua tedesca, in generale, hanno visitato le nostre pagine, e più disposti, sempre i tedeschi, a commentare gli articoli scritti in lingua italiana. Mentre i lettori di lingua italiana hanno letto di meno gli articoli scritti in tedesco e raramente si sono avventurati a commentare, sia pure in italiano, qualcosa che avrebbe costato loro la fatica di confrontarsi davvero con testi scritti nell’altra lingua.

Ma non possiamo lamentarci, è l’etica stessa di salto.bz ad impedirci di farlo. Muovere l’Alto Adige è possibile solo valutando positivamente anche i piccoli spostamenti, magari riconoscendo che l’esistenza di un quotidiano bilingue – e, consentiteci, già dotato di una sua consolidata autorevolezza – adesso non è più un motivo di sorpresa per nessuno. Dopo appena un anno di vita, non ci sembra una cosa da poco.

Fotografia di Leo Angerer