Politik | Urbanistica

"Basta cementificare Bolzano"

Il sindaco replica a Deeg: "Nel capoluogo costruiti migliaia di alloggi, abbiamo già una densità troppo alta". Nel breve termine si punta sull'areale delle caserme Huber.
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Foto: (Foto: salto.bz)

“Nel 2001 il capoluogo aveva 94 mila abitanti, ora sono 107 mila. 13.000 in più sono tanti, sono i due terzi di Laives, per fare un raffronto. Si è costruito al Mignone, a Firmian, a Casanova, a Prati di Gries. Non è che possiamo  continuare a cementificare tutta la città, perché altrimenti diventa invivibile”. Ora che, con enorme ritardo, si sta per iniziare a parlare del piano urbanistico della città (secondo la legge Territorio e paesaggio dovrebbe essere approvato entro luglio di quest'anno), il nuovo mantra di Renzo Caramaschi sarà questo: Bolzano non può crescere ulteriormente. E forse - e il sindaco lo sa bene - prima di occupare tutti gli spazi disponibili, dai fazzoletti come la Casa del giovane lavoratore ad Aslago, a lenzuola giganti come l’areale ferroviario (tra una dozzina di anni almeno) la città andrebbe dotata delle infrastrutture viabilistiche che un minimo di lungimiranza nella pianificazione da parte provinciale avrebbe imposto fossero realizzate una ventina di anni fa. Prima, cioè, di costruire 2.000 nuovi alloggi, senza intervenire sul sistema viario pensato per i volumi di traffico degli anni 50. Il primo cittadino del capoluogo non ha quindi gradito molto che, intervistata ieri (19 maggio) da salto.bz, l’assessora all’edilizia sociale Waltraud Deeg abbia detto che “il Comune di Bolzano deve essere chiamato a rispondere del reperimento di nuove aree per l’edilizia sociale".  

“Innanzitutto – dice Caramaschi  - non capisco perché si dica che per l’Ipes si debbano aspettare i 500 alloggi dell’areale ferroviario. L’Ipes ha già da 6 anni a disposizione l’area di Aslago della Casa del giovane lavoratore dove sono previsti 65 alloggi, ma non sono ancora stati costruiti. Altri 95 sono previsti nella torre a Prati di Gries, ed altri 15 a Maso Della Pieve. In più tra un paio di anni dovrebbe rendersi disponibile il grande areale delle caserme Huber in via Druso che dovrebbe essere destinato ad edilizia sociale e cooperative”. Il sindaco questa volta non completa la frase ma il senso è: non chiedeteci quindi di consumare altro suolo. Anche perché 95 alloggi a Prati di Gries e centinaia alle Huber vuol dire altri fiumi di automobili su via Druso e via Resia che nelle ore di punta sono già al collasso.

 

Dove costruire, quindi? Per quanto riguarda il cosiddetto (ex) cuneo verde (Grieser Grünkeil) e le molte villone hollywoodiane o mini condomini di lusso edificati negli ultimi anni le decisioni sono prese caso per caso dal Consorzio di bonifica e dal Bauernbund assieme al vicesindaco Svp di turno. Di fatto quel verde privato è territorio extracomunale come nell'Ottocento. Nel resto della conca cittadina si lavora di immaginazione con quel poco che c’è. Oggi sull'Alto Adige le coop chiedono ai preti i campetti delle parrocchie. Per rispondere all’enorme pressione abitativa negli ultimi anni si è puntato su aree già molto popolose e sempre senza creare nuove infrastrutture viarie, nella convinzione (peraltro corretta) che queste porterebbero ulteriore nuovo traffico.

Nel 1975 gli abitanti di Bolzano erano gli stessi di oggi. Non c’erano Firmian,  Casanova, Prati di Gries …

Quindi, che la stessa Provincia che per decenni ha negato a Bolzano la costruzione di una vera circonvallazione e ha ritardato il più possibile ogni tipo di intervento migliorativo (e ora, su spinta dell'Svp cittadina, dà incredibilmente la priorità al Tunnel sotto Monte Tondo), chieda nuove aree di espansione è quanto meno curioso. Caramaschi è cosciente che se venissero realizzati tutti gli alloggi elencati sopra – pur senza consumare nuovo suolo – la mobilità in città è destinata all’implosione. Ed è forse anche per questo che da qualche giorno il sindaco, appoggiato da Walcher, ha cambiato strategia. “Si deve iniziare a ragionare come se i paesi intorno al capoluogo fossero dei quartieri ben collegati alla città. Non è che si deve per forza lavorare a poche centinaia di metri dal posto di lavoro. Per questo i comuni limitrofi potrebbero a loro volta ospitare nuovi alloggi”, dice Caramaschi. L’idea è quella di ragionare nell’ottica della città metropolitana. Non sia mai! Gli stessi sindaci che protestano in modo vibrante appena viene solo ipotizzata qualche misura per evitare che i pendolari usino la macchina per entrare a Bolzano, si oppongono con fermezza.

Caramaschi snocciola cifre. “Nel 1975 gli abitanti di Bolzano erano gli stessi di oggi. Non c’erano Firmian,  Casanova, Prati di Gries … Il fatto è che allora le famiglie erano numerose, oggi il 48% è composto da nuclei con una persona. Tutti devono capire che cementificando ovunque la città diventa invivibile, le tensioni sociali aumentano. Non si può pensare che tutti abbiano il posto di lavoro a 10 minuti da casa. Dal 2011 a Bolzano sono state costruite 1.727 abitazioni. Sono davvero molte. Per questo si deve puntare al circondario. Bolzano ha una densità di 2.100 abitanti per chilometro quadrato e nel calcolo viene inserita anche la superfice del bosco del Colle. Vogliamo aumentare questa densità? Dobbiamo puntare al circondario e fare in modo che questo sia collegato con linee veloci e corsie preferenziali per il bus. Questo è la direzione che si deve prendere”.