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Brecht & Schlein

Carlo Bettio, segretario provinciale del PD, ragiona sull'esito delle primarie: “Siamo tornati protagonisti. Molti nuovi iscritti, apriamo porte e finestre del partito”.
Carlo Bettio
Foto: Rai News

È passato quasi un mese dall’elezione (a sorpresa) di Elly Schlein a segretaria del Partito Democratico. Per commentare queste prime settimane seguite alle primarie del 26 febbraio, il segretario altoatesino del PD Carlo Bettio prende la parola con un lungo post Facebook dal titolo emblematico, “Le primarie del Partito Democratico e Bertolt Brecht”: “L'elezione di Elly Schlein continua ad essere oggetto di valutazioni e di commenti da parte di dirigenti politici, osservatori interessati, giornalisti e professionisti del settore, ad esempio da parte dei sondaggisti che prevedevano una netta affermazione di Bonaccini”, scrive Bettio con una punta d’ironia, “La maggior parte dei commentatori prova ad interpretare i primi passi del nuovo corso e s’interroga sul futuro del principale partito di centrosinistra italiano. Analisi non sempre condivisibili ma comunque stimolanti, che offrono punti di vista approfonditi e originali”. “In queste settimane, però - prosegue - la politica non è stata ferma e succede che migliaia di persone, sull'onda delle Primarie e dei primi passi della segreteria Schlein, stiano rinnovando l'iscrizione al Partito Democratico, e che altri si iscrivano per la prima volta o tornino ad iscriversi dopo un sofferto allontanamento. Insomma, il Partito Democratico, comunque la si voglia vedere e la si pensi, è tornato protagonista e centrale nell'opposizione al Governo Meloni e decisivo per le future alleanze”.

 

“Il popolo non si cambia”

 

Date queste premesse, Bettio osserva però come “un riflesso pavloviano sia dominante in una parte del commento su quanto è successo dalle Primarie in poi”. Un atteggiamento che riporta alla mente del segretario altoatesino un aforisma di Bertolt Brecht sul popolo: “Il Comitato centrale ha deciso: poiché il popolo non è d'accordo, bisogna nominare un nuovo popolo”. “Brecht in questo modo intendeva ironizzare e polemizzare con il segretario generale dell’Unione degli Scrittori della Ddr che, di fronte agli scioperi degli operai (comunisti) del 1953 a Berlino scrisse: ‘La classe operaia di Berlino ha tradito la fiducia che il Partito aveva in essa riposto. Ora dovrà molto faticare per riconquistarla’”, ricorda l’esponente dem.

Per la prima volta, le primarie sovvertono il risultato delle convenzioni di circolo

Secondo Bettio, “chiaramente cambiare il popolo non è possibile e soprattutto diventa complicato superare il cortocircuito per chi, in sede di Congresso, aveva dichiarato solennemente che le primarie sono incise nel DNA del PD. Giovanni Diamanti ha acutamente osservato che il Partito Democratico trova il suo nuovo atto fondativo proprio nel momento in cui, per la prima volta, le primarie sovvertono il risultato delle convenzioni di circolo, portando a compimento quel processo, previsto dallo Statuto, ma che non si era mai concretizzato nelle primarie precedenti, dove i partecipanti alle primarie avevano, su base nazionale, confermato il voto dei circoli”. “L'elezione di Elly Schlein a Segretaria e di Stefano Bonaccini a Presidente del PD sono il segno di una comunità politica che in un momento di grande difficoltà trova una strada, partecipata e non verticistica, per provare ad offrire una proposta politica di rinnovamento del Paese e di speranza. Piuttosto che guardare con sospetto e retropensieri a quanto è accaduto, apriamo porte e finestre del nuovo PD, predisponiamoci all'ascolto, in modo aperto, torniamo a rappresentare di più e meglio le persone, i loro bisogni, i loro desideri e le loro aspirazioni. Torneranno le persone e soprattutto le persone torneranno a votare, quello che oggi molte italiane e molti italiani hanno smesso di fare” conclude Carlo Bettio.