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Battaglia sugli abbattimenti

I sindaci delle valli trentine minacciano le dimissioni. Fra questi anche il bolzanino Donato Seppi. Gli ambientalisti intanto fanno altri ricorsi contro le ordinanze.
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Foto: upi

I sindaci della valle di Sole, della valle di Non e dell'Altopiano della Paganella stanno valutando di chiedere al Tar di Trento la revoca del decreto di sospensione dell'ordinanza di abbattimento dell'orso Jj4, presentandosi come soggetti controinteressati rispetto al ricorso presentato da Lav e Lac. L'amministrazione comunale di Cles ha messo a disposizione dei Comuni interessati a costituirsi in giudizio il proprio ufficio legale. Lo riporta il quotidiano l'Adige in edicola oggi, riferisce l'Agenzia Ansa. Oltre ai Comuni di valle di Sole, valle di Non e Altopiano della Paganella, potrebbero prendere parte all'iniziativa anche alcune amministrazioni delle valli Giudicarie, Rendena e Vallagarina, mentre è stato mostrato interesse dai sindaci altoatesini di Lana e Senale San Felice. Alcuni sindaci del Trentino hanno inoltre minacciato di presentare le proprie dimissioni fra questi qualora non si trovasse una soluzione al problema di convivenza con i grandi carnivori. Fra questi vi è anche l'ex consigliere provinciale di Unitalia, oggi sindaco di Ruffrè, Donato Seppi. Oggi l'avvocatura della Provincia di Trento dovrebbe depositare al Tar la documentazione richiesta e la domanda di revoca del decreto.
"Il Trentino sta soffrendo per quanto è avvenuto" e il pronunciamento del Tar, che ha annullato il decreto per l'abbattimento di Jj4, è "sorprendente", ha detto il governatore trentino Maurizio Fugatti durante la trasmissione "Zona Bianca" di Rete4, sottolineando che è suo compito "garantire la sicurezza e incolumità" dei trentini. Fugatti ha anche ricordato che l'Ispra ha dato l'ok all'abbattimento. Per quanto riguarda il progetto Life Ursus per il ripopolamento degli orsi in Trentino, il governatore ha detto che "secondo gli esperti avremmo avuto al massimo 50 esemplari (mentre ora sono oltre 100, ndr.) e che si sarebbero dispersi su altri territori. Così non è stato. Ora ci dicano velocemente dove spostare gli orsi".

Intanto è in arrivo un altro ricorso amministrativo contro le ordinanze di Fugatti, emanate l’8 e il 13 aprile per l’uccisione dell’orsa JJ4. Le associazioni Enpa, Leidaa e Oipa lo stanno depositando al Tar di Trento. Il ricorso sarà fondato su nuovi presupposti e argomentazioni aggiuntive rispetto al procedimento già in corso.

"Eventuali situazioni conflittuali con gli orsi, così come con ogni altro animale selvatico, dovrebbero essere affrontate con gli strumenti di prevenzione prescritti dalle normative", affermano le associazioni. «Dinanzi all’eventualità che si potessero verificare naturali comportamenti difensivi da parte di un’orsa con i suoi piccoli, i rappresentanti istituzionali della Pat hanno fatto poco o nulla per evitare possibili incontri fortuiti con l’animale e per informare i residenti sulla reale situazione dei luoghi". Secondo le associazioni i metodi per ottimizzare la convivenza con gli orsi e per evitare possibili conflitti ci sono ma, come dimostra la tragedia di Caldes, non sono stati attuati o sono stati attuati in modo insufficiente. Tra questi, il monitoraggio in tempo reale degli orsi; la chiusura agli escursionisti di alcune aree; la distribuzione capillare di cassonetti anti-orso; l’installazione di recinzioni elettrificate; efficaci azioni di sensibilizzazione e d’informazione rivolte a turisti e residenti.

"Auspichiamo che la Provincia autonoma di Trento cambi marcia rispetto alla fallimentare esperienza del passato, che ha contribuito al verificarsi della tragedia, e che decida finalmente di applicare le misure preventive obbligatorie per legge, le uniche in grado di garantire il rispetto e la difesa della biodiversità e della vita degli animali oggi sotto la tutela dell’articolo 9 della Costituzione", concludono le associazioni.