“Ricordare è sempre necessario”
Nelle ultime caotiche settimane del conflitto bellico, la città di Bolzano aveva cominciato ad accogliere gli stati maggiori dei generali Heinrich von Viethingoff e Karl Wolff, dietro a un contingente di soldati sempre più numeroso, man mano che procedeva il ripiegamento delle forze armate tedesche: circa 70 mila militari, assieme a diverse migliaia dai presidi e dalle forze di polizia dell’Alpenvorland, erano le forze di stanza in Tirolo, una potenza militare tale da far considerare fondate i timori di un’’ultima e disperata offensiva nazista, con la complicità dei circoli filo-nazisti sudtirolesi, che avrebbero potuto sfruttare la situazione per scatenare un massacro dei cittadini di lingua italiana, e avanzare pretese nazionalistiche sulla zona.
Nel frattempo le notizie della Liberazione cominciavano a circolare. Il 30 aprile alcune decine di persone di madrelingua italiana sono scese in strada per festeggiare la fine della guerra. Il piccolo corteo fu sorpreso a fucilate dalle SS tedesche, in allerta per il precedente tentativo di occupazione del Municipio e incitate, secondo le fonti storiche, da diversi abitanti locali di lingua tedesca. Il bilancio: nove morti e 11 feriti, tra cui Paolo Castagna, di soli 9 anni. Questi avvenimenti furono accompagnati da ulteriori violenze: il 2 maggio, presso la polveriera di Cengles, a Lasa, un gruppo di 11 operai della Todt venne catturato e fucilato.
Il 3 maggio a Bolzano scontri a fuoco tra reparti tedeschi e pattuglie della Divisione partigiana Alto Adige hanno causato 41 vittime tra membri della Resistenza (24) e civili (17), 35 feriti, assieme a un numero indefinito di vittime da parte tedesca. Gli scontri si svolsero per lo più intorno alla zona industriale cittadina e presso gli stabilimenti della Lancia, occupata dai partigiani impegnati pure nel disarmo dei soldati tedeschi e delle colonne di passaggio. I soldati tedeschi, circondata l'intera area cominciarono a penetrare nell’edificio compiendo rappresaglie confuse e feroci rappresaglie al suo interno.
Il 4 maggio a Bressanone 7 persone, tra cui rimpatriandi dai campi di concentramento in Germania, sono state uccise dai soldati tedeschi alle stazione dei treni mentre tentavano di prendere alcuni viveri da un convoglio giunto dall’Italia
Nei prossimi giorni, alcune commemorazioni si terranno, come da tradizione, nei luoghi delle stragi. Alle 11 del 30 aprile, a Merano si terrà una cerimonia istituzionale promossa dal Comune in Piazza Teatro. Il 2 maggio a Lasa alle ore 10.30 analoga commemorazione si terrà presso il cippo che ricorda le vittime della strage, posto un anno dopo l’eccidio e ripetutamente oggetto di atti vandalici da parte di gruppi neonazisti. Lo stesso Ugo Knoll, tra i responsabili della strage e della carneficina di Merano, fu condannato per aver fatto saltare la lapide con la dinamite.
E' necessario dunque rinnovare l'impegno per attuare quei valori fondamentali di pace, libertà, giustizia, solidarietà, tutti i giorni
Nei cortili dell'IVECO si terrà l'omaggio al monumento nel cortile della fabbrica dedicato ai caduti della Lancia il 3 maggio alle ore 10.30. Il 4 maggio a Bressanone, la commemorazione si terrà alle ore 11 davanti alla Stazione dei treni: “Ricordare i partigiani caduti e le vittime civili di quelle stragi e la complessità di quegli avvenimenti, è sempre necessario non solo per un doveroso omaggio formale, ma perché le libertà che fondano la Costituzione e l'Autonomia della nostra terra, come ha detto il Presidente Mattarella a Cuneo, sono figlie della Resistenza – scrive l’Anpi in una nota –.. E' necessario dunque rinnovare l'impegno per attuare quei valori fondamentali di pace, libertà, giustizia, solidarietà, tutti i giorni”.
Ja, wider dem Vergessen.
Ja, wider dem Vergessen. Italien sollte sich an die Giftgaseinsätze im Abessinienkrieg erinnern.
Antwort auf Ja, wider dem Vergessen. von Dietmar Nußbaumer
Italien erinnert sich vor
Italien erinnert sich vor allem an die Verbrechen, die Italienern angetan wurden.
In Brixen erinnert man sich
In Brixen erinnert man sich vor allem an den Alpinioffizier Gennaro Sora, der in Abessinien 1500 Frauen und Kinder umgebracht hat. Er ist Ehrenbürger von Brixen und die SVP weigert sich standhaft, ihm diese Ehre abzuerkennen, weil man das "den Italienern nicht antun kann". Sie haben ja sonst keine Helden.
Ja Herr Staffler, wir wissen
Ja Herr Staffler, wir wissen Bescheid, seit Wochen scheinen sie kein anderes Thema mehr zu finden, als ihr ganz persönliches Gennaro Sora Trauma!
Antwort auf Ja Herr Staffler, wir wissen von Ivo Maier
Das Thema Gennaro Sora habe
Das Thema Gennaro Sora habe ich nicht seit Wochen, sondern seit Jahren, aber faschistische Kriegsverbrechen interessieren hier niemanden. Ein anderes Thema, das ich seit vielen Jahren verfolge, ist die absolute Gleichgültigkeit, mit der die Verantwortlichen in der Brixner Gemeindeverwaltung das Schicksal unserer jüdischen Mitbürgerin Lea Pincherle ignorieren. Auch da bleibe ich dahinter. Ein weiteres Thema ist das Schicksal des Widerständlers Hans Egartner, das mir auch am Herzen liegt. Immerhin ist es in jüngster Zeit ein wenig zur Kenntnis genommen worden, auch wenn mein verehrter Berufskollege Egarter heute oft von denen missbraucht wird, die ihn zu seinen Lebzeiten bekämpft haben. Es gibt also mehrere Themen, die mir am Herzen liegen, und immer geht es um Verbrechen gegen die Menschlichkeit, ein Thema, das sie anscheinen eher belustigt als berührt. Das berührt wiederum mich nicht, ich mache weiter im Einsatz gegen Nationalsozialismus und Faschismus.
Jeder hat seine Leichen im
Jeder hat seine Leichen im Keller und sollte sich daher überlegen, ob der moralische Zeigefinger angebracht ist (z.B. die USA und Hiroshima usw. usf.).
Antwort auf Jeder hat seine Leichen im von Dietmar Nußbaumer
Oh ja, die USA haben gar
Oh ja, die USA haben gar nicht Keller genug um alle Leichen zu verstecken...