Life Ursus è fallito. Che fare ora?
C’è un articolo dello Statuto della Regione Trentino Alto Adige che, pur conferendo alla Regione particolari poteri di rilevanza costituzionale, tali da ascrivere la autonomia della Regione stessa ad un rango superiore a quello delle altre a Statuto speciale, è stato sistematicamente sottovalutato o addirittura ignorato dai consiglieri regionali nel corso delle varie legislature.
Si tratta dell'articolo 35 che dispone quanto segue: “Nelle materie non appartenenti alla competenza della Regione, ma che presentano per essa particolare interesse, il Consiglio regionale può emettere voti e formulare progetti. Gli uni e gli altri sono inviati dal Presidente della Regione al Governo per la presentazione alle Camere e sono trasmessi in copia al commissario del Governo”.
Sono stato uno dei pochi, quand’ero in Consiglio regionale, ad usufruire di questo strumento per ottenere la approvazione di una norma che scongiurasse il rischio (nel cinquantennale della vittoriosa conclusione della grande guerra e del compimento della unità nazionale) di una discriminazione a danno delle alcune decine di migliaia di ex combattenti trentini e sudtirolesi dell’ esercito austroungarico nella guerra 1914-1918, cui nelle proposte di legge presentate in Parlamento, non veniva riconosciuto il diritto all’assegno vitalizio, attribuito agli ex combattenti dell’esercito italiano. Il voto di cui fui il promotore e primo firmatario, e che ottenne il sostegno di Enrico Pruner e degli altri consiglieri autonomisti, necessario per la ammissibilità della iniziativa, presentato in data 12 gennaio 1968, fu approvato all’unanimità dal Consiglio regionale il 28 febbraio 1968.
Rilevante è quindi l’importanza costituzionale e politica del voto, cui quasi mai il Consiglio regionale è ricorso
Esso ottenne poi il consenso del Parlamento italiano, che si espresse in uno specifico comma dell’articolo 5 della legge 18 marzo 1968, n.263, il quale estendeva questo diritto a tutti gli ex combattenti austroungarici.
Rilevante è quindi l’importanza costituzionale e politica del voto, cui quasi mai il Consiglio regionale è ricorso; tuttavia, la seconda fattispecie prevista dall’articolo, quella che statuisce che il Consiglio regionale può formulare progetti legislativi, è tale da operare, come si anticipava sopra, una scansione ancor maggiore del livello di specialità del sistema autonomistico del Trentino Alto Adige. Concorre al riguardo una specifica norma di attuazione che rese esplicito quanto nel testo statutario era solo implicitamente contenuto. Si tratta dell’articolo 2 del decreto legislativo 1 febbraio 1973, n.49, il quale recita: "Il progetto di legge previsto dall’articolo 35 dello Statuto, costituisce esercizio di iniziativa legislativa ai sensi dell’articolo 71 della Costituzione.” A sua volta questo stabilisce al primo comma: ”L’iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascuna Camera ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale.” E poiché lo Statuto del Trentino Alto Adige è una legge costituzionale, ne consegue che al Consiglio Regionale spetta, come ai deputati, ai senatori e al Governo, il diritto di iniziativa legislativa, sia pure limitatamente “ alle materie che ( per la Regione) presentano particolare interesse.”
Sarebbe da chiedersi se ci siano oggi temi di particolare interesse per questo territorio, tali da richiedere un provvedimento legislativo o un voto, come quelli previsti dall’articolo 35
E’ stata quindi dal Costituente istituita una specifica forma di collegamento diretto fra Consiglio regionale e Parlamento, cui il primo anche collo strumento della iniziativa legislativa, può proporre soluzioni nella complessa problematica propria di una istituzione multietnica e frutto di accordi internazionali, le cui normative talvolta si discostano dai principi costituzionali.
E a questo punto ci sarebbe da chiedersi se ci siano oggi temi di particolare interesse per questo territorio, tali da richiedere un provvedimento legislativo o un voto, come quelli previsti dall’articolo 35. E la risposta non può che essere che positiva.
Ci troviamo quindi in presenza di un progetto legittimamente e correttamente avviato dalla Provincia autonoma di Trento, ma che è degenerato nel corso del tempo per una inescusabile perdurante trascuratezza
Sono passati poco più di tre mesi dalla tragica morte di Andrea Papi, un giovane sbranato da un’orsa mentre stava facendo una corsa nel bosco sopra casa, a Caldés; ma sempre in questa legislatura, parecchie persone erano già state aggredite, rischiando la vita, mentre, con frequenza crescente, giungono notizie di predazioni su animali. L’allarme in tutta la popolazione è diventato poi virale, quando si è appreso che una cinquantina di orsi in soprannumero vivono nei boschi del Trentino, e il loro numero continua ad aumentare. Ma un analogo stato di emergenza è presente anche nelle montagne del Sudtirolo, per l’incontrollato moltiplicarsi di branchi di lupi e delle predazioni.
Ci troviamo quindi in presenza di un progetto ( quello dell’introduzione dell’orso) legittimamente e correttamente avviato dalla Provincia autonoma di Trento, ma che è degenerato nel corso del tempo per una inescusabile perdurante trascuratezza fino a raggiungere lo stadio della cecità sui fattori che portavano via via all’implosione .Le richieste di pubbliche scuse avanzate dalla famiglia di Andrea Papi sono fondate, e la Provincia dovrebbe aderire, assumendosi le relative responsabilità.
La incontrollata, esponenziale crescita dei grandi carnivori sul territorio regionale, mette in crisi la agricoltura di montagna, la pastorizia ed il turismo, e con ciò stesso mina alla base la consistenza dei gruppi linguistici insediati in queste vaste aree
Si apre però ora il problema di come uscire da una situazione che sta già avendo effetti allarmanti sul territorio, e sulla tenuta stessa delle istituzioni autonomistiche. La incontrollata, esponenziale crescita dei grandi carnivori sul territorio regionale, mette in crisi la agricoltura di montagna, la pastorizia ed il turismo, e con ciò stesso mina alla base la consistenza dei gruppi linguistici insediati in queste vaste aree, la cui integrità e sviluppo, a sensi dell’articolo 2 dello Statuto, costituiscono il presupposto della convivenza fra etnie e gruppi minoritari fra Ala e il Brennero. Ma, oltre a questo, l’atavico legame delle nostre popolazioni colla natura e col bosco, è oggi incrinato dalla paura di accedervi, con sofferte rinunce che modificano lo stile di vita delle persone. Tutti questi fattori incideranno sugli assetti culturali e sull’atteggiamento delle popolazioni nei confronti delle istituzioni dell’autonomia.
Il governo sembra non rendersi conto della gravità della situazione
E’ arrivato quindi il momento di prendere atto che è in gioco la tenuta delle nostre istituzioni di autogoverno e che è necessario che la Regione Trentino Alto Adige parli con una voce sola in difesa della autonomia speciale, ricorrendo agli strumenti che l’articolo 35 dello Statuto le offre. Questo significa, avvalendosi di questo speciale canale, rivendicare per le Province autonome, tutti i poteri necessari per affrontare nell’immediatezza una situazione grave, e per avviare una politica che stabilisca nuovi equilibri fra uomo e territorio.
Il governo sembra non rendersi conto della gravità della situazione, e che è in atto una corsa contro il tempo. Nuovi lutti o nuove aggressioni, potrebbero avere conseguenze imponderabili.
Das LifeUrsusProjekt war eher
Das LifeUrsusProjekt war eher, vom EU- Geldtopf beeinflusst, eine nicht zu Ende gedachte Kopfgeburt. Es würde aber durchaus reichen, die Populationsdichte auf das notwendige und sinnvolle Maß zu reduzieren.
Il governo sta già flirtando
Il governo sta già flirtando con SVP e contandini sudtirolesi su molti temi, tra cui i grandi predatori. Probabilmente una nuova relativa legge nazionale verrà portata in dote con la celebrazione delle nozze suggellate dalla nascita della prossima giunta provinciale nell'autunno 2023.
Tutto sommato concordo. Non
Tutto sommato concordo. Non però in un particolare: cioè che il governo trentino debba scusarsi con la famiglia Papi. Ricordo le minacce severe (anche di morte) nei confronti del presidente Fugatti. Sono ben altri che dovrebbero chiedere scusa.