La lingua del cuore
In che misura il plurilinguismo influisce sullo sviluppo dei bambini delle bambine? La lingua ladina funge come supplemento nel loro bagaglio di conoscenze, facilitando il processo di apprendimento, oppure aggiunge un fattore complicante alla gestione di nuove informazioni e lingue straniere? La linguista dell’Università di Innsbruck Ulrike Jessner-Schmid e la sua équipe hanno svolto il progetto di ricerca “Mela – Multilingual Ladin” per individuare gli effetti di un’educazione plurilingue sulle prestazioni scolastiche dei bambini e delle bambine. I risultati, presentati al pubblico il 9 agosto a Bolzano, forniscono una panoramica del modo di parlare, pensare e scrivere degli alunni e delle alunne che studiano alle scuole ladine e non solo: specialmente la loro capacità di acquisire e gestire diverse lingue è di particolare importanza nella ricerca.
Infatti, risulta che il modello scolastico ladino, decisamente pionieristico e in costante adattamento alle nuove scoperte scientifiche sul plurilinguismo, come spiega la direttrice provinciale delle Scuole ladine Edith Ploner, contribuisca fondamentalmente allo sviluppo delle capacità cognitive. Nell’ambito dello studio sono state messe in confronto le competenze di oltre 140 bambini e bambine delle terze, quarte e quinte classi delle scuole di Marebbe, San Vigilio, San Martino in Badia, La Valle, La Villa, Corvara, Ortisei, San Cristina e Selva Gardena, mentre le classi della scuola primaria tedesca di Sant’Andrea hanno svolto il ruolo del gruppo di controllo – oltre alla memoria significativamente più sviluppata di chi frequenta la scuola ladina rispetto al gruppo di riferimento, stupiscono gli alti livelli di competenze linguistiche ricettive e produttive, esaminate attraverso prove di lettura, scrittura e conversazione in ben tre lingue: ladino, tedesco e italiano.
Malgrado il ladino occupi l’ultimo posto nel paragone delle competenze delle lingue apprese nel contesto scolastico, superato dall’italiano e dal tedesco, potenzia le competenze metalinguistiche, cioè la conoscenza consapevole di una lingua e rappresenta un punto di appoggio che facilita l’arrampicata sulla scala linguistica: ogni piolo corrisponde alla padronanza di una nuova lingua, e risalta il fatto che grazie al contatto con la lingua retoromanza, gli alunni e le alunne delle valli ladine dimostrino una conoscenza della lingua italiana più approfondita del gruppo di controllo. Mentre le interazioni linguistiche, il cosiddetto codeswitching, tra i bambini e le bambine che imparano il ladino è poco presente nell’espressione scritta, nella comunicazione orale rappresenta un fenomeno ricorrente.
Il ladino potenzia le competenze metalinguistiche e rappresenta un punto di appoggio che facilita l'arrampicata sulla scala linguistica
Tuttavia, l’apprezzamento della lingua ladina non può essere ridotto a una mera elencazione dei benefici del suo padroneggio. Una lingua coinvolge le persone anche sul livello emotivo, apre nuove porte nell’ambito culturale e contribuisce alla scoperta di un lato della propria personalità finora sconosciuto. A prescindere dal valore aggiunto allo sviluppo dei bambini e delle bambine che hanno l’opportunità di vivere un percorso scolastico plurilingue, gli/le abitanti delle valli ladine nutrono un amore singolare per la loro lingua e ne vanno fieri/e, come dichiara l’assessore provinciale alla Scuola e alla Cultura ladina Daniel Alfreider. “Per noi come minoranza, il modello scolastico delle valli ladine è particolarmente importante, ma vogliamo anche confrontarci con altre scuole e migliorare ancora” – come nella vita in generale, anche nell’ambito linguistico si afferma la regola che non si finisce mai di imparare. L’importante è che tra vocaboli e grammatica non svanisca l’autentico piacere di scoprire ogni singola particolarità melodiosa che fa eruttare vulcani di gioia e derige, passo dopo passo, alla crescita personale.
Ma...non comprendo bene. Il
Ma...non comprendo bene. Il gruppo di controllo - di cosa esattamente ?- era costituito da bambini della scuola tedesca? E l'italiano come è stato valutato? Un'osservazione: il metodo dell'insegnamento plurilingue è sperimentato da decenni nel mondo - non c'è nulla di pioneristico - con studi molto approfonditi da esperti internazionali che hanno provato - non detto- che la padronanza ("padroneggio" come termine non esiste) di ogni lingua favorisce l'apprendimento delle altre. Date le differenze tra Badia e Gardena in ambito linguistico è inoltre impossibile che non ci siano variazioni nella rilevazioni. Vulcani di gioia linguistica... speriamo...
Se possibile avere ulteriori informazioni in merito a questo interessante studio grazie.
Antwort auf Ma...non comprendo bene. Il von Simonetta Lucchi
..."pionieristico", correggo,
..."pionieristico", correggo, ovvero , leggo "contrassegnato da audacia e novità di intenti"
Mureda è termine neolatino
Mureda è termine neolatino che si ritrova anche nel castigliano oltre che nei sostantivi "muro", "muraglia", italiano, e ovviamente presente nell'antica lingua ladina.
Come scrive Marco Forni in "La lingua ladina" :"... riscrittura in veste tedesca dei nomi propri ladini fu una prassi diffusa per lungo tempo, soprattutto a partire dall’età di Maria Teresa d’Austria (1717-1780). In Val Gardena il cognome Moroder trae origine da un’antica [cësa] mureda ‘casa in muratura’. La parola mureda è la forma del participio passato del verbo muré, riconducibile al verbo latino MURA-RE, a sua volta derivato dal sostantivo latino MURU-S ‘muro’. Va ricordato che nei secoli scorsi le case dei paesi di montagna erano in prevalenza in legno. Il gardenese Mureda è ricomparso alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, ma oggi ricorre solo in un paio di famiglie ". Con l'occasione un pensiero allo stimato preside Karl Heinz Mureda, prematuramente scomparso, che mi ricordava l'italianizzazione relativamente recente da Moroder a Mureda del suo nome di famiglia. Indubbiamente ogni cambio di nome è a mio parere una forzatura e una violenza, tuttavia la forma originaria dei nomi e dei termini è ricostruibile filologicamente.