Gli italiani, dunque, non…
Gli italiani, dunque, non sono andati a votare? No, tanti italiani hanno votato liste alternative di matrice tedesca, ma con progetti alternativi. Finalmente possiamo dire che si esce dai soliti schemi!
Che stesse succedendo qualcosa di particolare e non previsto dai saccenti sondaggisti lo si poteva intuire già nel tardo pomeriggio di domenica, quando sono stati resi noti i risultati sulle affluenze rilevate alle 17. Mentre al mattino il calo di votanti era uniformemente distribuito su tutti i comuni altoatesini, nel pomeriggio la situazione appariva assai diversa e per rendersene conto bastava dare un’occhiata alla bella mappa interattiva realizzata dai grafici di Salto. In tutti i comuni della periferia il ritardo mattutino era stato abbondantemente recuperato e si viaggiava su medie di affluenza superiori a quelle del 2018. Tutto il contrario nei comuni a prevalenza italiana dove il calo nel numero dei votanti restava e si approfondiva man mano che passavano le ore, sino alla chiusura dei seggi.
Che la questione riguardi proprio l’atteggiamento dei gruppi linguistici appare fuor di luogo, ma pignoleria vuole che si debba cercare una conferma ulteriore. Si usi dunque il metodo antico e collaudato della pesca a campione tra le sezioni di Bolzano città. La numero uno, scuole Goethe, quartiere a prevalenza tedesco ha registrato ieri, con il 73 35%, un aumento secco nell’affluenza al voto rispetto al 67,27% di cinque anni fa. Basta spostarsi in un’altra zona della città, via Parma, seggio numero 70, zona a netta prevalenza italiana, perché la musica cambi. Ieri l’affluenza non ha raggiunto il 60% contro il 67 41% del 2018. E si potrebbe andare avanti quasi all’infinito.
Gli italiani, dunque, non sono andati a votare.
Si è ripetuto, ma in termini numericamente maggiori, il fenomeno che si era già registrato dieci anni fa, alle provinciali del 2013 ed è un fattore che va a incidere principalmente, allora come oggi, sulla rappresentanza politica del gruppo linguistico generale ma soprattutto sul centro-destra che, da una quarantina d’anni, polarizza i consensi elettorali degli altoatesini di madrelingua italiana.
È dalla grande avanzata missina registrata nella prima metà degli anni 80 che, in consiglio provinciale, il centrodestra italiano conta quasi sempre sulla rappresentanza di cinque consiglieri. Così è avvenuto a cavallo tra la prima e la seconda Repubblica e poi nelle tornate elettorali successive. Nel 2013, con i due partiti principali, Forza Italia e Lega, nascosti dietro le insegne della lista personale di Elena Artioli e con il resto della destra polverizzato in diverse liste si verificò una marcata disaffezione degli elettori e il centrodestra portò in consiglio solo due eletti. In totale i consiglieri italiani furono solo cinque. Applicando rigidamente la regola della rappresentanza proporzionale prevista dallo Statuto, Kompatscher inserì nella sua prima giunta solo un assessore italiano, deludendo assai le aspettative dell’alleato PD.
Anche stavolta la proporzione etnica è la stessa. Cinque italiani in consiglio di cui tre del centrodestra, uno della lista di centro e uno del Partito Democratico.
Sono gli effetti della mancata partecipazione al voto. Le prime analisi di qualche esponente politico che si è scagliato contro l’eccessiva frammentazione lasciano assolutamente perplessi. Se, in queste provinciali, c’è stata un’offerta variegata come non mai, questa si è vista nel mondo di lingua tedesca e forse, come del resto testimoniano i risultati, è stata un fattore decisivo nello spingere gli elettori a recarsi alle urne. In campo italiano il numero delle liste presenti non era superiore a quello delle elezioni passate.
La realtà, piaccia o non piaccia, è che un numero crescente di elettori italiani ha scelto di non votare. Sono gli stessi, si presume, che cinque anni fa la scheda nell’urna andarono invece a deporla, in una sorta di plebiscito a favore di Matteo Salvini. Si pensi, tanto per tornare ai numeri, che nel 2018 la Lega, da sola, ottenne, con l’11,3% dei consensi, un risultato maggiore di quello ottenuto ieri da tutto il centrodestra che, comprese le due liste che non hanno ottenuto seggi, si è fermato al 10,2%.
L’astensione ha toccato ovviamente anche le altre componenti dell’arco politico. Nel conto va messa la mancata elezione tra i Verdi della candidata Sabine Giunta, come l’ulteriore anche se lieve flessione del PD, il tracollo dei 5Stelle che escono di scena come del resto era già avvenuto in consiglio comunale a Bolzano. Gli unici a poter cantare vittoria i Civici che portano in consiglio, con il robusto contributo dei voti meranesi, il bolzanino Gennaccaro.
Non resterebbe molto da dire, per chiudere questa sommaria analisi del voto italiano, sull’ingloriosa riuscita delle due liste minori, il Centrodestra di Filippo Maturi e la Forza Italia post berlusconiana dell’altro ex leghista Carlo Vettori. Va rilevato, però, che quest’ultimo era accreditato, da uno dei sondaggi che un paio di settimane fa andavano per la maggiore, di un ottimo risultato, con la conquista sicura di un seggio. È l’ennesimo esempio di come l’arte divinatoria di estrarre previsioni elettorali da campioni statistici di incerta consistenza sia, in Alto Adige più che altrove, un esercizio tra i più difficili e perigliosi.
Gli italiani, dunque, non sono andati a votare? No, tanti italiani hanno votato liste alternative di matrice tedesca, ma con progetti alternativi. Finalmente possiamo dire che si esce dai soliti schemi!
Qualcuno lo definisce voto di protesta...in realtà è solo un inutile non voto.
Personalmente questo astensionismo da parte dell'elettorato di lingua italiana (purtroppo) non mi sorprende più di tanto, e a conferma di ciò, sono i commenti che si leggono nei vari Social. Un coacervo di luoghi comuni che più che sfiducia o rabbia, fanno trasparire confusione e disinteresse oserei dire quasi "dolosi" da parte di chi non si è recato alle urne.
Una confusione che alla fine indebolisce sempre più la rappresentanza del cittadino italiano e che non va a colpire per contrappasso il sistema politico che si crede di "combattere", anzi rafforza sempre più la disuguaglianza. L'elettorato di lingua tedesca invece, pesantemente scontento dal maggior partito che li ha sempre rappresentati da 30 anni ad oggi, almeno ha lanciato un segnale, anche forse "tappandosi il naso", verso i loro rappresentanti. Un segnale che a giudicare dai visi contriti di chi ci ha messo la faccia nelle prime ore, è andato parecchio a segno.
Nel 2023 credo che si dovrebbe finalmente superare il concetto del voto "linguistico" da entrambe le parti e ricominciare a voler una Provincia forte della propria Autonomia, che storicamente ci ha reso quell'Isola felice da sempre riconosciuta ed invidiata. Ma sembra invece che sia più significativo il "post" polemico scritto su un Social, inneggiando a stipendi d'oro, complottismi vari, simpatie di partito o più mesti interessi personali.
preciso Sig. Donegà .... la mia ultima frase non era di certo indirizzata al suo commento ... anzi, pensiero che condivido in pieno
e la qualità personale e tensione ideale dei vari Mascagni - Gouthier - Pasquali - Berloffa - Nolet - Nicolodi - Emeri di allora dove la lasciamo ?
Per carità di patria evitiamo un confronto con i vari candidati di oggi. Forse tanti italiani che sono rimasti a casa hanno avuto un piccolo
sussulto di dignità ...., o no ?
Sussulto di dignità... finalmente questa parola! Qualità personale e tensione sociale altrettante belle espressioni.
Breve considerazione:
Il magma politco che crea sfiducia è a livello nazionale. L'antidoto è appunto l' AUTONOMIA, la quale non è stata insegnata e predicata bene a chi, in questo paese, parla italiano (in particolar modo in città). Detto questo si aggiunga una minestra riscaldata di persone e una povertà devastante di idee. Basti vedere quanti politici locali scrivono, commentano e rispondono ai lettori qui su SALTO. Magari si limitano ai soliti post banali su faccialibro. Nessuno ascolta più e si confronta. E' devastante!
Ma c'è dell'altro. Oltre a tutto questo, che porta a una disaffezione naturale alla politica (e secondo me a chi ora è in politica sta bene) , c'è da considerare che una parte di quelli che vengono considerati italiani lo sono solo sulla carta. Semmai sono comunitari o meglio extra comunitari (e vivono in città). E qui c'è un problema che sento da un po' di tempo di integrazione. Vi sono interi gruppi che vivono vita a se' e non si integrano nella società. Non avviene quello che c'è a Londra. Non conosciamo le loro storie e le loro esigenze, e questo per me è grave. Tutta gente che, non considerata nella società , non va a votare (e non saprebbe chi per giunta).
Wie soll sich jemand, der kein Wahlrecht hat, integrieren? Weder auf Gemeindeebene, noch zum Landtag noch zu den Parlamentswahlen dürfen Drittstaatenangehörige wählen!
Ich finde: Wer seit 4 Jahren hier legal lebt, soll zumindest Gemeinderat und Landtag wählen dürfen!
Es sind, denke ich, italienische Staatsbürger mit Migrationshintergrund gemeint. Die naturalisierten Ausländer mit Wahlrecht, die aber nicht wählen gehen.
Facendo la somma dei voti della città di Bolzano e raggruppandoli per partiti italiani, partiti di l. tedesca e partiti cosiddetti interetnici abbiamo :
55,51% voti a favore di partiti italiani
24,88% - a favore di partiti di l. tedesca
19,6% - a favore degli interetnici.
Ora supponendo che un 5% degli italiani possa aver votato l'ultima categoria (non sappiamo, magari sono anche di più), avremmo un bel 60-61% dei votanti di lingua italiana sul totale di quelli che si sono recati alle urne, contro un 24,88% di votanti di partiti tedeschi.
Non mi pare poi così male sinceramente, non da strapparmi i capelli almeno. :-)))
»Applicando rigidamente la regola della rappresentanza proporzionale prevista dallo Statuto, Kompatscher inserì nella sua prima giunta solo un assessore italiano, deludendo assai le aspettative dell’alleato PD.«
Herr Franceschini schreibt in einem anderen Beitrag (https://salto.bz/de/article/24102023/die-neue-elf): »Die Gesetzesbestimmung zur Zusammensetzung der Landesregierung ist eine Muss-Bestimmung. Das heißt: Die SVP darf nicht freiwillig zwei Sitze in der Landesregierung an italienische Vertreter vergeben.«