Il voto di domenica ci consegna un consiglio provinciale completamente diverso dal passato anche recente.
La SVP ridimensionata e cambiata nella propria composizione interna, la destra tedesca mai tanto forte, liste antisistema afferenti al mondo di lingua tedesca entrate per la prima volta nelle istituzioni, il TK, pur se ridimensionato, il secondo partito più votato percentualmente, il movimento verde più forte di consensi ma non abbastanza da eleggere il quarto e - nota dolente- monoetnico, la Lega praticamente dissolta, FdI primo partito italiano ma con un risultato decisamente inferiore alle aspettative, il PD con la stessa percentuale e lo stesso eletto della scorsa legislatura e sorprendentemente un eletto de Le Civiche italiane. Poche donne, troppo poche.
Ora tutti si strappano le vesti come se non fosse stato nell’aria che ci sarebbe stata una svolta, che qualcuno definisce epocale, ovvero il calo della SVP con conseguente difficoltà a formare la giunta. Per la prima volta nella storia di questa terra la SVP dovrà coalizzarsi non solo con un qualche partito italiano ma dovrà trovare l’accordo con liste, partiti, movimenti di lingua tedesca e sarà tanto più difficile anche perché la rappresentanza italiana è ai minimi storici e frammentata.
Le percentuali di affluenza al voto ci disegnano un territorio diverso tra centri urbani e periferia e ci dice che il mondo di lingua tedesca e ladina è andato a votare. La flessione riguarda i centri urbani e colpisce in prevalenza l’elettorato italiano.
Ora chi fa politica dovrebbe domandarsi il perché e cercare di darsi una risposta.
Cosa spinge un elettore a recarsi al voto o a disertare le urne? Cosa si aspetta un elettore dalla politica? Come pensa che il proprio voto possa incidere sull’agenda politica e di riflesso sulla propria vita?
Nel mondo di lingua tedesca e ladina l’elettore continua a ritenere che il proprio voto possa condizionare la politica. Chi ha confermato la propria fiducia alla SVP lo ritiene un partito di sistema in grado di garantire una buona qualità della vita, chi ha scelto la destra ha trovato nei suoi slogan semplicisti e brutali una risposta alle paure ed alle domande complesse della società che cambia, chi ha votato verde ha recepito il messaggio ecologista e gli ha dato mandato di perseguirlo con determinazione, chi ha scelto il TK lo ha apprezzato nel lavoro di opposizione alla Stella Alpina e gli ha consegnato il compito di perseverare, chi ha votato antisistema pensa che sia un grimaldello in grado di scardinare il sistema di potere o perlomeno di cominciare a scardinarlo.
Ma nel mondo italiano perché l’elettore ha preferito stare a casa? L’offerta politica c’era: anche troppa verrebbe da dire.
E allora? Magari qualcuno vorrà rispondermi