Kultur | Il dibattito

Polemiche su Bolzano città della musica

Il confronto tra le istituzioni della città ed i portavoce della scena musicale si accende, sarà la vittoria Unesco l'occasione di un cambio di regolamento comunale?
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Foto: Freie Musilka
  • Si è tenuto ieri presso il Comune l’acceso incontro a tema “Bolzano Città creativa della Musica Unesco”, in cui le istituzioni bolzanine e gli artisti locali hanno dialogato sulla vittoria del bando Unesco. Il 31 ottobre scorso, a Parigi, la Città di Bolzano è stata infatti ufficialmente designata Città Creativa della Musica. Con l'obiettivo di condividere con i protagonisti del settore a Bolzano il notevole successo ottenuto, il Sindaco Renzo Caramaschi ha convocato tutti i rappresentanti della scena musicale locale all’incontro che ha avuto luogo ieri pomeriggio alle 18 nella Sala di Rappresentanza del Municipio.

    Sono proprio le istituzioni, che prendono per prime la parola, a complimentarsi con l’auditorio per una sala così piena, segno di un grande interesse verso il tema. Ci sono infatti il Direttore di Museion, diversi artisti locali della scena Hip Hop, Funky, Indie ma anche gestori di locali, insegnanti e musicisti professionisti, segno che la musica in città interessa a molti. Il sindaco, primo ad intervenire, si congratula con la città per la vittoria. La forza della candidatura starebbe, secondo il primo cittadino, nella capacità di superare le barriere linguistiche anche attraverso la cultura. Conclude però mettendo le mani avanti: “Noi coordiniamo, ma sono creatività ed operosità vostra, le critiche ci saranno ma va bene così”. 

    Seguono gli interventi dell’assessora alla Cultura Chiara Rabini, che spiega i progetti vincitori tra cui, il più importante, la creazione di un hub creativo che coinvolga tutti i generi musicali, anche quelli nati dal basso. Anche l’assessora, durante il suo intervento, ci tiene a precisare che è al corrente delle tante criticità presenti sull’argomento musica a Bolzano, e che è volontà di questa amministrazione migliorarsi. 

    Seguono i saluti di Vittorio Salmoni, coordinatore delle città creative Unesco italiane, il quale si congratula con Bolzano per la vittoria e per la capacità di fare coesistere due identità linguistiche anche attraverso la cultura, coerente, a suo dire, con gli obiettivi dell’istituzione ONU. L’ultimo ad intervenire è il Prof. Roland Benedikter, che detiene la cattedra scientifica UNESCO presso il Center for Advanced Studies ad EURAC. Anch’egli si congratula con Bolzano per il risultato e spera che questa sia l’occasione per una collaborazione proficua tra scienza e cultura. 

  • Tutti questi interventi durano circa un’ora, rimane un quarto d’ora per le domande dal pubblico, che però non mancano, ed anzi infiammano la sala che fino a prima era piuttosto tranquilla. La miccia che accende il dibattito con le istituzioni è l’intervento di Marco Cecchellero, meglio conosciuto come Tachi, l’MC bolzanino attivo dal 1997. “Sono abbastanza scioccato da quello che ho sentito” esordisce, “Ho però l’impressione che si stia costruendo la Formula 1 ma che manchino le ruote. Nessuno, o quasi, dei musicisti che conosco è fiero di come la musica viene gestita in questa città. Si tratta infatti spesso di eventi calati dall’alto e poco percepiti, mentre a quelli nati dal basso vengono tagliate le gambe”. 

     

  • Foto di Tachi: Il cantante dei Polemici Tachi durante un'esibizione Foto: Marco Cecchellero

    Il suo intervento critico prosegue con la menzione di alcuni eventi in cui, purtroppo, i musicisti si sono visti costretti a staccare l’impianto, o quasi, per la famosa questione del disturbo della quiete pubblica, come la festa “Match for life” organizzata nel maggio scorso da ADMO Alto Adige. In quella occasione, infatti, i continui interventi della Polizia, che arrivava ogni mezz’ora con le volanti, hanno costretto i musicisti a suonare a livelli acustici per evitare di vedersi interrompere la manifestazione e non disturbare chi i vigili continuava a chiamarli. 

  • Caramaschi risponde stizzito, sostenendo che sia la stampa ad ingigantire la faccenda e che il comune non voglia discriminare nessuno. Anzi la posizione del comune è molto difficile, sostiene il sindaco, dovendo anche tenere conto delle migliaia di mail che i cittadini del centro inviano al comune chiedendo più silenzio e più quiete in città. Il primo cittadino prosegue affermando che nonostante questo sono tante le iniziative che l’amministrazione comunale sostiene. Tra le ultime e più innovative c’è la nascita di un Centro dei linguaggi contemporanei che sarà istituito nei pressi della stazione, quando sarà ricostruita, e che verrà autogestito proprio dai musicisti e dalla popolazione.

    Risponde anche l’assessora Rabini “Da quando sono in carica ho affrontato la polemica su ADMO, su Campofranco e tante altre. Noi firmiamo 1400 permessi per la musica nei locali all’anno, sono 6 eventi al giorno. Siamo a conoscenza delle problematicità, infatti è nato un dialogo con diversi musicisti ed organizzatori, è evidente che non sia giusto che basti una chiamata a fermare tutto ed è necessario che l’amministrazione tutta, l’intera giunta comunale, lavori per dare agli artisti quello di cui hanno bisogno”. Chiude le risposte il Prof. Benedikter affermando che anche lui concorda sulla necessità di cambiare tante cose ma che questa vittoria sia l’opportunità per superare questi problemi.

  • Cecchellero interviene nuovamente in risposta alle istituzioni e si concentra sui problemi pratici che i musicisti devono affrontare a Bolzano per poter suonare. È infatti noto che le autorizzazioni per far suonare all’interno dei locali abbiano tempi lunghissimi di elaborazione. Anche il busking, ossia l’esibirsi facendo musica per le strade, è una pratica quasi impossibile all’interno del capoluogo altoatesino. Bisogna infatti chiedere diversi permessi, le aree per farlo sono tre e bisogna continuamente spostarsi da una all’altra non potendocisi esibire per più di un tot di minuti consecutivi. 

    Si aggrega alle critiche anche Roberto Tubaro, artista ed organizzatore di eventi bolzanino, che espone le criticità pratiche di chi vuole mettere in piedi eventi musicali a Bolzano: “Organizzare un concerto acustico di un chitarrista per un locale a Bolzano richiede un mese minimo di preavviso, ogni volta sembra di stare organizzando l’esibizione dei Pink Floyd a Venezia”. Dopo la battuta prosegue “il comune potrebbe stendere tappeti rossi ed invece noi che organizziamo ci sentiamo dei fuorilegge, viviamo con ansia ogni volta che vediamo le luci blu che si avvicinano durante un evento”.

    Le critiche che si sollevano sono quelle di un regolamento comunale con criteri soggettivi, che non tiene conto della differenza tra il rumore generato da un trapano di cantiere e la musica che esce dagli amplificatori durante un concerto. Anche la questione dei permessi è problematica, come quella delle chiamate alle forze dell’ordine. Tutto il pubblico reclama, a più voci, la necessità di un cambiamento a livello di regole, perché è evidente che le volontà e le capacità ci sono, sono tanti i professionisti del settore presenti, ma con queste regole la creatività di molti rimane imbrigliata. 

    Le ultime parole sono delle istituzioni. Il sindaco propone un tavolo di lavoro con i vari intervenuti in cui leggere il regolamento comunale e cambiarlo, ricorda però che i decibel da non superare sono stabiliti dalla Provincia e che si tratterà in ogni caso di scendere a compromessi anche con quella popolazione che la musica non la vuole e la vive come disturbo. Un’ultima riflessione viene fatta sulla percezione che hanno i fruitori e gli artisti di eventi musicali a Bolzano. Le autorizzazioni che il comune firma sono molte per una città così piccola, molto spesso sono però eventi con poco seguito, sarebbe necessario creare una rete di connessioni tra artisti ma anche tra la cittadinanza per rendere gli eventi più partecipati. 

    L’incontro si chiude con la speranza che questi tavoli ci siano e che le richieste degli artisti vengano ascoltate. La designazione UNESCO di Bolzano come Città creativa della musica potrebbe essere davvero l’opportunità per cambiare, anche se risuonano le parole dell’intervento di Tachi “come appassionato di musica soffro da 20 anni”. 

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Andrea Terrigno Do., 16.11.2023 - 17:33

Grazie a Tachi & Co. per aver riportato l'attenzione sulle criticità, altrimenti in occasioni come quella descritta si sentirebbero solo autocelebrazioni e proclami istituzionali molto pacati e per nulla autocritici.
De facto da anni tutto ciò che non è patinato, lustro e all'interno di un circuito monetarista viene sostanzialmente trattato come serie B (se va bene) , forse con qualche rara eccezione, in modo da poter affermare il contrario. In ogni caso chi organizza un Jazz festival o uno Speckfest ha a disposizione molte più leve da azionare di un comitato di solidarietà che invece di creare profitto vuole tirare su due Euro per scopi umanitari o sociali. Freunderlwirtschaft im Jet-Set?
Secondo me la gentrificazione del centro ha portato a questo effetto. Quando in centro ancora si abitava in alloggi semplici, vi era una dinamica diversa, più tolleranza nei confronti delle manifestazioni all'aperto.
Bolzano vuole essere hip come altre metropoli ben al di sopra della sua categoria, senza però essere disposta a impegnarsi a gestire certi effetti collaterali come ordine pubblico, pulizia degli spazi utilizzati etc. in modo adeguato. Quindi si sceglie la strada del puntare il dito contro i soliti "strazzoni urlatori insudiciatori", per penalizzare la scena indipendente (permettetemi di chiamarla così), cioè meno allineata con certe cerchie istituzionali, invece di puntare su mediazione, streetwork e organizzazione meno burocratica. Dura stirare delle pieghe che ormai sembrano piaghe. Spero che da parte delle istituzioni venga dato molto più ascolto a coloro che impegnano il proprio tempo per mettere in piedi occasioni di convivialità alternativa alle solite dozzinali sagre e feste musicali per turisti, che ci possono anche stare per carità, ma non devono avere la meglio sul germogliare e fermentare che invece è tipico per la fascia sociale composta dai giovani e quelli rimasti tali.

Do., 16.11.2023 - 17:33 Permalink
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Massimo Mollica Do., 16.11.2023 - 18:11

Io credo che Bolzano Bozen, la mia città, non voglia essere HIP. Anzi vi sono molte figure e categorie intere che spingono perché la mia città rimanga un paese grandicello, sostanzialmente chiuso e aperto solo a chi paga. Quindi no disperati, no giovani, no chi ha voglia di vivere e cambiare il mondo. Sì ai ricchi e a chi specula sull' edilizia.Bolzano Bozen rappresenta tutte le contraddizioni di questo mondo. Si fa la guerra al magnate austriaco, tirando in ballo qualsiasi argomento, e poi muoiono due cristi che vivono per strada a causa del freddo. Nella mia città vi erano donne costrette a prostituirsi che vivevano a forza nei boschi. Ancora oggi in mezzo ai tanti con la pancia piena vedo gente disperata che soffre di fame, molti che dormono per terra la notte. Il tutto in una delle terre più ricche del mondo! A Bolzano Bozen vivono tante culture ma c'è poca integrazione!
Perché non chiedere alla Provincia di costruire assieme un palazzetto della musica? Con annessi locali per giovani che vogliono suonare? Perché non istituire alcuni festival musicali, come per esempio uno fatto di cori internazionali che si esibiscano per tutta la città durante il periodo natalizio? (ci affidiamo al sempre e solito scontato mercatino!) Perché non istituire un giorno all'anno (magari in primavera) dove tutte le bande musicali in Südtirol vengono a esibirsi nelle varie piazze cittadine? (tutte le piazze, non solo Walther Platz). Ma anche un contest musicale di hip hop magari nel piazzale del NOI. Le idee mancano solo nelle teste di chi non sogna più, di chi ha ucciso la fantasia e non ha più fame di vivere. Molte di queste teste purtroppo vivono a Bolzano Bozen.

Do., 16.11.2023 - 18:11 Permalink
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Giancarlo Riccio Fr., 17.11.2023 - 10:24

La correttezza di Chiara Rabini è secondo me inattaccabile e poi non dimentichiamo che esiste la bella musica e quella fatta da dilettanti neanche geniali ma solo capricciosi. Il problema, uno dei problemi, è semmai chi seleziona i musicisti apprendisti. Al di là della retorica sterile di "chi siamo qui per divertirci, che male facciamo?...": la musica siamo noi, la musica è la Storia, la musica è la Bellezza: maneggiamola (suoniamola, componiomala, etc) con cura. Con attenzione. Quanto alla proposta di festival di cori in periodo natalizio, cadono le braccia. Perchè, cori in settembre no? Peccato, perchè poi Mollica aggiunge anche riflessioni interessanti, come sempre. Propongo una giornata di lunga assemblea su questi temi e intorno a questi scenari, a patto che nessuno (chi scrive per primo) accampi diritti in quanto "gggggiovane musicista". Prima studi, prima si eserciti, prima ascolti.

Fr., 17.11.2023 - 10:24 Permalink