Fratelli coltelli
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Una seduta che si preannunciava esplosiva, quella d’insediamento convocata ieri (27 novembre) a Trento dal Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige, che riunisce i Consigli provinciali di Trento e Bolzano. E così è stata. La somma tra il caos nella maggioranza trentina a sostegno della Giunta Fugatti — di fresca nomina — e lo stallo nella formazione di una maggioranza in Sudtirolo, appesa alla calcolatrice, ha fatto da detonatore soprattutto per le contraddizioni trentine: lo scontro in atto tra FdI e il governatore Maurizio Fugatti (Lega), ma anche la spaccatura all’interno di Fratelli d’Italia, provocata dall’ingombrante commissario regionale (e deputato) Alessandro Urzì. Pure il centrosinistra, però, esce diviso dalla seduta di ieri: da un lato Team K e Verdi sudtirolesi “pragmatici”, dall’altro il PD trentino pronto allo scontro — essendo già all’opposizione. Alla finestra restano la destra di lingua tedesca e la Civica di Angelo Gennaccaro.
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La cronaca della giornata
A Trento c’è già una maggioranza e una Giunta provinciale, anche se traballano, a Bolzano nessuna delle due. Perciò l’unico “vero” punto all’ordine del giorno è la nomina del Presidente e del Vicepresidente del Consiglio regionale. Con il susseguirsi di sospensioni della seduta la fumata è nera, nonostante SVP e Lega avessero trovato una convergenza sulla conferma “provvisoria” degli uscenti Roberto Paccher (Lega) e Sepp Noggler (SVP) — nel segno della continuità con la scorsa legislatura e con l’impegno a dimettersi non appena si formerà una nuova maggioranza regionale. Per tutta la mattinata non passa infatti né la linea comune di SVP-Lega (che curiosamente già si auto-definiscono “maggioranza”) né quella di una parte dell’opposizione di centrosinistra: mantenere la presidente “anziana” Lucia Coppola (Verdi) che da regolamento presiede l’aula nella prima seduta. Un’opzione sostenuta soprattutto dai colleghi Verdi sudtirolesi, per opporsi alla scelta della virtuale “maggioranza” lasciando però partire i lavori del Consiglio, come già era stato fatto a Bolzano nella seduta inaugurale del Landtag.
Centrosinistra spaccato — e senza CivicaLa “minoranza” (destra di lingua tedesca, Verdi, Team K e PD) si riunisce per buona parte del mattino a porte chiuse interrompendo la seduta. Il PD con le altre opposizioni del Trentino, per andare contro Fugatti, opta per una forma di ostruzionismo e propone d’impedire l’elezione uscendo dell’aula. Le forze politiche sudtirolesi ricordano però di aver consentito l’elezione di Noggler a Bolzano, “con che faccia noi usciamo dall’aula adesso?”, domanda una consigliera. Alla fine il Partito Democratico — compreso l’altoatesino Sandro Repetto — tira dritto, mentre Verdi e Team K restano sul fronte dell’opposizione costruttiva. Discorso a parte per Angelo Gennaccaro (Civica): “Non si sono ancora formate né una maggioranza né una minoranza, da quale parte dovrei stare?”, si domanda. Di qui la sua decisione di disertarle entrambe.
Anche la Süd-Tiroler Freiheit si sfila subito. “Non partecipiamo alla distribuzione di poltrone”, spiegano. “La situazione è cambiata poco rispetto a quand’ero consigliere cinque anni fa: qui si parla soprattutto di posti, ma lì fuori la situazione è molto cambiata. Non prenderemo parte al dibattito sui ruoli, non facciamoci condizionare dai partiti nazionali, serve un Lokalpatriotismus” dice Bernhard Zimmerhofer. Gli fa eco Sven Knoll: “Da stamane non abbiamo lavorato per nemmeno cinque minuti. Quest’organo ha dimostrato di non essere nelle condizioni di lavorare, in una Regione che è già inutile. Perciò proporremo l’abolizione della Regione”.
Quest’organo ha dimostrato di non essere in grado di lavorare, all'interno di una Regione che è già inutile. Aboliamola.
Bagarre melonianaNel pomeriggio riprendono i lavori. Qui arriva il primo colpo di scena: Fratelli d’Italia non ci sta, si sfila dalla “maggioranza” e (sulla carta) sceglie di non indicare presidente e vice, sino a quando non si saranno placate le turbolenze in Trentino per la mancata nomina dell’assessora Francesca Gerosa a vicepresidente della Provincia. È la stessa Gerosa a proporre di sospendere tutto, con il “rinvio della votazione a una seduta da riconvocare in tempi anche brevi”. La Lega però insiste: “Come gruppo non siamo d’accordo con questa proposta”, replica Mirko Bisesti, “ci siamo lasciati in mattinata con un confronto affinché nella prima giornata del Consiglio regionale, nel tempio dell’Autonomia, si potesse arrivare a un’indicazione provvisoria della guida di quest’aula. Per parte trentina proponiamo il nome del consigliere Roberto Paccher”, annuncia il leghista.
“È una proposta impropria” sottolinea invece Andrea De Bertolin (PD), “non è prevista e non è proponibile, per una questione di merito e di metodo. Non pensiamo ci si possa adeguare a questo aut aut. Il gruppo del PD uscirà dall’aula”. “Nel nostro primo giorno di lavoro in Regione, abbiamo il problema che la maggioranza riguardante Regione e Provincia di Bolzano non è ancora scritta da nessuna parte” sottolinea Brigitte Foppa (Verdi), “ci troviamo in un interstizio tra il lavoro in questa legislatura e il suo avvio. Su di noi è puntato lo sguardo di tutta la regione, mi appello a soluzioni il più possibile istituzionali, che diano garanzie in una situazione di difficoltà: c’è la proposta della continuità, coi presidenti dell’ultima legislatura, oppure la presidenza alla consigliera anziana, altra scelta istituzionale. Mi appello al nostro senso civico. Bisogna avviare i lavori, perciò confermiamo Lucia Coppola” ha concluso Foppa.
Non c'è ancora maggioranza e minoranza, abbiamo due paradigmi diversi, due tempi diversi nella formazione della Giunta. Perciò mi appello a soluzioni istituzionali, al nostro senso civico.
La proposta di Gerosa viene bocciata con 20 voti a favore, 35 contrari e 6 astenuti. Si passa al voto del presidente: ai primi due scrutini, serve la maggioranza dei due terzi, al terzo basta la maggioranza relativa. La linea di FdI è quella di astenersi, ma (altro colpo di scena) solo Gerosa rispetta l’ordine di scuderia, assieme ai due consiglieri altoatesini Marco Galateo e Anna Scarafoni. Quattro dei cinque consiglieri trentini restano in aula e votano a favore di Paccher: sono Claudio Cia, Carlo Daldoss, Christian Girardi e Daniele Biada a disobbedire alla linea espressa da Alessandro Urzì, presente in tribuna a seguire l’intera seduta. “Nella mia azione c'è senso di responsabilità” si difende Claudio Cia, che sostiene di rispondere al “bisogno dei trentini di essere governati. Il rapporto diretto coi cittadini e con l'istituzione regionale ce l'abbiamo noi, più di chi sta in un'altra sede…”.
Con 30 voti su 48 Roberto Paccher viene eletto presidente del Consiglio regionale al terzo scrutinio. Josef Noggler ottiene 44 voti con 51 consiglieri presenti e diviene vicepresidente.
“Provvedimenti disciplinari”Urzì va su tutte le furie. “L’impegno onorato di fronte ai cittadini vale più di ogni altra cosa”, ricorda ai giornalisti, “e la lealtà sta nel rispetto dei patti. Stiamo ancora valutando come comporre l'assetto di maggioranza e quindi in questo quadro rientra anche il capitolo della Presidenza del Consiglio regionale. Anticipare un assetto di maggioranza non definito è inadeguato e non corrispondente al ruolo di FdI. La questione sarà portata all’attenzione del partito, a tutti i livelli”. Nel frattempo Urzì invia agli organi di stampa il Codice etico del partito, prefigurando conseguenze disciplinari per i quattro dissidenti, come un deferimento alla Commissione disciplinare per essere entrati in conflitto pubblico con altri esponenti di FdI. In serata arriva infine anche una nota. “La posizione di Fratelli d'Italia è chiara: i consiglieri provinciali che oggi hanno votato hanno scelto di farlo a titolo personale e la loro scelta non rappresenta quella ufficiale del partito. La situazione dei quattro eletti verrà verificata e valutata nel merito".
Difficile immaginare come FdI possa vincere il braccio di ferro con il governatore leghista Maurizio Fugatti sulla vicepresidenza della Provincia di Trento, all'indomani di questo caos. Ma anche in Sudtirolo la presenza di Urzì aleggia come un fantasma sulla formazione della nuova Giunta, attualmente in stand-by in attesa del terzo parere (dell’Avvocatura di Stato) sul secondo assessore italiano. Un parere atteso con fiducia dal centrodestra, lascia trapelare Christian Bianchi. D'altro canto, nel corso della lunga giornata in Consiglio, Bianchi, Galateo e i Freiheitliche non erano certo “lontani” dalla SVP, anzi, sebbene cercassero di mantenere un basso profilo. Se sono rose, dunque, fioriranno. Ma se sono coltelli, ammonisce il caso Trento, taglieranno.
Ja, Herr Kompatscher, FDI…
Ja, Herr Kompatscher, FDI scheint wirklich der alleridealste Regierungspartner zu sein!
Siamo seri? o no? Mandate in…
Siamo seri? o no? Mandate in fumo tutto ,non vale a niente fuori i seggioloni per niente!