“Fratelli SVP” sugli asili bilingui
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Continuano le convergenze parallele di SVP e Fratelli d’Italia anche a Bolzano, dopo gli ammiccamenti per l’elezione di Stephan Konder a vicesindaco e di Christoph Buratti come presidente del Consiglio comunale — a seguito del varo della nuova Giunta provinciale SVP-FdI-Lega-Freiheitliche-Civica. È passata infatti a larga maggioranza una parte della mozione del Team K che chiedeva l’istituzione di sezioni bilingui nelle scuole dell’infanzia del capoluogo, ma senza i voti dei meloniani e della Stella Alpina cittadina: il punto uno sull’istituzione d’un gruppo di lavoro Comune-Provincia è stato approvato con 30 voti favorevoli, 9 contrari (FdI e Volkspartei) e 2 astenuti.
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Il dibattito in aula
“A Prati di Gries si tentò di introdurre un modello bilingue, istituendo un gruppo di lavoro Comune-Provincia proposto dall’ex assessora Monica Franch onde definire come comporre tale sezione” illustra il consigliere comunale del Team Matthias Cologna, “visto che non è stato ancora introdotto a Prati di Gries, per arrivare a una proposta concreta — pur non avendone diretta competenza — chiediamo di istituire una commissione tecnico-politica tra Provincia e Comune che analizzi le criticità e presenti alla Provincia una proposta per l’istituzione di tali sezioni nel Comune di Bolzano. Tutto questo nella cornice dell’articolo 19 dello Statuto: le sezioni bilingui sono aggiuntive, non tolgono niente a nessuno ma aggiungono una possibilità di apprendimento”.
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“I tempi sono cambiati” aggiunge Thomas Brancaglion (Team K), “bisogna adattare lo Statuto e la convivenza: le famiglie hanno interesse a sezioni bi- e plurilingui”. Ma l’assessora comunale alla scuola Johanna Ramoser (SVP) reagisce duramente: “A Gries, negli asili cittadini di lingua tedesca Don Bosco e a Gries, così come nelle scuole abbiamo il 30% di bambini tedeschi alle Goethe, il 30-40% a Gries, alle Pestalozzi addirittura il 0%. Abbiamo un altro problema rispetto agli asili bilingui: abbiamo scuole tedesche in cui non si parla tedesco e noi parliamo ancora di modelli bilingui? Abbiamo bisogno di classi ‘di benvenuto’ per gli alunni migranti”. Per Tritan Myftiu (Fratelli d’Italia) “non siamo competenti. Di principio siamo d’accordo al bilinguismo ma negli anni queste sperimentazioni, questo rattoppare non ha dato continuità né risultati. Non è questa la strada: ha ragione l’assessora Ramoser, se venisse rispettata l’autonomia e date le risorse alla scuola italiana per fare ciò che vuole, non ci sarebbe quest’ondata di bambini italiani e stranieri nelle scuole tedesche”. “Proprio perché negli asili e nelle scuole tedesche c’è questa pressione, serve un terzo modello per alleggerire le scuole tedesche” ha sottolineato infine Tobe Planer (Verdi).
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Galateo (FdI): "Affronteremo il tema in Provincia"
“Una cosa è volere la scuola plurilingue, e Fratelli d’Italia la vuole nel perimetro della scuola italiana, quindi provinciale, altra cosa è istituire un appesantimento politico formando un comitato tecnico-politico-paritetico-comunale-provinciale per consentire alle forze di opposizione di interferire nelle scelte politiche provinciali appena rinnovate”, commenta a SALTO l’assessore provinciale in pectore a scuola e cultura italiana Marco Galateo (Fratelli d’Italia), “ha fatto bene il gruppo Fdi a respingere questa proposta, perché affronteremo il tema in maniera strutturale nelle sedi proposte per discutere e normare l'argomento, cioè la coalizione provinciale, la giunta provinciale, l'assessorato alla scuola”.
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Il tema "scuole e sezioni…
Il tema "scuole e sezioni plurilingui" è più una questione di riserve e posti di lavoro che di apprendimento linguistico, ovviamente, a maggior ragione se si tratta di asili nei quali non abbiamo lezioni disciplinari e i piccolini imparano qualsiasi lingua in due mesi. Quindi, effettivamente, si pone il tema dove il tutto viene inserito, così come per le "sezioni internazionali" anche se ce n'è solo una di 18 studenti in provincia che andrebbe teoricamente in una scuola internazionale, né italiana né tedesca né ladina. Un comitato mi pare eccessivo, è questione sindacale e politica, non didattica.
Il terzo modello, cioè appunto una scuola internazionale, servirebbe non solo a alleggerire tutte le scuole di questa provincia - non certo solo quelle tedesche - ma soprattutto è un modello già in vigore da anni e sperimentato altrove. Basta un ok e voler andare oltre il modello bilingue, mai adottato ma ormai già "un peu plus âgé"
Credo che un modello…
Credo che un modello bilingue di scuola debba prima di tutto basarsi su una realtà locale, considerare cioè il raggiungimento di un bilinguismo che avvicinando i gruppi linguistico culturali frutti una maggior conoscenza , rispetto e comprensione dei bisogni dell'altro.
L'insegnamento dell'inglese, principale lingua straniera europea, si aggiungerebbe, come del resto già
avviene in ogni sistema scolastico attuale. Le tre importanti lingue europee: tedesco, italiano e, last but not least, inglese daranno inevitabilmente un'impronta europea. La formazione paritetica bilingue, a mio parere per niente "âgé", costituisce un passo importante che facilita ai gruppi l'acquisizione di un'ampia visione europea.