Politik | Pluralismo M5S?

Tra Bolzano e Trento 5 Stelle rovesciate

Perugini, dissidente altoatesino ‘duro e puro’ commenta l’addio della Bottamedi a M5S, accostandola polemicamente a Paul Köllensperger.

Andreas Perugini è stato a Bolzano uno degli attivisti della prima ora e così è stato fino al 9 settembre 2013 quando venne escluso dalla lista per le elezioni provinciali altoatesine, ufficialmente la maggioranza dei candidati la sua capacità di interagire con il gruppo “non adeguata agli scopi che il Movimento intende perseguire”. Dopo tre mesi ed un lungo strascico di polemiche Perugini venne definitivamente espulso dal Movimento 5 Stelle, insieme all’altro dissidente Alessandro Borzaga. 
Da allora Perugini e Borzaga hanno proseguito la loro attività politica fondando un nuovo movimento intitolato Alto Adige in Movimento, sotto lo slogan ‘Contro TUTTE le caste’, lasciando chiaramente la loro posizione radicale e raccogliendo soprattutto nei social network un notevole consenso (ad oggi 1619 ‘mi piace’ sulla pagina Facebook). 
Nell’intervista che segue ecco come Perugini ha vissuto la vicenda che ha portato, in Trentino, all’abbandono del Movimento 5 Stelle da parte della consigliere provinciale e regionale Manuela Bottamedi.

Andreas Perugini, con l'uscita della Bottamedi il M5S in consiglio regionale perde un consigliere su tre della sua forza. È senz’altro un brutto colpo, qual è il suo commento a caldo?
Andreas Perugini: - La Bottamedi afferma che il progetto grillino ha fallito. È vero, ha fallito perché si permesso ai furbacchioni di usare il M5S come un taxi. Non è stata certo l'unica tra i consiglieri regionali M5S: era ancora portavoce ma violava il codice etico. Idem a Bolzano: il codice etico è stato violato in lungo e largo e gli attivisti  hanno fatto spallucce.

Bottamedi doveva essere espulsa?
Tutti quelli che hanno violato il codice etico dovrebbero esserlo. Il primo è stato Köllensperger con il clan dei Fortini. Il problema è che a venire espulsi nel M5S sono quelli che esprimono opinioni e non quelli che violano le regole scritte e sottoscritte.

A quanto lei dice, quindi in Alto Adige c'è invece una situazione rovesciata. In sostanza il movimento sarebbe nella mani di quelli che violano il codice etico. Lei intravvede anche in Köllesperger il pericolo che prima o poi utilizzi il suo seggio come un taxi?
L'ho detto e scritto fin dall'inizio. Chi comanda oggi non sono i grillini puri. Sono i più furbi. Köllensperger ad esempio non ha mai fatto un solo giorno di attivismo. Non voleva neppure partecipare alle 'provincialie' (le primarie per le Provinciali). È rientrato due giorni prima dalle vacanze raggiunto in spiaggia da una telefonata dei Fortini. È stata tutta un'operazione a tavolino finalizzata alle poltrone.

Qual è il suo giudizio sulla politica di Köllensperger in provincia?
Sta tedeschizzando forzatamente il M5S. Ha appoggiato il disegno Durnwalder per la cancellazione della toponomastica italiana. Ha votato per lo smantellamento del commissariato del governo. Ha votato per mandare una delegazione del consiglio provinciale a studiare il referendum per la secessione della Scozia ed ha idee veramente particolari sul significato stesso del termine 'autodeterminazione'. Gli attivisti non si accorgono di nulla. O fanno finta.

La Bottamedi avrebbe dovuto anche dimettersi dal consiglio provinciale di Trento, dando spazio al primo dei non eletti?
Una persona corretta così avrebbe fatto, ma ripeto, fin dall'inizio si sapeva che era alla ricerca di un nuovo accasamento. Non è stata espulsa. Se ne è andata perché non le andava di rispettare le regole che ha sottoscritto.

Lei era stato candidato in Valsugana per le elezioni nazionali. Come aveva vissuto il movimento in Trentino? C’erano già spaccature nel modo di intendere la politica dei ‘cittadini’?
In Valsugana eravamo in un gruppo di 3-6 persone. Mi stupii di questo. Fui costretto a chiedere l'aiuto di attivisti bolzanini e della mia ragazza. Fui costretto a fare attacchinaggio sotto la neve e con la febbre. Quando chiesi se non ci fossero altri attivisti trentini che potessero darci una mano mi fu risposto che ai più le elezioni nazionali non interessavano perché non avevano possibilità di sedersi sulla poltrona. Erano già proiettati alle provinciali come lo erano a Bolzano, d'altra parte.