Politik | Referendum autonomia

I dubbi sull'ammissibilità del quesito

Dopo il successo della raccolta firme non sono pochi quelli che hanno delle perplessità sull'ammissibilità del referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata.
Karl Zeller e Francesco Palermo
Foto: SALTO
  • Oltre 500 mila firme in 10 giorni. Più di 2 mila in Provincia di Bolzano. Il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata – promossa dal Governo di Giorgia Meloni, in particolare dal Ministro Roberto Calderoli – ha riscosso un grande successo, e non solo tra i militanti del centrosinistra. Ma l’iniziativa, che sembra unire in modo compatto tutta l’opposizione, rischia concretamente di trasformarsi in un nulla di fatto, diventando per l’opposizione un vero e proprio boomerang. Il grande punto interrogativo, infatti, è posto sull’ammissibilità del quesito referendario da parte della Corte Costituzionale.

    Dopo l’intervento su “il Foglio” da parte del costituzionalista Giovanni Guzzetta, che ritiene concreta la possibilità che il quesito venga considerato inammissibile dalla Corte, ora si esprimono per SALTO anche l’avvocato ed ex Parlamentare Svp, Karl Zeller, e l’ex Senatore, nonché docente universitario, Francesco Palermo.

    Secondo Guzzetta “un principio cardine per l’ammissione del referendum è che il quesito sia omogeneo, cioè che il lettore non sia chiamato ad approvare una pluralità eterogenea di misure ma possa pronunciarsi su ciascun aspetto di esse”. Questo garantirebbe la possibilità di votare sì per un certo oggetto e no per un altro. Per com’è scritto il quesito, secondo Guzzetta, “il lettore è costretto a dire sì o no all’intera disciplina”.

    Più che sull’ammissibilità del quesito i promotori del referendum dovrebbero preoccuparsi del quorum (Zeller)

    Non è convinto Zeller: : “Questa è una cosa che rende più trasparente il motivo per cui si vorrebbe andare a votare. Si abroga una legge e lo si fa totalmente, senza lasciarne alcune parti”. Zeller quindi ne è abbastanza convito: il referendum passerà. Infatti, dice l’ex parlamentare, “il quesito non riguarda direttamente leggi tributarie e di bilancio o accordi internazionali. Dunque rispetta il requisito per essere ammesso”.

    “Più che sull’ammissibilità o meno del quesito – conclude il politico Svp – i promotori del referendum dovrebbero preoccuparsi di invogliare la gente ad andare a votare, altrimenti non si raggiungerà mai il quorum”.

  • La raccolta firme: oltre 500 mila firme in 10 giorni. Più di 2 mila in Provincia di Bolzano. Foto: Ansa
  • Più cauto è Francesco Palermo: “Condivido i dubbi posti da Guzzetta, ovvero il fatto che l’ammissibilità non sia scontata e, da parte dei promotori, credo sia stato sciocco puntare tutto sull’abrogazione totale della legge”.

    Secondo Palermo l’attuale strategia messa in atto per bloccare la legge è decisamente rischiosa e sembra avere come scopo più quello di mandare un messaggio politico che quello di rendere concreti gli effetti dell’iniziativa.

    Si tratta di una legge costituzionalmente necessaria. Dunque non si può abrogarla integralmente (Palermo)

    “Personalmente vedo quattro grandi problemi”, inizia a spiegare l’ex senatore bolzanino. “Punto primo, bisogna tenere in considerazione che la Corte Costituzionale sarà diversa dall’attuale. Infatti già ora mancano 2 membri e a dicembre ne mancheranno altri 2. Tutti e 4 sono di nomina parlamentare, e dunque saranno tendenzialmente più vicini alla maggioranza di Governo. Non è sicuro, ovviamente, ma è da tenere in considerazione”.

    Entrando nel merito dell’ammissibilità, Palermo spiega: “Il quesito, come detto da Guzzetta, non è omogeneo. Inoltre, si sta trattando di una legge costituzionalmente necessaria. Dunque abrogarla integralmente non si può. E questo la Corte Costituzionale lo ha già chiarito in passato, ad esempio il 13 gennaio del 2005 quando dichiarò inammissibile il quesito referendario di abrogazione totale delle norme in materia di procreazione medicalmente assistita". In quel caso, infatti, vennero dichiarati ammissibili i quattro quesiti di abrogazione parziale della legge, ma non quello per l'abrogazione totale.

    “Quest’ultimo punto lo vedo come il più problematico di tutti”, sottolinea ancora Palermo, che conclude: “Ultima questione riguarda il limite costituzionale di abrogazione di leggi tributarie e di bilancio. Se è vero che l’autonomia differenziata non ha a che fare direttamente con questi temi è anche vero che li tocca marginalmente. Non credo, però anche questo potrebbe essere un motivo per rendere inammissibile il quesito”.