Politik | Caso Hager/Benko

Niente cene, ma opere di bene

Maxi-inchiesta, Kompatscher: "Si pubblichino le chat, nulla di criticabile". Caramaschi: "Sono una persona onesta". I Verdi: "Hager-Benko hanno messo le mani sulla città".
Kompatscher, Caramaschi
Foto: USP/Verant
  • Il presidente altoatesino Arno Kompatscher chiede agli inquirenti di pubblicare tutta la chat che appare nelle carte degli inquirenti della Procura di Trento, per fare così piena luce sulla sua posizione. Il Landeshauptmann sarebbe stato membro di una chat denominata “cena di Natale” assieme a una serie di politici ed imprenditori, tra loro il commercialista bolzanino Heinz Peter Hager che attualmente si trova agli arresti domiciliari. Hager – secondo gli inquirenti – in più occasioni si sarebbe vantato di una certa vicinanza al governatore. Pubblicando l'intera chat – afferma Kompatscher ai microfoni della Rai – si vedrebbe "che non c'è nulla di criticabile nel mio comportamento”. “Non ho mai ricevuto un finanziamento da Hager perché tutti i finanziamenti da imprenditori e non imprenditori, visto che anche semplici cittadini hanno dato il loro contributo, sono andati al partito, come lo prevede la legge". “I partiti per legge – ha proseguito – devono finanziarsi tramite donazioni. E' stata una buona scelta abolire il finanziamento pubblico dei partiti? La legge dice che devono essere i cittadini a finanziarli. Posso io dire: tu sì tu no? Non credo che questa sia la soluzione”, conclude Kompatscher.

    Anche il sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi, prende parola riguardo alle cene “riservate” con Heinz Peter Hager – per tramite di Lorenzo Barzon –  citate nelle carte dell’inchiesta: “In riferimento ai recenti fatti di cronaca e alla narrazione seguita sulla stampa locale, ricorrendo spesso in articoli e servizi radio-televisivi anche il nome del sindaco di Bolzano, al fine di ristabilire l’oggettiva realtà dei fatti, evidenzio come non risulti indagato nella vicenda. Leggo invece pure illazioni e speculazioni giornalistiche: notizie spesso destituite di ogni fondamento di cui per altro non conosco né la fonte, né la provenienza. Sono una persona onesta e perbene che ha sempre agito nel solo interesse della collettività e così sarà fino alla conclusione del mio mandato amministrativo. Confido in ogni modo nella Magistratura e nel suo operato con la speranza che si arrivi il prima possibile ad una chiara definizione dei fatti”, conclude il primo cittadino.

  • I Verdi: "Siamo stati cassandre".

    Anche il coordinamento dei Verdi di Bolzano si è riunito per commentare l’indagine della Procura di Trento “ed esprime preoccupazione per le gravi interferenze tra economia, politica, media e amministrazione comunale”, pur partendo dal principio di non colpevolezza ed esprimendo vicinanza al personale del Comune: “Solo il lavoro della magistratura porterà chiarezza”.

    “Rimane tuttavia il fondato sospetto che un gruppo di imprenditori senza scrupoli possa essersi impossessato dello sviluppo urbanistico di Bolzano con metodi sleali, anzi, illegali – affermano i Verdi – metodi che la Procura e il Giudice per le indagini preliminari descrivono come: associazione a delinquere, corruzione, estorsione, truffa, abuso d’ufficio”. Se nell’indagine si parla di  Waltherpark, Ötzi sul Virgolo, Gries Village e ampliamento dell’aeroporto, “Benko, Hager e soci hanno inoltre già messo le mani su molte altre porzioni pregiate del territorio cittadino” proseguono ancora i Verdi: il cosiddetto “Quartiere Roma”, l’edificio che ospita l’attuale Museo di Ötzi, terreni edificabili a Prati di Gries e il “Lagedergrund” in via Guncina.

  • I Verdi di Bolzano durante la campagna elettorale del 2020: "Avvertimmo del pericolo di affidare la pianificazione urbanistica nelle mani dell’oligarca Benko e del suo rappresentante Hager". Foto: Verdi Bolzano
  • Ma, inevitabilmente, c’è anche un flashback storico. Nel loro comunicato, i Verdi ricordano come “nonostante il parere contrario della maggioranza del Consiglio comunale, il progetto del Waltherpark è stato portato avanti aprendo le porte della città a Benko”. Anche come membri della maggioranza di governo nel capoluogo, i Verdi bolzanini “avvertirono del pericolo di affidare la pianificazione urbanistica nelle mani dell’oligarca Benko e del suo rappresentante Hager, invece di adottare finalmente un piano urbanistico sostenibile ed orientato al futuro”. “Ora tutto torna – affermano gli ecologisti – e ci ritroviamo nell’atmosfera di quei giorni, quando, come novelle Cassandre e in forte minoranza, indicavamo il pericolo aperto dalla cosiddetta Lex Benko (dall’articolo 55-quinquies della vecchia legge urbanistica) e ci battevamo nelle sedi istituzionali e nelle assemblee pubbliche affinché il progetto non fosse realizzato. Abbiamo perso 185 alberi, un parco storico, e guadagnato ottocento (800!) Posti auto”. Da ultimo, sottolineano i Verdi, “ci siamo opposti al consumo di suolo per la costruzione di una bike station non prevista”, hanno “seguito con preoccupazione il problema della falda acquifera e l’impatto a Ponte Loreto dovuto all’impianto di raffreddamento”.