Gesellschaft | Bolzano

Una prospettiva oltre le sbarre

Dal diploma di terza media al teatro con Baricco: il carcere di Bolzano punta sulle attività per le persone detenute, seguite dal 65% dei reclusi. Oggi la consegna degli attestati.
carcere bolzano foto rete
Foto: Seehauserfoto
  • “Adesso sono un tipo di persona diversa rispetto a quando sono entrato”, racconta Manuel (nome di fantasia), che sta utilizzando il suo tempo rinchiuso nel carcere di Bolzano per “diventare un uomo migliore”. Parla ai microfoni della stampa tenendo in mano i tanti attestati che oggi gli sono stati consegnati per la partecipazione alle attività rieducative, durante una piccola cerimonia avvenuta oggi (20 giugno) nel carcere di Bolzano. Manuel ha 27 anni, è dentro dal 2023, ha due figli e per imparare a sfruttare al meglio il tempo con loro quando tornerà in libertà ha seguito, tra gli altri, un corso sulla genitorialità. “Questi corsi che facciamo ci danno una prospettiva, un obiettivo fuori, il mio sono i miei figli. Tra qualche settimana ho l’incontro con il giudice per la semilibertà, spero che tutto vada bene”, racconta. 

  • La cerimonia di premiazione: si è svolta nel cortile del carcere ed ha visto la partecipazione di circa settanta detenuti e diverse autorità. In piedi vicino al palco il direttore del carcere Giangiuseppe Monti e l'educatore Erjon Zeqo. Foto: Seehauserfoto
  • Nella casa circondariale di Bolzano circa il 65% dei detenuti partecipa ad una delle tantissime le attività trattamentali offerte: corsi di alfabetizzazione in lingua, cucina, attività formative cofinanziate dal Fondo Sociale Europeo, laboratori artistici di musica e di teatro, corsi per lavori socialmente utili nella giardineria comunale. “Una delle soddisfazioni più grandi è sapere che quest’anno in cinque hanno concluso il percorso per prendere la licenza media ed ora stanno facendo gli esami”, racconta il responsabile educativo della struttura Nicola Gaetani. La scuola Leonardo da Vinci di Bolzano ha una sezione in cui si insegnano italiano, tedesco, matematica ed inglese. Le lezioni si svolgono dentro il carcere e, pur essendo poco frequentata, quest'anno ha visto un importante incremento degli studenti, che gli scorsi anni erano solo due o tre. 

  • Nicola Gaetani: è il responsabile dell'area trattamentale del carcere di Bolzano. Foto: Seehauserfoto
  • “Si tratta di percorsi che, oltre a motivarli e ad impegnarli dentro, sono molto utili fuori. La licenza media, ad esempio, facilita molti per l’ottenimento del permesso di soggiorno, senza il quale rischiano di tornare nella precarietà”, racconta Gaetani. “Quest'anno abbiamo realizzato un corso in ciclofficina e meccanica, dandogli una preparazione nell'ambito della mecatronica con la possibilità anche poi dopo di fare degli inserimenti lavorativi mirati di in questo ambito”, spiega Erjon Zeqo, che coordina le attività formative all'interno della casa circondariale di Bolzano. Sulla difficoltà per gli ex detenuti di trovare un lavoro una volta uscita, aggiunge: “È sempre difficile superare la diffidenza nei confronti dei detenuti, però le persone con delle competenze abbastanza solide e con la volontà si riescono anche ad inserirsi lavorativamente”. Oltre al problema del reinserimento lavorativo c’è anche la questione abitativa. “Trovare casa a Bolzano è difficile per chi ha un lavoro stabile, figuriamoci per chi è uscito dal carcere”, aggiunge Gaetani. 

  • Alcuni detenuti si esibiscono mettendo in scena 'Novecento' di Alessandro Baricco. Foto: Seehauserfoto
  • Al momento nel carcere di Bolzano sono detenute circa 108 persone sulle 88 previste. Manuel, ad esempio, è in una cella con altre sei persone e spiega che le attività sono anche uno sfogo per molti. “La convivenza in una struttura come questa è difficile – racconta Gaetani – la varietà di attività offerte mitiga gli enormi limiti di questo edificio”. Ma i benefici dei corsi non sono finiti qui: “Il tasso di recidiva di chi partecipa alle attività è tendenzialmente più basso – spiega il direttore della Casa Circondariale Giangiuseppe Monti –. Attraverso questa ‘doppia leva trattamentale’ cerchiamo di lasciare anche messaggi educativi ed un percorso di responsabilizzazione che si spera poi possa coronarsi all'esterno una volta reinseriti nel tessuto sociale”. 

    Alla cerimonia di premiazione, che si è tenuta nel cortile del carcere, hanno partecipato circa settanta detenuti. Alcuni di loro hanno portato in scena Novecento di Alessandro Baricco, come restituzione del laboratorio teatrale condotto dal Teatro Stabile in collaborazione con l’educatrice Chiara Visca. “Non sei mai fregato veramente finché hai una buona storia da raccontare e qualcuno a cui raccontarla”, recita un passaggio del libro: una frase che riassume perfettamente lo spirito della giornata vissuta all’interno del carcere di Bolzano.

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Josef Fulterer Sa., 21.06.2025 - 06:54

Wer hat die Verantwortung, dass von der ... Landes-Regierung weder die angemessene Instand-Haltung + "erst recht -n i c h t- der überfällige NEUBAU ausgeführt wird," da -m a n- andererseits zu gerne "mit viel BETON die Landschaft verschandelt + mit Neubauten in übertrieben verglasten Schwitz-Kisten die Mitarbeiter plagt!"
Die Initiave trotz Raumnot + Überbelegung, die Zeit im Gefängnis "zu einem geordnetem Leben danach" ein zu setzen, ist sehr Begrüßens-wert!

Sa., 21.06.2025 - 06:54 Permalink