Gesellschaft | Detenzione

“Carcere, servono condizioni dignitose”

Il vescovo Muser celebra la messa di Pasqua, presenti molti giovani di fedi diverse. Sovraffollamento (Muser): “La costruzione del nuovo istituto sia priorità politica”.
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Foto: Seehauserfoto
  • Se non ci fossero le sbarre alle finestre della cappella, sembrerebbe una messa come tante quella che si è tenuta all’interno della Casa Circondariale di Bolzano. Durante la tradizionale visita prepasquale di oggi (10 aprile), il vescovo Ivo Muser ha incontrato detenuti, personale e volontari per uno scambio di auguri e un messaggio di speranza. Durante la funzione erano presenti circa cinquanta detenuti. La maggior parte di loro è di origine straniera e non professa la fede cristiana. Alla domanda rivolta a un ragazzo sul motivo della sua presenza alla messa, nonostante la religione musulmana, la risposta è stata semplice: “Noi abbiamo rispetto per tutte le religioni”.

  • Un momento di preghiera durante la funzione. Foto: Seehauserfoto
  • L’età media dei detenuti si aggira attorno ai 35 anni, molti hanno poco più di vent’anni. Come spiega il direttore, numerosi tra loro convivono con gravi problemi di tossicodipendenza. Tra coloro che siedono sui banchi di legno della cappella ci sono anche i detenuti che hanno lavorato alla Ciclofficina in piazza Tribunale, il progetto che mira al reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, che, proprio domenica scorsa (6 aprile), grazie a permessi premio o in regime di semi-libertà, hanno riparato gratuitamente le biciclette in Piazza Tribunale. 

    Le parole del vescovo si sono concentrate sulle condizioni di vita all’interno del carcere e sull’urgenza di migliorarle, affrontando il sovraffollamento e investendo nella rieducazione. A Bolzano, infatti, il sovraffollamento non è più un’emergenza, ma la quotidianità: nella giornata di oggi, i detenuti erano 119 su 88 posti regolamentari. Un dato in lieve calo, dopo settimane in cui si contavano tra le 120 e le 125 presenze. “Qualche anno fa abbiamo raggiunto picchi di 200 persone”, racconta un agente. “La costruzione del nuovo carcere, di cui si parla da decenni, deve essere una priorità politica e morale. Anche chi ha sbagliato ha il diritto di espiare la sua pena in condizioni dignitose”, ha dichiarato il vescovo Muser durante l’omelia, ma, come è noto, sembra che il nuovo istituto non sia una priorità. 

  • Il vescovo Ivo Muser che parla con il direttore Giangiuseppe Monti. Foto: Seehauserfoto
  • Nel frattempo, proseguono i lavori promossi dal direttore della Casa Circondariale Giangiuseppe Monti: “In attesa della nuova struttura vogliamo dare un miglioramento all’attuale edificio. Per questo abbiamo deciso di non perdere ulteriore tempo prezioso ed abbiamo avviato i lavori di rifacimento di tetto e facciata della struttura”. I lavori, finanziati dal Ministero della Giustizia per un costo di circa un milione e mezzo di euro, procedono a ritmo molto spedito e dovrebbero concludersi entro l’estate. In parallelo, è stato completato l’intervento sulle docce detentive (dal costo di 150 mila euro), mentre sono iniziati i lavori sul sistema anti-intrusioneanti-scavalcamento e sul teleriscaldamento, tutti finanziati dal Ministero. Recentemente è stato rifatto il portale d’ingresso e si sta procedendo a sistemare il cortile interno, un lungo corridoio di cemento a cielo aperto dove i detenuti trascorrono l’ora d’aria. Anche questi ultimi interventi sono costati 150 mila euro. Attualmente, il cortile è per metà chiuso a causa dei lavori; ai lati si vedono alcuni palloni utilizzati dai detenuti.

    La visita del vescovo è proseguita in diversi ambienti del carcere, tra cui anche le celle di isolamento al piano terra. Queste stanze sono grandi due metri per tre circa, si utilizzano per motivi disciplinari o, più spesso, per isolamento sanitario. Sulla parete di una cella c’è scritto “Gazza” in rosso. I corridoi di molte zone del penitenziario sono colorati nell’evidente tentativo di ravvivare un ambiente triste e difficile. “Il rapporto tra detenuti ed agenti è molto buono qui – racconta una delle volontarie – c’è stato tanto turnover ed il personale di polizia penitenziaria giovane ha una sensibilità davvero notevole che aiuta la vita all’interno”.

  • La cella di isolamento: il vescovo visita la stanza assieme al comandante Alfonso Pilato. Foto: Seehauserfoto
  • La popolazione detenuta

    I dati della popolazione detenuta cambiano di giorno in giorno. Basandoci su quelli del 10 aprile, la nazionalità più rappresentata è quella italiana, con 37 detenuti. Subito dopo troviamo i cittadini marocchini, con 22 presenze, seguiti da albanesi (10), tunisini (7) e rumeni (6). Un altro gruppo numeroso, anch’esso formato da 37 persone, è indicato come “altri stati”, includendo detenuti provenienti da una varietà di paesi non specificati. 

     

     

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    L’obiettivo di fondo rimane quello di rendere più vivibile l’attuale struttura, pur nella consapevolezza che Bolzano ha bisogno urgente di un nuovo carcere. L’edificio presenta infatti limiti strutturali enormi. Basta leggere la descrizione riportata sul sito del Ministero della Giustizia per rendersene conto: “Edificio austro-ungarico risalente alla fine dell’Ottocento, situato nel centro storico, privo di sale per la socialità e di ambienti per lavorazioni, in fase di dismissione.” Eppure, proprio in questi spazi, lavorano ogni giorno moltissime persone per garantire quella rieducazione che, secondo l’articolo 27 della nostra Costituzione, dovrebbe essere il fine ultimo della pena.

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    Profil für Benutzer Josef Fulterer
    Josef Fulterer Fr., 11.04.2025 - 06:24

    Die Inhaftierten "haben ein RECHT auf die Wieder-Eingliederung in die Gesellschaft," das nicht nur aus der Sicht des vernünftigen zusammen-Lebens -a l l e r- Bürger begründet ist!!!

    Fr., 11.04.2025 - 06:24 Permalink
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    Salto User
    nobody Fr., 11.04.2025 - 21:30

    Find ich immer wieder toll, wenn der Bischof die Verantwortlichen an ihre Verantwortung erinnert. Aber lieber gibt man mindestens 120 Mio. für eine bestehende Langlaufloipe aus (weil gerade aktuell).

    Fr., 11.04.2025 - 21:30 Permalink