L’emendamento Griessmair

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“A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente articolo e fino alla data della nomina del nuovo Governo all'inizio della XX legislatura, il numero totale massimo dei componenti del Governo a qualsiasi titolo, in deroga all'articolo 2, comma 4-bis, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, è incrementato di una unità, per lo svolgimento delle funzioni di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri relative agli affari regionali e le autonomie”. Recita così il testo dell’emendamento che ieri (26 giugno) doveva arrivare sul tavolo della Commissione Affari costituzionali del Senato. Ma alla fine il testo formulato dal Governo Meloni (e pronto già da un paio di settimane) non ha varcato la soglia di Palazzo Madama. “In Commissione non è stato presentato alcun emendamento in tal senso e non c’era neanche una discussione in merito” taglia corto il senatore della SVP Meinhard Durnwalder al termine della seduta.
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Si tratta della norma che avrebbe consentito l'ingresso nel governo dell'ex sindaco di Brunico ed esponente della Stella alpina Roland Griessmair con l’istituzione di un apposito Sottosegretario “alle minoranze linguistiche” che affianchi il Ministro per gli affari regionali Roberto Calderoli (Lega). Un fatto storico, o meglio, la rottura di un tabù, perché sarebbe la prima partecipazione della Volkspartei a un governo italiano, per giunta di centrodestra. Nonostante la tentazione di un incarico “meramente tecnico” per portare a casa la riforma dell’Autonomia sudtirolese, l’ipotesi è stata stoppata con veemenza dal partito di Via Brennero, che non ha gradito la corsia preferenziale per l’ex sindaco di Brunico – nata, si dice, dall’amicizia con il ministro all'agricoltura Francesco Lollobrigida (Fratelli d'Italia).
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La battuta d'arresto
“Esiste un decreto che fissa a 65 il numero massimo di membri del Governo”, confermava lunedì il deputato e Obmann della Stella alpina Dieter Steger, “e per allargare l’esecutivo anche solo di un’unità serve un’apposita norma”. Solo che, secondo Steger, non sarebbe facile mettere d’accordo tutti i partiti di maggioranza su chi nominare (“dopo tutta la fatica – e l’equilibrio trovato – a inizio legislatura”) e perciò l’argomento utilizzato dal Governo è quello del “tecnico che porti a buon fine 2-3 progetti di legge”: di qui l’idea che il 66esimo sottosegretario sia espressione “della minoranza linguistica”. Un’idea poi stoppata dall’Obmann: “Se Griessmair entrerà nel governo, dovrà restituire la tessera”.
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L’altolà della Stella alpina è arrivato sino a Roma e si è aggiunto ai conflitti all’interno della maggioranza sul terzo mandato per i Presidenti di Regione che hanno portato alla bocciatura al Senato – sempre nella seduta di ieri della Commissione Affari costituzionali – della norma che avrebbe consentito la ricandidatura del governatore veneto Luca Zaia (Lega). E così è saltata (almeno per ora) l’ipotesi di aggiungere una poltrona al Governo, attraverso un emendamento proprio al ddl sui Consigli regionali.
Resta però una domanda: attualmente il Governo conta 64 componenti, perché non sfruttare la casella mancante? Secondo un retroscena del giornalista del Post Valerio Valentini, la premier Giorgia Meloni aveva accolto anche la richiesta del Ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti d’avere un sottosegretario in più per seguire i lavori nelle Commissioni. Il Governo, insomma, cerca sottosegretari. Anche nelle remote valli del Sudtirolo.
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Die Verrenkungen, die sich…
Die Verrenkungen, die sich eine SVP gegen den Griessmair an-tut (... fehlende Vernetzung - keine Parlaments-Erfahrung + überhaupt ...?), sind schon recht lustig, "wenn bei den Wahlen immer stolz darauf verwiesen wird, dass man im Verhältnis zur Bevölkerung mehr Armleuchter nach Rom entsenden kann."