Male la qualità di vita delle donne
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La provincia di Bolzano è 86esima in Italia per qualità della vita delle donne, la peggiore in tutto il Nord Italia. Il dato fornito dall’indagine del Sole 24 Ore, che ogni anno fotografa il benessere dei territori italiani, è in netto contrasto con il secondo posto per la qualità della vita generale. Gli indicatori scelti per stilare la classifica sono 15, quelli in cui l’Alto Adige ottiene il risultato peggiore riguardano le posizioni apicali per le donne. La provincia di Bolzano è al 101esimo posto per il numero di amministratirci di impresa sul totale degli amministratori e al 99esimo posto per le imprese femminili. “Fare impresa per una donna non è facile – commenta con sconforto Nadia Mazzardis, vicepresidente della Commissione provinciale per le pari opportunità – perché richiede tempo che le donne, a causa del lavoro di cura, non hanno. Anch’io ho un'impresa e quando vent'anni fa sono dovuta andare a firmare per il fido in banca è dovuto venire mio marito, perché di una donna non si fidavano”.
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Anche il dato sulle amministratrici comunali donne non è confortante, Bolzano è infatti al 68esimo posto in Italia. L’Alto Adige si classifica al 94esimo posto per il gender pay gap, ovvero la differenza percentuale di retribuzione media annua rispetto agli uomini dipendenti nel settore privato. Risultati analoghi per le giornate retribuite all’anno, ovvero quelle per le quali una donna riceve una retribuzione dal proprio datore di lavoro, includendo quindi le giornate lavorate, i giorni di ferie, i permessi retribuiti e le festività, in cui la provincia si classifica al 53esimo posto. Per Mazzardis, la mancanza di donne ai ruoli apicali della società sudtirolese parte dalla redistribuzione del lavoro di cura: “Serve sottrarre alle donne l’esclusiva della cura familiare, altrimenti continueranno a sentirsi socialmente le uniche responsabili, anche quando esistono strumenti e misure pensate per favorire una maggiore condivisione. E se continui a sentirti l’unica a dover gestire la famiglia, è evidente che il tempo per tutto il resto semplicemente non c’è: non hai modo di candidarti, di partecipare alle assemblee di partito o di fare rete nell’ambiente lavorativo per costruirti una carriera”.
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105esimo posto per il numero di laureate
I risultati sono deludenti anche per quanto riguarda la formazione. L’Alto Adige è al 105esimo posto per il numero di laureate, al terzultimo in Italia. Male anche i risultati sulla competenza numerica (55esimo posto) e competenza alfabetica non adeguata (79esimo posto). Negativi anche i dati sulla violenza sessuale, che portano l’Alto Adige al 68esimo posto della classifica. “La vita delle donne è scandita dalla mancanza di tempo. Servono più servizi e una reale condivisione familiare: non la solita ‘conciliazione lavoro - famiglia’, che ricade quasi sempre sulle donne, ma una corresponsabilità”, commenta Mazzardis.
Il problema, secondo la vicepresidente delle Pari opportunità, è diffuso e non riguarda solo i ruoli dati alle donne, ma anche i settori: “Una ricerca della CNA dell’anno scorso mostra che la maggior parte delle imprese femminili opera nei servizi — parrucchiere, estetiste — settori dove si guadagna meno, mentre la manifattura, più redditizia, è quasi esclusivamente in mano agli uomini. Quindi non è solo una questione di “impresa femminile”, ma della qualità e delle opportunità dei settori in cui le donne possono entrare”. Le note positive che alzano il punteggio dell’Alto Adige in classifica sono riconducili al primo posto per tasso di occupazione femminile, al quarto per speranza di vita alla nascita delle femmine e all’11esimo posto per l’occupazione di genere, ovvero la differenza percentuale tra il tasso di occupazione maschile e quello femminile e al 12esimo per tasso di occupazione femminile.
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Rappresentazione, rappresentanza e lavori di cura
Per Mazzardis i temi centrali su cui lavorare restano sempre gli stessi: rappresentazione, rappresentanza e lavori di cura. “Non bisogna dimenticare il ruolo della questione culturale: esiste una radicata rappresentazione delle donne come inadatte a certi ruoli. Per cambiare le cose servono leggi, ma anche un’educazione scolastica che aiuti i bambini a capire questi meccanismi, invece di proporre ancora libri in cui la mamma è perfettamente in cucina e il papà è rappresentato come goffo e fuori posto. Senza questo, non ne usciamo. Viviamo ancora in una società dove se va bene per gli uomini va bene per tutti”, conclude Mazzardis.
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Se le donne vogliono…
Se le donne vogliono cambiare questa situazione, c'è una soluzione semplice: possono recarsi alla Camera di Commercio e fondare più aziende. Niente le ferma, anzi.
Però ci vuole coraggio, lavoro sodo, tolleranza del rischio e altro. La soluzione di Mazzardis è naturalmente più comoda, perché metterebbe le donne in queste posizioni senza dover meritarselo.
Antwort auf Se le donne vogliono… von Missian
Wem dient diese…
Wem dient diese MissianÜberzeugung?
Müssen Sie mit diesem Kommentar, sich selbst bzw. Männer aufwerten und so das Patriarchat aufrechterhalten? - Also, ein festhalten wollen an der "patriarchen Dividende"?
--Der Begriff der „patriarchalen Dividende“ beschreibt den grundlegenden Vorteil, den Männer als Gruppe durch die Aufrechterhaltung einer geschlechterhierarchischen Gesellschaft haben, nicht durch individuelle Taten, sondern als systemische Folge."
Das aufbrechen patriarchaler Denkweisen und patriarchaler Strukturen liegt in gesamtgesellschaftlicher Verantwortung und käme vielen Männern und Frauen zugute.
Antwort auf Wem dient diese… von Herta Abram
Wie patriarchal kann eine…
Wie patriarchal kann eine Welt sein, in der Männer folgende "Nachteile" haben?
- deutlich kürzere Lebenserwartung
- Höhere Suizidraten
- Mehr tödliche Arbeitsunfälle
- Höherer Alkohol- und Drogenmissbrauch
- Mehr Risikoarbeitsplätze
- Höhere Obdachlosigkeit
- Schlechtere Schulnoten
- weniger Schulabschlüsse
- Höhere Schulabbruchquoten
- Geringerer Hochschulabschlussanteil
- Geringere Chancen auf alleiniges Sorgerecht
- Höhere Opferquote bei Gewalt (v. a. öffentlich)
- Höhere Inhaftierungsraten
-Tendenziell härtere Strafen bei gleichen Delikten
Was ich damit sagen will: es bringt nichts, gesellschaftliches "Opferlimbo" zu spielen, indem sich jede Subgruppe darüber lamentiert, wie arm und benachteiligt sie doch sei.
Besser wäre es, sich zu fragen was man selbst im konkreten Leben ändern könnte, um die Situation zu verbessern.
Bei Frauen würde das z.B. heißen, öfter nein zu sagen und sich nicht mehr so leicht ausbeuten zu lassen.
Antwort auf Wie patriarchal kann eine… von Oliver Hopfgartner
Genau, patriarchales Denken…
Genau, patriarchales Denken muss dringend durchbrochen werden....
Antwort auf Genau, patriarchales Denken… von Herta Abram
Mit Verlaub, das ist Unsinn…
Mit Verlaub, das ist Unsinn. Wenn sowohl Männer als auch Frauen unter gewissen Zuständen/Mechanismen leiden, ist es völlig unsinnig, diesen Zustand als "männlich" zu labeln, indem man ihn "Patriarchat" nennt. Damit schafft man einen Sündenbock, der von den eigentlichen Problemen ablenkt.
Außerdem spaltet man so, anstatt Synergien zu suchen.
Antwort auf Mit Verlaub, das ist Unsinn… von Oliver Hopfgartner
Männlichkeitskonstruktion…
Männlichkeitskonstruktion bezieht sich auf die sozial und kulturell geformten Vorstellungen und Rollenbilder von Männlichkeit. Männlichkeitskonstruktion und Patriarchat sind eng verbunden, - ob Sies OH, nun verstehen oder nicht, oder als Unsinn abtun wollen, spielt keine Rolle....
Antwort auf Männlichkeitskonstruktion… von Herta Abram
Das Patriarchat ist wirklich…
Das Patriarchat ist wirklich ein Konstrukt - ein Konstrukt das hauptsächlich in den Köpfen von "leidenden" Frauen konstruiert wird und dort seine Wirkung entfaltet. Dieses Konstrukt ist der perfekte Strohmann, der Ausreden für fast alle Probleme im eigenen Leben liefert, sodass man nicht an sich selbst arbeiten braucht, sondern die "Schuld" woanders suchen kann.
Antwort auf Das Patriarchat ist wirklich… von Oliver Hopfgartner
Bravo, - die Einfalt !
Bravo, - die Einfalt !
Antwort auf Wie patriarchal kann eine… von Oliver Hopfgartner
"Wie patriarchal kann eine…
"Wie patriarchal kann eine Welt sein, in der Männer folgende "Nachteile" haben?....."
Eine Runde Mitleid. Hommmmmmm
Alle Ihre aufgeführten "Nachteile" zeugen von einem gewissen Draufgängertum und sind zu 99 % selbst verschuldet.
Antwort auf "Wie patriarchal kann eine… von Stefan S
Wie aus meiner Bemerkung…
Wie aus meiner Bemerkung nach der Auflistung hervorgeht, halte ich nicht viel von Opfergehabe und Mitleid-Suhlen.
Wenn es so ist, wie du hier schreibst und die aufgelisteten "Nachteile" selbst verschuldet sind, müsste man dieselbe Argumentation auch auf viele "Nachteile" von Frauen anwenden: Wenn eine Frau für einen niedrigeren Stundensatz als ein Mann arbeitet, ist doch auch nicht der Mann oder ein angebliches "Patriarchat" "Schuld" daran, sondern es liegt doch letztlich an der Frau, die einen solchen Vertrag unterschreibt. Wenn eine Frau einen rosaroten Rasierer kauft, obwohl er 20% teurer als ein blauer Rasierer ist, sollte sie sich auch nicht über eine Pink Tax beschweren, denn sie hat sich aus völlig freien Stücken zum Erwerb dieses Produktes entschieden.
Antwort auf Wie aus meiner Bemerkung… von Oliver Hopfgartner
OH bevor Sie wieder das…
OH bevor Sie wieder das Thema verwässern, anbei genau die Erklärung zu "Ihrer" Auflistung, von: Boris von Heesen "Was Männer kosten. Der hohe Preis des Patriarchats".
Als Wirtschaftswissenschaftler bedient er sich der Sprache des Kapitalismus, in der Hoffnung, dass auch Männer endlich erkennen, wie über Jahrhunderte eingeübte stereotype Rollenbilder der Gesellschaft schaden:
https://www.ndr.de/kultur/kulturdebatte/Was-Maenner-kosten-Boris-von-He…
Vorsicht! die Auflistung ist Ihrer sehr ähnlich, die Erkenntnis Heesens daraus, ist halt 180Grad anders.
Antwort auf OH bevor Sie wieder das… von Herta Abram
Behrens benennt das Problem…
Behrens benennt das Problem einfach falsch. Die sowohl von ihm als auch von mir als negativ beschriebenen Phänomene bei Männern sowie die negativen Phänomene bei Frauen sind nämlich auf individueller Ebene durch bewusster Auseinandersetzung mit irrationalen Mustern behebbar und keinesfalls auf eine nicht existente, erfundene unsichtbare Macht zurückzuführen, die noch dazu in polemischer Manier als "männlich" deklariert wird, indem man sie "Patriarchat" nennt.
Es ist bekannt und auch gut…
Es ist bekannt und auch gut erforscht, dass der Gender-Paygap in Ländern und Regionen am größten ist, wo mehr Frauen erwerbstätig sind.
Die Daten zu den Studienabschlüssen würde ich auch mal unter die Lupe nehmen, bevor wir uns wieder einmal auf der Grundlage falscher Daten unterhalten. Höchstwahrscheinlich werden da nur Abschlüsse berücksichtigt, die in Italien erworben wurden, ggf. noch die, die von den Inhaberinnen zur Anerkennung vorgelegt wurden. Insbesondere in Südtirol fallen da viele raus.
Ich will mit diesem Kommentar keineswegs leugnen, dass extrem viel Handlungsbedarf besteht. Aber eine gute Diagnose ist für die Therapie unerlässlich.
Antwort auf Es ist bekannt und auch gut… von pérvasion
"Es ist bekannt und auch gut…
"Es ist bekannt und auch gut erforscht, dass der Gender-Paygap in Ländern und Regionen am größten ist, wo mehr Frauen erwerbstätig sind."
Gründe dafür sind ja im Beitrag aufgelistet:
- Geschlechtsspezifische Arbeitsmarktsegmentierung.
- Selbst bei vergleichbaren Positionen und Qualifikationen bestehen Lohnunterschiede.
- Stereotypen in Bildung, Arbeitswelt und Familie tragen zur wirtschaftlichen Ungleichheit bei.
Wenn Frauen wirklich für die…
Wenn Frauen wirklich für die gleiche Arbeit weniger bezahlt würden, würde der Markt dies sofort korrigieren.
Wenn Frauen die gleiche Arbeit für 10 % weniger Gehalt leisten würden, würden Unternehmen darum Kämpfen, so viele Frauen wie möglich einzustellen.
Ihre Antwort darauf lautet wahrscheinlich, dass Unternehmen so sehr darauf bedacht sind, Männer zu beschäftigen, dass ihnen 10 % höhere Personalkosten egal sind.
Doch wenn das wirklich der Fall wäre, müssten Frauenunternehmen die erfolgreichsten überhaupt sein, da sie Produkte zu 10 % günstigeren Arbeitskosten produzieren könnten und so die patriarchal geprägten Unternehmen ausstechen würden.
Zu den anderen Aufzählungen: Wenn Frauen sich aufgrund subjektiver Probleme wie "Stereotypen" oder "Arbeitsmarksegmentierung" davon abhalten lassen, bestimmte Positionen einzunehmen, sind sie selbst schuld. Wenn ein Mann gerne Kindergartenbetreuer werden würde, es aber wegen "Stereotypen" oder "Arbeitsmarksegmentierung" nicht tut, machen wir auch kein Drama daraus und ändern keine Gesetze. Wichtig ist, dass die Tür für beide Geschlechter offen steht, was sie auch tut. Wenn sie nicht den Mut haben, einzutreten, ist das ihr Problem.
E se continui a sentirti l…
E se continui a sentirti l’unica a dover gestire la famiglia, è evidente che il tempo per tutto il resto semplicemente non c’è
Ma non può essere invece che è così perché in realtà la famiglia è considerata l'istituzione più importante della società ed quella in cui vale la pena investire i propri sforzi?
Se il tempo per un lavoro più impegnativo manca, significa che si dà più priorità alla famiglia, no? In fin dei conti, non è meglio guadagnare meno ed avere una famiglia felice e ben gestita, che guadagnare di più ma con una gestione della famiglia trascurata e figli lasciati a se stessi?
Vorbehalt: Diese Anmerkungen…
Vorbehalt: Diese Anmerkungen basieren auf einer schnellen Sichtung der Daten. Alle Angaben sind ohne Gewähr, und die folgenden Annahmen sind als Arbeitshypothesen zu verstehen.
a) Laureate : Der Wert könnte deshalb niedrig ausfallen, weil eine beträchtliche Anzahl junger Menschen im Ausland studiert und nach Studienabschluss dort verbleibt.
b) Imprese femminili (Unternehmen in Frauenhand): Die höchsten entsprechenden Werte weisen Regionen in Süditalien auf. Ich nehme hier zwei Ursachen an: Mangel an wirtschaftlichen Alternativen; das Phänomen der „Strohfrauen“ (Frauen, die formal als Geschäftsführerinnen eingesetzt werden, während die Kontrolle beim Mann liegt, von dem angenommen werden kann, dass er nicht entsprechend rechtsfähig ist). Ähnliche Überlegungen gelten für den Anteil der amministratori donna (weibliche Führungskräfte/Verwaltungsräte): auch hier dominieren süditalienische Regionen.
c) Gender Pay Gap (Geschlechtsspezifisches Lohngefälle): Der Lohnunterschied ist tendenziell umso höher, je höher die Erwerbsbeteiligung von Frauen insgesamt ist.
Fazit:
Besteht Handlungsbedarf? Ja, unzweifelhaft. Ich vermute, dass vor allem jene Frauen aus Südtirol abwandern, die mit unseren traditionellen kulturellen Besonderheiten nicht gut zurechtkommen. Ob diese spezifische Gruppe allerdings nach Süditalien abwandert, halte ich für zweifelhaft.
Antwort auf Vorbehalt: Diese Anmerkungen… von WerPram
Vielleicht sichten Sie die…
Vielleicht sichten Sie die Daten nochmal ein bisschen besser, bevor Sie hier schreiben, dass die Männer in Süditalien "nicht entsprechend rechtsfähig" sind. Man könnte Sie des Rassismus bezichtigen. Beispiel gefällig? Wenn die Leute nach dem Studium im Ausland nicht zurück kommen, dann müsste die Aire Quote entsprechend hoch sein, es sei denn die haben alle den Wohnsitz nicht abgemeldet um GIS zu "vermeiden".
Antwort auf Vielleicht sichten Sie die… von Ludwig Thoma
A) Was Sie mit der AIRE…
A) Was Sie mit der AIRE-Quote bzw. der GIS-Steuer aussagen möchten, ist mir nicht ganz klar. Die Daten über das Bildungsniveau in Italien werden meines Wissens im Rahmen der Arbeitskräfteerhebung erfasst und hochgerechnet. Wer nicht anzutreffen ist, kann nicht interviewt werden, unabhängig davon, ob die Person formal Auslandsitaliener:in ist oder nicht. Allerdings hat Südtirol eine der niedrigsten Akademiker:innenquoten. Die Gründe dafür und die Auswirkungen werden regelmäßig diskutiert. Es ist also nichts Neues. Ich bleibe bei meiner These: „Akademisierte“ Südtiroler:innen bleiben am Studienort bzw. wandern aus, wobei die Hauptrichtung dieser Form der Migration nach Norden geht.
B) Gründe, warum Frauen in Süditalien häufiger Unternehmerinnen sind: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/casp.70166?utm_source=…. Zusammenfassung des Beitrags durch ChatGPT: Eine Übersichtsstudie über „Female Entrepreneurship in Italy: Motivations and Constraints“ (2023) zeigt, dass viele Frauen in Italien — angesichts traditioneller Arbeitsmarkt- und Familienrollen, eingeschränktem Zugang zu Vollzeitarbeit oder Diskriminierung — auf das Modell des „Necessity Entrepreneurship“ (Notwendigkeits-Unternehmertum) ausweichen. Wenn reguläre Lohnarbeit schwierig, prekär oder familienunverträglich ist, kann selbstständige Tätigkeit (z. B. Kleinhandel, Dienstleistungen, Handwerk, häusliche Dienste) eine Möglichkeit sein, Einkommen und Flexibilität zu verbinden. Für meine "Strohfrauenthese" konnte ChatGPT keine belastbaren Studien finden.
C) Konzentration von organisierter Kriminalität vor allem in Süditalien: Ich habe diesen Alltagsbefund durch Chatgpt gejagt und es Belege suchen lassen. In Kürze: Eine der fundiertesten quantitativen Studien ist Measuring the Presence of Organized Crime Across Italian Provinces (2021). Die Autoren entwickeln einen sogenannten „Organized Crime Index (OCI)“, der eine Vielzahl von Indikatoren bündelt — darunter Mafia-Morde, aufgelöste Gemeinderäte wegen Mafia-Infiltration, beschlagnahmte Vermögenswerte, strafrechtliche Verfahren usw. — und zeigen, wie stark die Präsenz organisierter Kriminalität je Provinz variiert. Der Index zeigt deutliche geografische Muster: Einige Provinzen, überwiegend in traditionell mafianahen Gebieten Süditaliens, weisen sehr hohe OCI-Werte auf.
D) Meine Äußerung war nicht rassistisch. Sehr wohl habe ich klischeehaft einen Zusammenhang zwischen zwei Phänomenen hergestellt. Persönlich habe ich zu Mittel- und Süditaliener:innen in der Regel ein viel unbefangeneres Verhältnis als zu Norditaliener:innen, da ich bei Ersteren deutlich seltener den Eindruck hatte, dass mir als Person bzw. Südtirol eine italienische Identität aufgedrängt werden sollte.
Grundsätzlich: Vergleiche der Lebensqualität — unabhängig von der gewählten Grundgesamtheit — sind sehr sinnvoll, müssen methodisch sehr sauber sein. Indizes, selbst wenn sie von Qualitätszeitungen herausgegeben werden, richten sich an die mediale Öffentlichkeit und sind daher notwendigerweise nicht immer wissenschaftlich fundiert. Ich halte für Italien den BES (Benessere Equo e Sostenibile) des ISTAT für sehr angemessen und von hoher Qualität. Auch dieser zeigt bezogen auf die Südtiroler Realität Problematiken auf, allerdings fundierter und weit weniger„schrill“ als der Index des „Sole24ore“ und anderer Qualitätszeitungen.
Und nun formuliere ich wiederum drei Thesen:
1. Die Vielzahl an von privaten Akteuren veröffentlichten Rankings und Indizes erscheint mir als eine Reaktion auf die Skepsis gegenüber etablierten Institutionen in Italien. Das ISTAT, aber auch andere staatliche Einrichtungen wie das INAPP, publizieren bereits ausreichend qualitativ hochwertige Daten. Tatsächlich sind bereits alle relevanten Lebensaspekte abgedeckt.
2. Im Vergleich zu anderen italienischen Regionen hat Südtirol selten Probleme, die sich ausschließlich quantitativ erfassen lassen. Wir müssen sowohl Probleme als auch quantitative "Nicht-Probleme" im Kontext Italiens qualitativ interpretieren. Beispiel: Wir haben die höchste Frauenerwerbsquote Italiens. Trotzdem benötigen wir gezielte Maßnahmen, um diese Quote weiter zu steigern und Chancengleichheit sowie Chancengerechtigkeit voranzutreiben.
3. Journalist:innen nehmen verstärkt wahr bzw. geben „lieber“ wieder, was andere Journalist:innen oder Medien berichten, anstatt die oftmals weniger zugänglichen Informationen zu nutzen, die in Fachpublikationen und -beiträgen (auch aus Südtirol) vorhanden sind.
Antwort auf A) Was Sie mit der AIRE… von WerPram
Wenn, wie Sie behaupten, die…
Wenn, wie Sie behaupten, die G'Studierten alle im Ausland bleiben, dann wäre auch der Anteil der im Aire eingeschriebenen Auslandsitaliener höher. Die beiden Zahlen korrelieren nun aber überhaupt nicht. Sollte Ihre These dennoch stimmen, muss es im Umkehrschluss wohl so sein, dass die zwar im Ausland leben, aber den Wohnsitz nicht abgemeldet haben, was eine GIS Befreiung auf die Erstwohnung bringen kann. Gecheckt?
Süditalien hat andere…
Süditalien hat andere Spielregeln. Steuertricks gibt es genug, vorausgesetzt, mann hat einen guten Wirtschaftsberater. Ausgerechnet Italien soll in diesem Punkt vorbildlich sein?
Mein Erfahrungbericht als in…
Mein Erfahrungbericht als in Südtirol lebende berufstätige Frau (also mit Realitätsbezug): auch wenn man die Wichtigkeit einer guten Ausbildung schon in jungen Jahren erkannt hat, war es in vielen Fällen nicht möglich, diese zur Gänze umzusetzen: Da wurde einiges getan, um einem das Hochschulstudium madig zu machen: als Mädchen brauchst du ja nicht studieren. Mädche heiraten sowieso, früher oder später, kriegen Kinder und bleiben dann zu Hause. Da rentiert sich das (es wurde nur an das Finanzielle gedacht) nicht... Wenn sie noch dazu aus Familien mit 2-3 Kindern kamen und dann noch beide Elternteile kaum Unterstützung bieten konnten, und durch fragwürdige Kriterien keine öffentliche finanzielle Unterstützung erhielten, war es für einige teils sehr junge 18-19-jährige ungleich schwerer, einen Studienabschluss zu erreichen, vor allem wenn sie nicht bereits aus wohlhabenderen oder privilegierten Akademikerfamilien kamen, wenngleich es nicht unmöglich war. Also nehmen wir an, eine Frau hat keinen Studienabschluss, wie bekanntlich viele der in Südtirol lebenden Frauen. Sie erhalten dann einen Arbeitsplatz als Sekretärin, Verkäuferin, Pflegekraft usw. Jetzt muss man sich mal vorstellen, wie es diesen Frauen gehen wird, wenn wir wissen, dass in Südtirol der Leistungsdruck ungleich höher ist, als in anderen Regionen und Ländern, dieser sich auch noch in Familienarbeit niederschlägt (Stichpunkt schulischer Leistungsdruck bei den Kindern), geringer werdender Kaufkraft (die zwar auch Männer betrifft, aber besonders die finanziell bereits benachteiligten Frauen). Und wenn Frauenarbeit proportional zum Beschäftigungszuwachs der Frauen geringer bezahlt wird (Stichpunkt: Angebot und Nachfrage bestimmen den Preis). Und wenn sie sich noch auf höchstem Niveau um ältere (und manchmal auch jüngere Familienangehörige) kümmern sollen und wollen, ja dann müsste eigentlich jeder Mensch mit Hausverstand verstehen, dass man das nicht 42 oder in Zukunft sogar 43-44+ Jahre durchziehen kann, zumal durch Fachkräftemangel der Druck nochmals steigen wird . Und wenn ihnen dann noch, weil (laut KI) aufgrund ihrer umfangreichen unbezahlten oder sehr wenig anerkannten Familienarbeit und Drei-Vierfachbelastungen mit ach und krach im Schnitt "nur" 32 Dienstjahre zusammenkriegen, und ihnen dann noch die letztmögliche Frühpensionierung der opzione donna, der einzige Rettungsanker, abgeschafft wurde, dann kann ich mir sehr gut vorstellen, dass es den Frauen (besonders in Südtirol, weil noch zusätzlich hohe Lebenshaltungskosten hinzukommen und das Patriarchat sehr wohl, besonders in den letzten Krisenzeiten mit Corona, Wirtschaftskrisen usw. wieder vermehrt Einzug gehalten hat, und die Frauen daher um Jahrzehnte zurückschmiss) nicht sonderlich gut geht... Gesundheitsstatistiken belegen, dass Frauen, die über Jahrzehnte an solchen 3-4-fach Belastungen leiden, einen sehr schlechten Gesundheitszustand haben... Viele Frauen sind so gezwungen, sich wieder in die Abhängigkeit anderer zu begeben... Glücklich jene, deren Angehörige, Partner Verständnis für ihre Situation haben und sie unterstützen.
Auch wenn Kind/er (meist) eine freie Entscheidung ist, und man nicht gezwungen wird, dieses Lebensmodell zu leben, so ist es doch schade, wenn dieses natürliche Lebensmodell immer schwerer realisier- und lebbar wird, vor allem wenn es ein verständlicher Wunsch junger Menschen ist. Aber wenn die Folgen die obgenannten sind, dann muss ich sagen, verstehe ich mittlerweile viele junge Menschen, die sich bewusst dagegen entscheiden...
Dies war ein Versuch, möglichst objektiv die Situation aus der Sicht einer "normalen" Frau darzustellen, deren Absicht es nicht war, zu jammern...
Ja, man könnte auch sagen:…
Ja, man könnte auch sagen: Daten der Statistiken hui, Realität ... (nicht so hui :-))
ich habe mal vor einiger…
ich habe mal vor einiger Zeit gelesen, dass in den nordischen Ländern die Betriebe den Behörden beweisen müssen, dass sie Frauen bei gleicher Arbeit gleich bezahlen, ansonsten gibt es Strafen... Ohne jetzt den Unternehmern auf den Schlips treten zu wollen, aber warum ist das so, dass bei uns der Gender Pay Gap so groß ist? Wenn vor dem Gesetz alle Menschen gleich sind, warum werden dann Frauen im Schnitt bei gleicher Leistung und gleicher Qualifikation laut Studienergebnissen schlechter bezahlt? In einigen Berufen, traue ich mich zu sagen, dass Frauen im Schnitt sogar produktiver sind als Männer, was sich aber nicht immer in den Gehältern widerspiegelt...
Deswegen werden die…
Deswegen werden die sogenannten sozialen Berufe (z.B. Lehrerin oder Pflegerin) schlecht bezahlt (weil es eben "Frauenberufe" sind). Andererseits hat sich in meinem Beisein eine Frau (!), selbst Angestellte, besonders aufgeregt, dass die Lehrerinnen mehr Geld wollen (unerhört!, v.a. dieser Neid).
Glückliches Mädchen, genau das braucht es: Ehrliche Tatsachen, nicht farblose Statistik.
Antwort auf Deswegen werden die… von nobody
Ja, danke. Das mit dem…
Ja, danke. Das mit dem Mädchen in meinem Nickname müsste ich halt mal der Zeit etwas anpassen, weil grad ein Schulmädchen bin ich jetzt auch nicht mehr, aber mir damals fiel mir kein besserer Nickname ein... Ja, Sie haben leider Recht: leider sabotieren sich manche Frauen bei der Arbeit oft selbst, wegen Neid, Eifersucht, und mit Intrigen usw... Das bräuchte es nicht auch noch... ich sag immer: wir müssen solidarisch sein, denn gemeinsam sind wir stark... klar, wie bei zersplitterten Parteien: wenn viele sich streiten, freut sich DER dritte...