Umwelt | Il commento

“Basta con l’ipocrisia degli ambientalisti”

La dura risposta del sindaco Spagnolli, nonché ex-direttore del Parco dello Stelvio, al “no” delle associazioni ambientaliste riguardo lo smembramento dell’area naturale.

È uno dei più antichi d’Italia, il Parco dello Stelvio, e rischia di essere smembrato - come ormai noto - in due aree naturali provinciali e una regionale, con normative e strutture di gestione distinte. Le due fazioni opposte: da una parte, contro la frammentazione, 13 associazioni ambientaliste; dall’altra la monolitica Svp che ha sempre rivendicato (ora più che mai in perfetto tempismo pre-elettorale) una gestione autonoma della sezione di propria competenza, svincolata dal Consorzio che oggi amministra il Parco Nazionale, composto da Ministero dell’Ambiente, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento e Regione Lombardia.

Nella “faida” in corso netta la presa di posizione del sindaco Spagnolli, ex-direttore del parco in questione: “Sono molto deluso del comportamento delle associazioni ambientaliste che si stanno prodigando in una indifendibile preservazione dello status quo”, ha dichiarato il primo cittadino che ha definito “agonizzante” la condizione del Parco dello Stelvio e di tutte le aree naturali in Italia. “L’attuale sistema dei parchi italiani – spiega Spagnolli - non tutela la natura, abbiamo in discussione in parlamento la legge 394/91, quella che istituisce le aree protette, è il momento di intervenire a livello normativo generale per migliorare la gestione di tali zone”.

La proposta del sindaco sarebbe quella di modificare la suddetta legge al fine di garantire la tutela della natura ovunque meriti di essere protetta, come prevede la commissione europea che ha istituito a tal scopo i SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e gli ZPS (Zone di protezione speciale), binomio della Rete Natura 2000 concepita per preservare la biodiversità europea attraverso la conservazione degli habitat naturali e delle specie animali e vegetali di interesse comunitario.

Usciamo da questa ipocrisia per cui non si può smembrare il Parco dello Stelvio – ha commentato severo Spagnolli - perché l’area può essere tenuta insieme o al contrario ridotta in dieci pezzi se questo serve a tutelare meglio la natura. Non capisco le associazioni ambientaliste che si incaponiscono nel sostenere una gestione centralizzata che in questo momento non produce benefici  perché non ha gli strumenti per farlo”.
Ha proseguito poi su un registro provocatorio l’ex-direttore del Parco che ha invitato le associazioni ad andare “a cambiare la legge 394 a Roma invece di rimanere sempre arroccate a difendere l’esistente. La verità è che la 394 è un prodotto di quelle associazioni e quindi fanno fatica a sconfessare se stesse; le leggi oggi vanno fatte in modo che siano immediatamente applicabili e che valgano per tutto il territorio”, ha concluso il primo cittadino.