L'Euregio mancata di Wendelin
In tutto il ponderoso saggio pubblicato il 3 febbraio scorso sul sito dell'Istituto per il federalismo di Innsbruck, l'ex capitano del Tirolo Wendelin Weingartner non nomina nemmeno una volta il suo ex collega Luis Durnwalder, ma l'intera analisi dello stato dei rapporti tra le varie componenti del vecchio Tirolo nella prospettiva di una Euregio, è un solo atto di accusa contro la politica praticata dalla giunta provinciale di Bolzano negli ultimi 25 anni e quindi contro colui che questa politica ha elaborato e diretto.
Weingartner avvia la sua analisi ricordando come l'idea di arrivare a ricongiungere le parti del Tirolo divise dopo la fine della prima guerra mondiale in una regione europea da collocare a cavallo dello spartiacque alpino sia nata all'inizio degli anni 90 per ispirazione di esponenti della Suedtiroler Volkspartei. Egli rammenta però come da subito la proposta di includere nell'operazione anche il Trentino abbia suscitato notevoli perplessità in Austria, citando ad esempio la posizione dell'allora deputato al Parlamento di Vienna Andreas Khol, convinto che la nuova Euregio dovesse limitarsi a racchiudere i territori del nord e del Sudtirolo.
Muovendo da queste considerazioni, Weingartner esamina quindi lo sviluppo di quelle premesse politiche e qui il suo giudizio diviene assai poco benevolo. Per Bolzano, egli afferma, l'Euregio è stata solo una sorta di formuletta politica da utilizzare nei discorsi e nei documenti ufficiali per esorcizzare le pulsioni verso l'autodeterminazione. Per il resto la politica sudtirolese, a suo giudizio, è stata orientata invece verso la creazione di una sorta di Sudtirolo completamente autonomo, finanziato con i soldi provenienti da Roma e sempre più separato dal Tirolo del nord. Numerosi gli esempi portati a sostegno di questa tesi: dalla creazione, a Bolzano, di un'università a quella di un aeroporto in concorrenza con quello di Innsbruck, dalla costituzione, a Castel Tirolo, di un museo per raccontare e celebrare la storia tirolese. Sul piano culturale Weingartner cita l'affievolirsi dei rapporti in campo teatrale, ma tace, forse volutamente, di ricordare quello che per molti ambienti tirolesi è stato lo schiaffo morale più difficile da sopportare. Parliamo della querelle per il possesso di Oetzi, la mummia del Similaun, che Bolzano ha strappato ad Innsbruck dopo aver chiesto ed ottenuto una rigorosa verifica proprio di quel confine maledetto per decenni.
Ed ancora, l'ex capitano del Tirolo cita, in tempi più recenti, l'idea poi abbandonata di creare a Bolzano una scuola di medicina in concorrenza con la facoltà di Innsbruck, quella, finita nel nulla, di candidare Bolzano come capitale europea della cultura assieme alle altre città delle tre Venezie ("i fascisti hanno gioito" scrive) ed infine la decisione di presentare da sola Bolzano all'Expo sull'alimentazione di Milano. Queste, dunque, a giudizio dell'esponente politico sudtirolese, le pietre miliari di un percorso che nel tempo ha allontanato Bolzano dal concetto fondamentale di un'unione con il resto del Tirolo. Oggi, conclude Weingartner, sulla scena politica bolzanina ci sono nuovi attori che sembrano voler cambiare questo corso di cose muovendosi in maniera diversa, anche nella prospettiva della costruzione dell'Euregio. Il riferimento al nuovo presidente della provincia Kompatscher è chiarissimo e di nuovo nasconde un giudizio severo sul suo predecessore Durnwalder.
Per l'esponente tirolese, tuttavia, arresta impregiudicato il problema di un possibile allargamento dell'operazione anche al Trentino. Vi potrebbero essere, egli riflette, dei terreni di scelte politiche sui quali solo Bolzano Innsbruck sarebbero destinate ad agire assieme.
Queste le valutazioni e i giudizi di Wendelin Weingartner. Possono essere condivisi o meno, ma sicuramente hanno il pregio di aprire un dibattito su un tema, quello della collaborazione euroregionale tra le componenti del vecchio Tirolo, che troppo spesso in questi anni è stato trattato solo con gli strumenti della retorica e della superficialità.
Può essere questa una
Può essere questa una spiegazione razionale del perchè l'Euregio dai nordesttirolesi viene visto in maniera più fredda che dai trentini?
Wo er Recht hat, hat er Recht
Wo er Recht hat, hat er Recht. Eine wie mir scheint unabhängige Stimme mit Wurzeln im südlichen Tirol. Ein Urteil über die Position bzw. Aktionen von AK wage ich noch nicht zu geben, aber vielleicht schaffen Impulse aus Trient und Innsbruck hier Fakten auch für Bozen. Ein interessanter Fakt: LH Platter ist der dritte mir bekannte Nordtiroler LH mit Südtiroler Wurzeln (Wallnöfer, Weingartner) und van Staa's Frau ist Wallnöfers Tochter.
Nun, wie mir scheint, drückt
Nun, wie mir scheint, drückt unser neuer LH seit ein paar Monaten diesbezüglich auch nicht mehr auf die Tube. Der Prösler Hype scheint verflogen. Interessantes Gedankenspiel, Weingartners These da weiter zu spinnen.
Auf diese Weise hat die
Auf diese Weise hat die Südtiroler "Landesbürokratur" in den Jahren ab 2005 das Tirol-Adria-Projekt hintertrieben. Der im Tirol-Adria-Projekt – www.tirol-adria.com - vorgeschlagene Alpenkanaltunnel verbindet die Flüsse Inn und Etsch. Durch diesen verlaufen sogar zwei Verkehrsadern, und zwar die Wasserstraße Donau-Tirol-Adria und im Tunnelgewölbe die Einschienen Hängebahn – EHB – München-Innsbruck-Verona, sowie Strom- und Datenleitungen. Eine dem Brenner Basistunnel ähnliche Infrastruktur liefert der AlpenKanalTunnel praktisch als Zugabe zur Wasserstraße!!!
Weil diese Verbindung der Binnenwasserstraßen mit dem Mittelmeer fehlt, nehmen Schiffe einen Umweg von 4.000 km oder eine längere Fahrtdauer von ca. 1 Woche auf sich, um zu den Nordeuropäischen Häfen zu gelangen. Von dort gelangen die Container dann vorwiegend auf der Straße oder auf der Schiene in das Landesinnere, sogar über die Alpen zurück in den Mittelmeerraum. Dafür will man den BBT samt Zulaufstrecken für eine Hochgeschwindigkeitsbahn für Güter- und Personenverkehr rechtfertigen, auch obwohl man weiß, dass Mischverkehr nicht möglich ist und Schwerlastverkehr auf solchen Strecken ein Unsinn ist.
Sia quel che sia, la visione
Sia quel che sia, la visione di una terra comune e condivisa - proiettata nel futuro senza le zavorre del passato - tra Trentino, Alto Adige e Nord Tirolo mi pare assolutamente da approfondire, specie in un quadro politico nazionale ed europeo come quello attuale.
Antwort auf Sia quel che sia, la visione von Max Carbone
Richtig und (eigentlich)
Richtig und (eigentlich) wichtig. Belluno und Vorarlberg könnten auch mitmachen. Zumindest Letztere haben soweit ich weiß im Dreierlandtag Beobachterstatus.