Il paradosso politico

Il PD lombardo per cercare di rivendicare maggiore autonomia e raggiungere il proprio scopo vorrebbe paradossalmente la cancellazione delle autonomie speciali, addirittura tramite referendum. Come a dire che la conquista della libertà si ottiene togliendola a chi ce l’ha rimettendo tutto in discussione. Un ragionamento che, se non direttamente assimilabile ad un paradosso, è qualcosa che ci va molto vicino. La speranza dunque è che partendo da questo si possa arrivare ad un ragionamento migliore.
Se è evidente e comprensibile lo stato di malessere e frustrazione che Regioni come Lombardia e Veneto stanno vivendo nei confronti di un governo accentratore, è altrettanto inconcepibile pensare di togliere l’Autonomia agli altri per ripartire tutti “punto da capo”.
È incomprensibile, ed è qui che si nasconde il vero paradosso, come Regioni a statuto ordinario che desiderano una propria Autonomia non combattano a livello romano per evitare di farsi portar via anche quella poca che hanno e rivendicando casomai più competenze. Si preferisce invece sparare a zero sulle attuali Speciali. Questi attacchi infatti non fanno altro che innescare una guerra tra gli autonomisti delle Alpi che giova solo al centralismo romano e non ai territori.
Il problema del Veneto e della Lombardia, così come di tutti le altre comunità che vogliono poter decidere autonomamente del loro futuro, non è l’Autonomia di Trento e Bolzano, ma la loro mancata Autonomia.
Spesso però - e questo è un fenomeno tutto italiano - anziché cercare di risolvere il problema reale si preferisce imboccare una strada in discesa puntando sull’invidia e giocando allo “scarica barile”. Ecco quindi che, di volta in volta, per celare le proprie mancanze e le promesse disattese si trova un capro espiatorio in grado di distogliere l’attenzione dal vero problema.
L’auspicio è che si abbandoni questo modo di ragionare e che chi veramente crede nella libertà e nell’autonomia dei territori si sieda davanti ad un tavolo per ragionare assieme. Chissà, magari proprio questo paradosso targato PD Lombardia, porterà a quei nuovi ragionamenti e nuovi stimoli in grado di far capire una volta per tutte che la strada maestra è andare verso una nuova “Federazione delle Genti Alpine” come fu ai tempi dell’ASAR. Unico modo per dare forza alla voce delle nostre regioni a Roma, dove il vento accentratore soffia sempre più forte.
Nicola Fioretti
Presidente OSAR
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Nicola, condivido quello che
Nicola, condivido quello che scrivi. Mi chiedo se una bella fetta di quel comportamento è causato da certi messaggi che mandiamo, per esempio dai nostri onorevoli Kronbichler e Gnecchi votando contro ognun respiro d'autonomia dalle valli.
http://www.salto.bz/article/04022015/belluno-e-sondrio-stoppata-la-mini…
Sempre acuto, caro Nicola. Il
Sempre acuto, caro Nicola. Il problema mi sembra la mancata regionalizzazione dei partiti nazionali, se ne era parlato negli anni '90 ma non se ne è fatto niente per mancanza di cultura regionale in questo paese. Così si assiste a cose estemporanee e contraddittorie come queste e temo che continueranno