Gesellschaft | La protesta

Contro la "Buona Scuola"

La Camera ha appena approvato il ddl voluto da Matteo Renzi. Un'insegnante ci spiega che cosa non va e perché occorre ancora lottare affinché non diventi legge.

Stefania Azzollini, insegnante di Scienze Naturali e di Sostegno, precaria GAE (Graduatorie A Esaurimento), lavora presso l'Istituto Tecnico Industriale "Giorgi" di Roma e sta seguendo con molta preoccupazione l’iter parlamentare grazie al quale è già stato approvato alla Camera il ddl sulla “Buona scuola” del governo Renzi. Le abbiamo fatto alcune domande per capire le ragioni della protesta degli insegnanti e in che senso questo provvedimento rappresenterebbe un attacco alla sostanza della scuola pubblica italiana.  

Le proteste contro il disegno di legge sulla “Buona scuola” hanno rinforzato in alcuni settori dell'opinione pubblica il pregiudizio che gli insegnanti non vogliano accettare alcuna riforma nel settore scolastico, che siano cioè dei conservatori. Lei come risponderebbe a questa accusa?
“Valutazione degli insegnanti”, “merito”, “riforme” sono gli slogan con cui il governo Renzi sta cercando di accattivarsi l’opinione pubblica e nello specifico l’appoggio di coloro che, pur non conoscendo affatto la realtà scolastica, sono erroneamente convinti che gli insegnanti siano una casta, una categoria di lavoratori privilegiata che lavora poco. Contemporaneamente, le stesse persone, poi, accusano la scuola di non riuscire ad adempiere ai suoi doveri educativi e formativi. Quindi, da una parte ci si richiede di essere più incisivi perché “inizia tutto dalla scuola” e, dall’altra, noi docenti godiamo di considerazione bassissima e nessun prestigio o riconoscimento sociale.

Ma il ddl in questione, mettendo di nuovo la scuola al centro dell’attenzione, non punta forse proprio a un miglioramento dello status sociale degli insegnanti?
Non penso proprio. Anzi, penso addirittura il contrario. Da insegnante, invito caldamente l’“opinione pubblica” a leggere attentamente quanto proposto nel disegno di legge approvato il 20 maggio alla Camera e a non fidarsi di quanto raccontato o promesso con slides o imbarazzanti video alla lavagna. Se di riforme vogliamo parlare, era stata già presentata al Parlamento una legge di iniziativa popolare (LIP per una Buona Scuola per la Repubblica) scritta da genitori, insegnanti, studenti e cittadini (http://lipscuola.it/blog/), tutte persone che di scuola vivono e di scuola sanno: non è mai stata presa seriamente in considerazione. E ora, rovesciando la frittata, i conservatori saremmo noi?

Sono molti i punti che qualificano in negativo il ddl?
C’è l’imbarazzo della scelta. E’ un ddl così pieno di criticità, al limite dell’incostituzionalità, da risultare inemendabile.

Quindi l’unica soluzione che lei intravvede è il suo ritiro?
Sì, andrebbe ritirato e riscritto daccapo.

Ma non funziona neppure il piano delle assunzioni, del quale dovrebbero beneficiare quasi 100.000 insegnanti?
Guardi, il piano delle assunzioni, è usato come vero e proprio ricatto o cavallo di Troia per far passare il resto della riforma (infatti alla richiesta di stralcio delle opposizioni, il governo si è opposto fermamente). Tutti i neoassunti, già in possesso dei titoli necessari per entrare “di ruolo” (mi riferisco agli iscritti nelle Graduatorie ad esaurimento e vincitori concorso 2012), non saranno impiegati, come fino allo scorso anno, con titolarità di sede e per posizione in graduatoria data da servizio e titoli.

E se non verranno assunti dove finiscono?
Finiscono in un fantomatico albo territoriale da cui poi verranno “scelti” dal Preside, o come si dice ora dal Dirigente scolastico, con criteri vaghi e indefiniti. Senza voler per forza ipotizzare condizionamenti “illeciti” nella scelta da parte di “fattori esterni” - sono pur sempre ex insegnanti, cioè provengono da un mondo che io continuo a reputare “sano” (anche se vivendo in questo Paese, con un livello di corruzione imbarazzante, qualche sospetto penso possa essere legittimo) –, vorrei sapere tecnicamente come è possibile che una sola persona, il Dirigente scolastico, anche affiancato da un team comunque da lui scelto, possa essere in grado di analizzare i curriculum e i colloqui di tutti gli insegnanti inseriti nell’albo. Con che tempo? Con che competenze? In che modo?

Il punto più dolente è rappresentato dai criteri di selezione?
Senza dubbio. E lo posso chiarire con un esempio. Se un Dirigente scolastico di un Istituto Tecnico Industriale, laureato in Lettere, ha bisogno di un insegnante di elettronica. Che fa? Chiama tutti i docenti di elettronica? Tutti? E sa quanti sono, ad esempio, nella provincia di Roma? E con che conoscenze può valutare? Sa come finirà? Che chiamerà chi già conosce o perché ha già lavorato in quella scuola per puro caso, o perché “indicato” da amici, conoscenti o per passaparola. E le sembra che “i rapporti”, la conoscenza, “gli amici degli amici” siano un criterio valido, di merito? E chi sceglierà poi le donne in gravidanza o con figli piccoli, persone con la 104? Le graduatorie che tutti noi insegnanti abbiamo sempre odiato, in realtà, sono l’unico mezzo trasparente contro il caporalato.

E poi c’è la ghigliottina dei tre anni…
Infatti. Dopo tre anni, lo stesso Dirigente scolastico può decidere del tuo destino in quella scuola, confermandoti o condannandoti ad una nuova peregrinazione. Alla faccia dell’art. 33 della Costituzione che recita: “L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento”. Ma accanto a questo scempio, ci sono poi numerose altre problematicità: la disparità di trattamento tra lavoratori neoassunti e di ruolo (questi ultimi colpiti però dallo stesso “destino” se in sovrannumero o se chiedono trasferimento di cattedra o territoriale), il completo svuotamento del potere decisionale del Collegio Docenti che viene solo “consultato” per l’elaborazione del Piano dell’Offerta Formativa, le deleghe in bianco richieste per materie delicatissime come il sostegno, la scuola dell’infanzia, gli istituti tecnici, un’alternanza scuola-lavoro dalle modalità oscure, il personale ATA [personale amministrativo - tecnico - ausiliario] nemmeno nominato e, ciliegina sulla torta indigeribile, le detrazioni fiscali alle scuole private, offendendo ancora una volta l’art. 33 della Costituzione. (“Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”). Hanno fatto proprio un bel lavoro, non le pare?

Eppure intanto il ddl, nonostante la grande opposizione del mondo della scuola, è già passato alla Camera. Sembra dunque che lo stile di governo di Renzi sia incontrastabile. Secondo lei le tradizionali forme di protesta hanno ancora modo di modificare le cose?
Le stiamo provando tutte. Tutte davvero. Scioperi, presidi, sit –in, persino scioperi della fame, è stato già proclamato il blocco degli scrutini… ma anche flash-mob che nascono continuamente e ovunque in modo spontaneo tramite social network. Stiamo bombardando di mail, di tweet, stiamo scrivendo a tutti, esponenti politici di maggioranza e opposizione. Sembra inutile, anche se noi continueremo ad oltranza. Ora il ddl passerà quasi certamente al Senato, poi dovrà essere firmato dal Presidente della Repubblica. Nel caso, si sta già pensando alla raccolta firme per un referendum abrogativo. E poi ci sono le elezioni regionali e ci aspettiamo che la maggioranza degli insegnanti che storicamente costituiscono molta parte del bacino elettorale del PD dirotterà altrove il suo voto. Sono già partite le campagne di boicottaggio del voto. Altri momenti di intervento ci sono, ma il vero problema è che la protesta degli insegnanti viene vista solo come “di categoria” e non come riforma contro uno dei settori chiave, che ha il compito di “creare il sangue” – come diceva Pietro Calamandrei – di una società. Non sciopero e lotto solo per vedermi garantiti i diritti di lavoratrice (cosa che già di per sé sarebbe nobile e giusta), lotto perché nel valore della Scuola Statale, libera e aperta tutti, che accoglie le differenze e non le trasforma in disuguaglianze, io ci credo fortemente. È per questo che ho scelto di fare l’insegnante.

Secondo lei i mezzi d’informazione stanno raccontando bene i motivi di questa mobilitazione? O, piuttosto, voi insegnanti vi sentiti un po’ soli?
Vorrei che i mezzi di informazione dessero a questo momento di impegno e di resistenza della scuola il giusto spazio. Durante la “riforma Gelmini” ci fu una forte mobilitazione della “società civile”, degli intellettuali, degli uomini di cultura. Oggi, mi chiedo, dove sono queste persone? Il giudice Imposimato, il giurista Rodotà, il prof. Canfora si sono apertamente schierati contro questa riforma. E tutti gli altri? Dove sono finiti?

Quali sono allora i problemi più urgenti della scuola e in che modo dovrebbero essere risolti?
Guardi, la cosa più urgente da fare sono gli investimenti. Mancano i soldi. In primo luogo i soldi. Mancano i soldi per fare tutto, per comprare la carta per le fotocopie, per fare i corsi di recupero, per pagare i supplenti. Ed è vero che questo governo, dopo tanti tagli, ha iniziato a metterceli un pochino di quei soldi. Ma non basta e non così.

Ma se lo Stato non è in grado di reperirli, questi fondi?
Sono convinta che sulla scuola e sulla sanità, uno Stato degno di questo nome abbia il dovere di trovare i fondi. Eppure proprio su scuola e sanità vengono fatti tagli su tagli con una progressiva tendenza a farsi “affiancare” dal privato. Io non ho competenze in campo finanziario e ho imparato, a differenza di coloro che hanno pensato e scritto questo ddl e che di scuola dimostrano di sapere poco, che non ci sono ricette facili. Ma due domande vorrei farle: come mai, mentre non si trovano soldi per la scuola statale, vengono puntualmente trovati quelle per le scuole private? Da dove vengono questi soldi che lo Stato ogni anno elargisce alle scuole confessionali? E poi… io, come molti altri docenti precari, veniamo ogni anno assunti a settembre e licenziati a giugno, lavorando spesso su cattedre vacanti. Questo significa che i posti ci sono e i soldi per pagarci anche. Con il sussidio di disoccupazione dei mesi estivi, non credo che in questi anni lo Stato abbia risparmiato poi tanto. Ci ha solo continuamente umiliato.

Per concludere: il quadro è così drammatico, oppure la scuola, così com’è oggi, cioè prima di essere riformata, ha ancora dei punti di forza?
La scuola pubblica italiana, con tutti i suoi limiti, è stata per anni sana e forte: scuola elementare d’eccellenza, abbiamo “sfornato” studenti capaci di pensare, tecnici preparati ad affrontare il mondo del lavoro. Poi una serie di politiche sbagliate, la mancanza di investimenti hanno progressivamente corroso quel potenziale. E i tagli della riforma Gelmini ci hanno completamente ridotto sul lastrico. Quindi ora occorre in primo luogo ripartire dagli investimenti, sia per mettere gli studenti nelle condizioni migliori per imparare, sia per creare un corpo docente coeso, unito e orgoglioso. E, se vogliamo parlare di valutazione, che valutazione sia: venga periodicamente un team di esperti, competenti nella materia che insegno, a verificare la conoscenza dei contenuti, sottoponetemi a test psicoattitudinali, valutate se posso interagire con degli adolescenti, se so lavorare in team, obbligatemi a corsi di aggiornamento continui. Io sono pronta.

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Massimo Mollica Fr., 22.05.2015 - 13:05

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E con questo, al di là del merito, sottolineo come: a) il sindacato oramai è cotto, e va R I F O R M A T O! b) basta nascondersi dietro i soliti argomenti ideologici, basta! c) questo governo, che si voglia o mneo, sta trattando tutti gli argomenti, anche quelli spinosi, non guarda alle prossime votazioni: chi non lo vota si merita SALVINI per altri 20 anni!

Fr., 22.05.2015 - 13:05 Permalink
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Donna Mancina Fr., 22.05.2015 - 13:59

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Gentile sig. Mollica, sono Azzollini Stefania, l'isegnante intervistata. Le scrivo perché ci tengo a farle sapere che niente vieta ai colleghi, con una posizione differente alla mia, di aprire un blog e di provare ad esprimere il proprio punto di vista. Questo è il mio e me ne assumo la responsabilità, con tanto di nome, cognome e faccia. Nel merito, questo è il blog di Gabriele Di Luca che, essendo venuto a conoscenza dell'entità della protesta, ha deciso che fosse giusto dargli un po' di spazio. In generale, inoltre, vorrei dire che visto che esiste una grandissima protesta in corso (i numeri dello sciopero sono chiarissimi), compito dei giornali sia quello di darne comunque notizia. Lei non crede? Inoltre approfitto, visto che ci sono e che lei semba un accalorato sostenitore del PD a prescindere, per chiederle se lei, nel programma elettorale con cui il PD si è presentato alle elezioni, ha mai visto qualcosa di simile alla "Buona scuola". A me non risulta. Concludo dicendo infine che se lei scambia le idee con le ideologie è un suo problema e che, mi permetta, non dimostra brillante capacità argomentativa con "chi non lo vota si merita Salvini". Distinti saluti.

Fr., 22.05.2015 - 13:59 Permalink
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Massimo Mollica Fr., 22.05.2015 - 19:32

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Gentilissima Sig.ra Stefania Azzolini, La ringrazio infinitamente dell’attenzione regalatami. Mi permetta di replicare alle Sue argomentazioni. L’appunto da me espresso non era rivolto a Lei bensì al giornalista e alla redazione (SALTO.BZ), a mio avviso fin troppo anti riforma. E lo dico perché, non essendo del settore, ho cercato di capire quali fossero i capisaldi della riforma, e le relative contestazioni, e ho trovato, questa volta, a differenza delle altre volte, molta gente che l’appoggia e ne è favorevole. Ecco perché mi sembra giusto dare voce pure a loro!
Io ritengo che l’insegnamento sia il mestiere più bello del mondo (mia mamma è stata e lo è ancora maestra, amavo una prof, e pure io ho fatto supplenza) e per questo dovrebbe essere meglio retribuito. Purtroppo non è così perché il paese stesso non va bene. I problemi reali sono ben noti: mafia, corruzione, tangenti, sprechi, burocrazia, evasione. Se riuscissimo a risolvere tali problemi staremmo tutti meglio! E come si fa? Io non ho la soluzione certa. Però posso dirLe che dove vivo, Alto Adige/ Südtirol, il livello di vita è il migliore. Molte di questi problemi non ci sono o sono marginali e infatti i docenti hanno lo stipendio più alto di tutta Italia. Quindi io sono per rendere autonome tutte le province, dove si gestisca localmente ciò di cui si dispone. Se provo a fare questo discorso fuori dalla regione nessuno lo capisce! E chi è causa del suo mal pianga se stesso!
Tornando nello specifico al tema della riforma, come Le ripeto, da ignorante, ho letto il parere di molti, ma non ho trovato argomentazioni convincenti di chi denigra tale riforma. Ho invece letto ragionamenti convincenti di chi l’appoggia, non senza criticarla in alcune sue sfumature. E non mi interessa sapere che la protesta ha e ha avuto un grande seguito, perché questa non è quantificabile e la storia mi insegna che non è sinonimo di giustizia sociale (la protesta dei tassisti avvalora quanto da me detto, e se vuole un ulteriore prova le assicuro che pure Salvini, e il suo odio, ha un notevole seguito!). Noto comunque che non vi è dibattito ma una sterile protesta, non c’è confronto, non c’è tavoli di confronto (in questo il berlusconismo ha vinto alla grande, ma anche Studio Aperto e pure Striscia La Notizia). Rivedo nella “lotta” dei ragazzi la stessa azione dei tanti studenti dai tempi della pantera ai giorni d’oggi. Tutte persone scomparse una volta diplomate o laureatasi, a dimostrazione di quanto vacue siano tali proteste (e non lo dico io, ma lo dice la Storia!). Solo che oggi si macchiano di un odio particolare, paragonabile a quello che vediamo nei commenti su Facebook nei confronti dei poveri migranti.
Sì, lo ammetto, ho votato PD e l’ho votato perché voglio cambiare questo paese! E “A me non risulta” che Lei e la massa di persone che ora protesta lo abbia fatto un attimo prima di questa riforma. Eppure la situazione attuale oggettivamente fa schifo! Non mi risulta che abbiate cercato di cambiare le cose, soprattutto dopo la riforma Gelmini. E Le posso assicurare che dopo questa riforma io ne voglio un’altra, che abbatta i potentati all’ interno dell’università, che la smetta di assicurare il posto fisso a chi se ne frega degli studenti, facendo il bello e cattivo tempo! Io queste cose le voglio cambiare, perché mi fanno schifo!
Concludo asserendo che il mio auguro di vent’anni di Salvini non hanno nulla a che fare con l’ideologia! Se voi non volete cambiare, se il paese non la smette di odiare e non vuole cambiare, non accetta il confronto, allora l’unica via possibile è essere governati altri vent’anni da una persona incompetente e incapace. Farà culturalmente gli stessi danni di Berlusconi e dell’Isis ma condurrà ulteriormente alla povertà economica di questo paese. E una volta che vi ritroverete (grazie a Dio noi siamo provincia autonoma) nella stessa situazione post bellica del 1948, con una povertà diffusa e generalizzata, riuscirete a trovare l’umiltà e la ragione per ricominciare da capo. E la Storia mi insegna che si potranno fare grandi cose (sperando che questa volta la Storia non la si dimentichi più!).
Detto questo, invitandoLa a leggere questo articolo (http://www.selpress.com/istitutotreccani/immagini/220515C/2015052227894… ) Le auguro sinceramente tutto il bene di questo mondo.

Fr., 22.05.2015 - 19:32 Permalink
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Donna Mancina Fr., 22.05.2015 - 20:14

Antwort auf von Massimo Mollica

Gentile Massimo (posso chiamarla per nome a questo punto?),
lei ovviamente non mi conosce e quindi non può di certo sapere con quanto infinito amore e competenza faccio questo lavoro da dieci anni. Da precaria, pur avendo già vinto un concorso e avendo tutti i titoli per entrare di "ruolo". E altrettanto non può sapere quanto abbia personalmente lottato contro la riforma Gelmini e quante assemblee, quante riflessioni, quanto impegno, la sottoscritta, insieme a molti colleghi, abbia profuso durante tutti questi anni. Lo so. Non può credermi sulla parola. Però, solo una piccola cosa le vorrei sottolineare: io sono destinataria di questo piano assunzionale. Se sto facendo tutto quello che posso per contrastare questa riforma, vuol dire che qualche ragione che mi porta a battermi così ci sarà. E a quelle ragioni, da mesi e mesi, non viene dato nessuno spazio di informazione. Quindi ringrazio il giornale e Gabriele Di Luca per avermeno dato l'occasione. Un'altra riflessione: da quando è stata annunciata la "Buona scuola", abbiamo cercato con il governo un confronto continuo: sono state scritte moltissime mozioni durante i Collegi Docenti ma nessun esponente del governo si è mai degnato di parlare con noi. Inoltre l'ha mai letta la LIP per una Buona Scuola della Repubblica di cui parlo nell'intervista? La invito a farlo perché, se davvero tiene alla scuola statale e ai giovani e alla loro educazione così come ci tengo io e come sembra dalle sue parole di risposta, magari potrà trovarci qualcosa di positivo. Infine, l'articolo di Lodoli l'avevo letto e ci ho pensato molto: io capisco le sue intenzioni e credo anche alla "buona volontà" di alcuni tecnici ed elettori del PD, ma Lodoli, che insegna in una scuola vicinissima a quella dove sono io, forse parla dalla sua posizione di "forza" data dalla notorietà. A lei sembra così sbagliato che una graduatoria debba essere rispettata e che non ci sia una chiamata diretta? E che nel caso, dopo una valutazione esterna di personale competente in didattica, io possa essere confermata o mandata via, senza sottostare alle decisioni di uno solo? Detto questo, Salvini e il suo tipo di politica e le cose che leggo sulla sua pagine inorridiscono profondamente anche me. La saluto cordialmente. Magari se ne riparlerà direttamente nella sua terra, l'Alto Adige/Sudtirol, che da un paio d'anni sto imparando a conoscere, rispettare e amare. Stefania

Fr., 22.05.2015 - 20:14 Permalink
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Massimo Mollica Sa., 23.05.2015 - 01:03

Antwort auf von Donna Mancina

Gentilissima Stefania, rinnovo i miei ringraziamenti per l’immeritata attenzione da Lei concessami. Io Le credo su tutto ciò che ha scritto, e mi dispiace leggere che ciò che è stato elaborato da voi non sia stato preso in considerazione da alcun esponente del governo. Non mancherò di leggerla ma io sono nessuno. Quello che però mi piacerebbe è che vi fosse un confronto tra voi e i docenti che non la pensano come voi (come la testimonianza del mio primo link), perché senza confronto, senza dibattito (un dibattito autentico) ogni idea ha meno forza. Sul merito dei punti da Lei posti io posso dirLe che nell’azienda in cui lavoro è così (compresi i 3 anni di valutazione). E se un’azienda rispetta tali requisiti allora è un’azienda sana, perché di solito può capitare che gli incarichi e gli aumenti vengano dati su logiche extraaziendali. Comunque come Le ho detto io sono nessuno.
Detto questo, mi permetta di precisare una cosa: io da altoatesino/sudtirolese sono un privilegiato e in quanto tale, in un mondo dove si muore di fame e di guerra, mi vergogno di tale status. Sogno un mondo migliore a partire dall’ Italia. Ecco perché vorrei che un bambino nato accanto all’Ilva di Taranto o nella terra dei fuochi avesse le stesse opportunità di uno che nasce qui. Se vi sarà l’occasione di approfondire tali temi di persona sarà per me un piacere nonché un onore. E sono certo che chi l’accoglierà nella mia provincia saprà farlo nei migliori dei modi. Ribadisco i miei migliori auguri perché abbia tutto il bene di questo mondo e grazie per l’attenzione datami, massimo.

Sa., 23.05.2015 - 01:03 Permalink
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Gianluca Trotta Mo., 25.05.2015 - 06:54

Antwort auf von Massimo Mollica

Gentile sig. Mollica, possiamo arrivare a un accordo, le va? Le chiederei questo: ogni qualvolta lei mi accusa di averla insultata, potrebbe per cortesia anche allegare i fatti, ovvero citare le parole precise dalle quali lei si ritiene insultato? Grazie.
Per parte mia, mi attengo scrupolosamente alle massime di Liang Shiqiu, "La nobilissima arte dell'insulto" (Einaudi, 2006), e cerco di rispettare "il principio etico per cui ci si dovrebbe rendere conto se una persona meriti o meno di essere insultata" (p. 3).
Se poi, invece, le sue frequenti accuse nei miei confronti (che io l'avrei insultata, intendo) non fossero che la realizzazione della pulsione inconscia del desiderio di venire insultato da qualcuno: se crede, mi faccia pervenire, anche con messaggio privato, gli insulti che le piacerebbe le venissero rivolti. A me la cosa non garba più di tanto; ma, come dice quel personaggio di Terenzio, "homo sum, humani nihil a me alienum puto": vedrò un po' che cosa posso fare per soddisfare al suo desiderio.
Saluti.

Mo., 25.05.2015 - 06:54 Permalink
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Luca Sticcotti Sa., 23.05.2015 - 12:53

Antwort auf von Massimo Mollica

Una precisazione. Gabriele Di Luca, autore di questa intervista, è stato (felicemente) parte della redazione di Salto.bz fino al 31 agosto 2014. Da quel momento scrive (altrettanto felicemente) su Salto in veste di (promi)blogger. Detto questo vi lascio al vostro dibattito che sto seguendo con grande interesse.

Sa., 23.05.2015 - 12:53 Permalink
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Massimo Mollica So., 24.05.2015 - 22:29

Antwort auf von Luca Sticcotti

Chiedo scusa per la mia affermazione. Sono contento che esista un "luogo" come SALTO.BZ dove si possa dialogare e confrontarsi, e spero che il lavoro di tutta la redazione continui, come sempre ha fatto, ha interrogarsi sulle scelte e affermazioni dei politici locali e nazionali, perché questo è alla base della democrazia.

So., 24.05.2015 - 22:29 Permalink
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Sergio Sette Sa., 23.05.2015 - 11:08

Una premessa: credo che la scuola così com'è ora sia davvero indifendibile. Sotto tutti gli aspetti. Ad esempio relativamente al contestatissimo metodo di reclutamento, si preferisce davvero la selezione attraverso l'attuale metodo (il c.d. "mercato degli schiavi) ?
Detto questo da quello che posso capire l'attuale riforma ha diversi punti critici, primo fra tutti ahimè il solito metodo da bullo usato dal nostro Presidente del Consiglio di porre le questioni. Ma non si deve cadere nel tranello di Renzi. Perché forte proprio del fatto che l'attuale scuola è indifendibile la protesta, soprattutto se molto sindacalizzata, ha come effetto certo di creare nell'opinione pubblica un effetto opposto al desiderato.
Una buona scuola poi non va inventata di sana pianta, basta copiare da modelli di successo. Personalmente trovo quello finlandese (http://it.wikipedia.org/wiki/Istruzione_in_Finlandia) estremamente interessante anche se probabilmente per l'Italia, un paese con un senso civico imbarazzante, difficile da attuare (a proposito, in quel sistema il reclutamento avviene su scala locale, spesso per singola scuola...). Ma si deve puntare in alto, perché la scuola può davvero cambiare l'assetto della società come d'altronde è avvenuto anche in Finlandia.

Sa., 23.05.2015 - 11:08 Permalink