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Lunga vita all’accordo di programma?

L'Assemblea pubblica, i tecnici: “occasione per la città”, le critiche: “tutelati solo gli interessi privati”. I Verdi: “vergognoso che Spagnolli abbia lasciato l'aula”.

Ieri, 22 giugno, all’Auditorium dell’Eurac di Bolzano, un manipolo di tecnici competenti - 5 rappresentanti della Provincia, 8 del Comune - ha illustrato, nel corso dell’assemblea pubblica prevista dall’articolo 55 quinquies, l’accordo di programma sul piano di riqualificazione dell’area compresa fra Via Perathoner, Via Alto Adige, Stazione e Via Garibaldi. Accordo elaborato tra la Conferenza dei Servizi del Comune e della Provincia e la società KHB del magnate austriaco René Benko, e non ancora firmato. Oltre ai numerosi detrattori del progetto, il PRU ha contro di sé la comprovata instabilità politica (Spagnolli ammette amaramente su Facebook in proposito: “credo che non ce la faremo”) di questo limbo post ballottaggio. Riguardo il piano di riqualificazione il primo cittadino dichiara: “entro un mese il Consiglio Comunale potrà o approvarlo o respingerlo. Sennò lo farà il Commissario. Alla faccia della coerenza dei Verdi, che saranno pure rimasti puri ma rischiano di non potervisi più opporre. La Politica, quella vera, quella che persegue l'interesse di tutti, pretende compromesso e responsabilità”. 

Nella sala gremita dell’Eurac si sono confusi fra gli astanti volti noti della politica bolzanina fra cui lo stesso sindaco Spagnolli, che prima dell’inizio dell’assemblea ha scambiato qualche parola in privato con Carlo Vettori della Lega Nord, l’immancabile Anna Pitarelli, Maria Chiara Pasquali, Luigi Gallo, Guido Margheri, Angelo Gennaccaro e Luciano Giovanelli (il voto che mancava a Spagnolli per comporre la giunta, conquistato in cambio dell’assessorato alle attività economiche), Rudi Benedikter, Maria Teresa Fortini, il trimuvirato del centrodestra Urzì, Lillo, Murano e una rappresentanza dei Verdi inclusa Cecilia Stefanelli.

La seduta è andata avanti per circa due ore affrontando gli aspetti tecnici dell’accordo di programma: l’architetto, nonché direttore di Ripartizione di Bolzano, Stefano Rebecchi ha illustrato il piano dal punto di vista architettonico, urbanistico e della gestione degli spazi aperti; il direttore Ufficio Mobilità di Bolzano Ivan Moroder dal punto di vista, viene da sé, della mobilità e la direttrice di Ripartizione Patrimonio ed Attività Economiche Ulrike Pichler dal punto di vista giuridico, amministrativo ed economico (tutti i documenti e gli allegati sono rintracciabili sul sito del comune). 

Nel megaprogetto sarebbero inclusi alcuni collegamenti pedonali in centro storico da ripristinare oltre che una galleria, anche questa pedonale, che sorgerà fra piazza della Stazione e la nuova piazza di via Alto Adige. L’edificio che verrà costruito avrà due piani con negozi e alberghi e, sopra, un’area residenziale; tre dei quattro interrati diventeranno invece dei parcheggi con il traffico per il carico/scarico merci che verrà fatto confluire sottoterra e le linee dell’autobus che passeranno per via Alto Adige, via Garibaldi e via Renon. Nessun parcheggio, invece, è previsto sotto la parte meridionale del parco della stazione che resterà un’area verde.

Dopo la presentazione ampio spazio è stato dedicato alle domande del pubblico, agguerrito e per nulla sfiancato dalla lunga introduzione (malgrado qualche lamentela per la prolissità dei tecnici). La prima domanda è stata posta da Chiara Pezzi, consulente legale dell’Unione commercio turismo e servizi che ha chiesto conto delle irregolarità circa le misure della superficie netta che, secondo l’allegato del Comune, ammonterebbe a 22mila mq ma che invece risulterebbe essere, secondo la ricostruzione dell’Unione, di 29mila mq. Un disavanzo inspiegabile, sempre secondo l’Unione, di circa 7mila mq. “Un’accezione diversa della computazione”, ha riposto in merito Rebecchi, ribadendo la veridicità dei dati in suo possesso. “Se pensate che stiamo barando sui metri quadrati - è intervenuto Helmuth Moroder, presidente della Conferenza dei servizi - sarebbe un’offesa per noi, visto che la cosa è controllabile e trasparente, ci prendiamo l’impegno di chiarire la situazione insieme”.

Non sono mancate poi le critiche: “il progetto non è mai stato di interesse pubblico, la zona non era da riqualificare urbanisticamente ma necessitava unicamente di cura, manutenzione e recupero. Il privato promotore non ha alcuna intenzione di occuparsi dei problemi di degrado sociale dell’area in questione, sono spazi pubblici che non dovrebbero essere toccati”. E ancora: “cosa succederà alla famiglia che ha deciso di non abbandonare la sua abitazione in via Garibaldi?”, “non si procederà a nessun esproprio - ha garantito il presidente Moroder - se non vogliono cedere la proprietà avranno tutto il diritto di tenerla”.

Quanto aumenterà invece il traffico?Oltre il 70% dei bolzanini - ha spiegato Ivan Moroder - si muove senza macchina, se verrà costruito il centro commerciale sarà previsto anche un migliaio di posti biciclette e ci sarà una maggiore offerta per quanto riguarda il trasporto pubblico, perciò il traffico cittadino non aumenterà (risposta che ha scatenato un certo dissenso fra il pubblico)”.

Arriva poi l’attacco dei Verdi al sindaco che si era assentato poco dopo l'inizio dell'incontro, “a tante domande politiche i tecnici non possono e non sono tenuti a rispondere, è vergognoso che [Spagnolli] abbia lasciato l’assemblea davanti a una delibera così importante che riguarda l’assetto del capoluogo dei prossimi 20-30 anni”.

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Profil für Benutzer Massimo Mollica
Massimo Mollica Di., 23.06.2015 - 14:40

Non dev'essere edificante che, per motivi sia politici o di mero interesse, vengano messe in discussioni le scelte fatte da chi lavora in un settore. Io lo trovo umiliante per la professionalità di chi ogni giorno fa il suo dovere. Posso capire che uno straveda per un parco in cui nessun bolzanino ci verrebbe perché non ha senso, o impazzisca per case vecchie e fino a poco tempo fa riempite di esseri umani come conigli, o ancora provi gioia nel respirare smog per le strade più trafficate della città, e per almeno uno di questi motivi sia contrario al progetto Benko. Capisco tutto questo. Però quando si viene a mettere in discussione la professionalità di gente che fa solo il suo dovere, ecco qui si ferma la mia comprensione. E' un po' come quando lo scandalo SEL era all'apice (e poi si è vista com'è andata) e uscendo con una macchina di servizio rischiavi di beccarti del ladro! Oppure come quando c'era in gioco una fusione e politici, poco avvezzi (per non dure altro) al mondo dell'energia, erano contrari perché evidentemente si erano svegliati male...
Di certo, mia impressione, questa vicenda rappresenta una pietra miliare per questa città. Dal fatto che si faccia o meno capiremo se Bolzano Bozen ha un futuro evolutivo, che si proietti da vera città capoluogo, oppure è destinata a rimanere ferma, e quindi a spegnersi.

Di., 23.06.2015 - 14:40 Permalink