Politik | Convention

Sorrisi a denti stretti

Ecco la sintesi degli interventi più significativi della ‘leopoldina’ del PD. Alla quale hanno partecipato anche Spagnolli, Steger, Holzmann ed Artioli.

La prima ‘leopoldina’ del PD si è svolta in un vasto salone industriale vuoto con l’acustica simile a quella di una chiesa. Sulle poltroncine da spiaggia da 2 euro nel corso delle 4 ore di convention si sono accomodate circa 200 persone, ma poche decine sono state quelle che hanno ascoltato i 47 discorsi programmati, tra apertura, interventi veri e propri di 3 minuti e conclusione. Per molti dei presenti infatti, dopo la prima mezzora, la vera e propria convention si è spostata dietro le quinte nel locale attiguo del buffet, evidentemente molto più familiare per la vecchia nomenclatura democratica. Dando luogo tra l’altro ad un fastidioso brusio di fondo del quale molti ‘relatori’ si sono lamentati. 

Eh sì. Concepita per dare voce anche ai cittadini oltre che a qualche ospite, in realtà la ‘leopoldina’ ha manifestato direttamente nel novero di partecipanti, intervenuti o meno, alcuni difetti di fondo. Soprattutto l’età. In sala gli under 40 erano con ogni evidenza non più del 10%, per non parlare degli under 30 per contare i quali sarebbero state sufficienti le dita di due mani. 

In sala sono saltate all’occhio poi alcune assenze. Alcune anche interne al PD, come quelle di Luisa Gnecchi e l’ex segretario Antonio Frena. Non si sono visti anche i sindacalisti, nemmeno Alfred Ebner che pure risultava nell’elenco di coloro che si erano iscritti per parlare. Grandi assenti sono risultati anche gli ecosociali: Guido Margheri per l’appunto ("non c'erano le condizioni politiche per partecipare) ha preferito reacarsi ad una manifestazione sindacale, di Luigi Gallo nessuna notizia, mentre per i Verdi ha partecipato Patrizia Trincanato più con intento déjà vu che altro. 

Dopo i saluti e l’introduzione dei lavori a cura dei promotori Christian Tommasini e Carlo Costa, tra i primi interventi si sono distinti Francesco Palermo, con un messaggio video in cui non ha perso l’ennesima occasione per ricordare  l’appuntamento irrinunciabile con il restyling dell’autonomia, e l’ad della A22 e Obmann SVP di Salorno Walter Pardatscher che ha ricordato la necessità che i partiti sviluppino un metodo efficace per relazionarsi con il fenomeno in crescita delle liste civiche. 

Particolarmente interessanti sono risultati poi gli interventi dei due manager Paolo Montagner e Umberto Tait, che hanno ricordato l’importante sfida di far funzionare ancor meglio la macchina pubblica altoatesina pur in presenza di risorse in diminuzione. 

Particolare curiosità ha suscitato quindi l’intervento di Luigi Spagnolli. L’ex sindaco, apparso in ottima forma, ha colto l’occasione per richiamare il suo partito, in quanto forza di governo, a non farsi affascinare dalle sirene dell’antipolitica. “Strillare non serve a nulla, ai problemi vanno trovate le soluzioni” ha detto l’ex sindaco di Bolzano invitando il suo partito a spendere tutte le sue energie nell’individuazione delle persone migliori per costruire il futuro. 

Molta attesa c’era anche per l’intervento di Giorgio Holzmann che si è detto convinto che i partiti debbano prendersi le loro responsabilità, senza facili ricorsi a persone “tratte dalla società civile”. L’ex deputato ha detto che spesso la politica insegue o ignora ed ha lanciato una sorta di invito ai suoi ex antagonisti politici. “Per tanti anni ci siamo divisi per ragioni ideologiche, ma la realtà ora è diversa e ora è più importante mettere insieme le intelligenze che le appartenenze” ha detto Holzmann. 

Tra gli interventi uno dei più originali come forma è stato quello di Alessandro Huber, che ha raccontato la rabbia con cui tornano i giovani che si recano ad Auschwitz per il treno della memoria. “I ragazzi tornano arrabbiati con le generazioni precedenti che non hanno saputo proteggerli” ha raccontato Huber, dicendosi sorpreso dal fatto di essere uno tra i più giovani ad intervenire con i suoi 28 anni. 

Successivamente tra gli altri sono intervenuti Rudy Favretto che ha chiesto dalla politica maggiore attenzione per le eccellenze sportive, come il suo Neruda Volley, il presidente di Confesercenti Tibaldo con una filippica contro i centri commerciali, e l’artioliano Degasperi che ha chiesto maggiori sforzi per la formazione plurilingue precoce. 

Dopo Pietro Calò intento a rappresentare il partito dei sì (ad aeroporto, PRU diva Alto Adige, Polo Biliotecario, ecc.) è quindi intervenuta a contraltare Patrizia Trincanato, tutta intenta invece a ribaltare quella che lei stessa ha definito la nomea di ‘Neinsager’ attribuita agli ecosociali. 

Successivamente al microfono è andato Roberto Bizzo che, dopo aver citato nientemeno che la legge di Murphy (“se tutto è andato male può anche andare peggio”) ha rivendicato per il suo partito la necessità di accordi a sinistra, ma nello stesso tempo ha definito di essersi incontrato nei giorni scorsi anche con Giorgio Holzmann (un monito?). Dopo di che il vicepresidente del consiglio provinciale ha lanciato un messaggio in parte contraddittorio, invitando il suo partito a dare spazio ai giovani (“lo ha detto anche Renzi: 10 anni e poi me ne vado”). 

Stupore ha quindi suscitato l’intervento di Heinz Peter Hager che si presentato vestito in modo inusualmente sportivo. Apparso visibilmente emozionato (gli tremava il microfono in mano), Hager non ha fatto cenno minimamente al PRU di via Alto Adige dicendosi invece convinto che l’Alto Adige stia veramente cambiato (“tant’è vero che ora abbiamo più paura dei terroristi islamici che di quelli altoatesini”). 
La cultura da separazione deve diventare ora strumento di forza” da detto quindi Hager, facendo i complimenti al PD di Renzi (e alla provincia guidata da Kompatscher), invitando quindi il Partito Democratico dell’Alto Adige altoatesino ad abbandonare le piccole sfide di bottega. “Ora vogliamo tutti che Bolzano diventi veramente il capoluogo della sua provincia” ha quindi concluso solennemente Hager. 

Tra i successivi interventi si sono imposti Carlo Bassetti (“nel futuro cruciale sarà il paternariato tra pubblico e privato, con il pubblico non chiudiamo nemmeno i buchi nei marciapiedi”), Dieter Steger (“vogliamo che Bolzano diventi il posto dove tutti gli europei desidererebbero vivere”) e i meratesi Zanella e Giampieretti che hanno portato la loro esperienza dalla piccola enclave meranese del partito. 

Dopo la parziale delusione rappresentata dall’atteso intervento di Renzo Carmaschi, che ha scelto di dedicare i suoi 3 minuti al codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a mezzogiorno quindi puntuale come un orologio è arrivata Elena Artioli, in tempo per un rapido saluto fuori programma (nel quale neanche a dirlo ha chiesto che “vengano valorizzate le diverse anime del partito”). 

La conclusione è stata quindi affidata al deputato Gianclaudio Bressa che, dopo aver ringraziato, ha arringato i presenti in parte svegliandoli dal torpore utilizzando un tono di voce per lo meno doppio rispetto al mite Guido Bocher che lo aveva preceduto. 

Dopo di che la prima ‘leopoldina’ altoatesina si è conclusa con tanto di sigla e strette di mano. 
Durante le 4 ore di convention spesso i presenti hanno detto di riconoscersi più in un ‘Alto Adige che vorrei’, rispetto all’Alto Adige che verrà del titolo della manifestazione. 
In questo distingue ci sta tutta la distanza che sta tra i desideri e la realtà, tra i sogni e i programmi concreti. 
Il “cantiere delle idee sul futuro della nostra terra” proposto dal PD è appena cominciato, ma i tempi stringono perché mancano solo 6 mesi ormai alle nuove elezioni di Bolzano. La strada è ancora molto lunga. E senz'altro in salita.

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Oscar Ferrari Sa., 21.11.2015 - 23:02

articolo fazioso, il solito giornalismo corrotto di regime, e pure interista. Poltroncine di quelle lì, a meno di cinque/sei euro non ne trovi, a meno che non si tratti di noleggio. Ma questo avresti dovuto specificarlo.
A parte gli scherzi, è una di quelle volte che invidio chi fa il giornalista

Sa., 21.11.2015 - 23:02 Permalink
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Massimo Mollica So., 22.11.2015 - 23:28

Mi sarebbe piaciuto partecipare e poter dire la mia. Purtroppo ieri sono stato in azienda tutta la giornata causa intervento straordinario. Non mi lamento perché comunque faccio un bel lavoro...

So., 22.11.2015 - 23:28 Permalink