A.A.A.: Indipendentisti cercasi
Possiamo immaginarci il tema dell’autodeterminazione come un carro – o un carrozzone – che di tanto in tanto attraversa il discorso pubblico sudtirolese. Perlopiù questo carro è guidato dalle solite persone. Possiamo chiamarle “i professionisti dell’autodeterminazione”. Però si trova anche qualche volto nuovo, e allora ecco l’impressione che qualcosa si muova sul serio. Impressione ingannevole: ciò che rimane costante è la mancanza di un vero progresso degli argomenti portati in favore della causa secessionista. Continuano a prevalere invece pressappochismo e dubbia voglia di protagonismo.
Tra quelli sempre un po’ indecisi se salire o meno sul carro – o per meglio dire: con un piede fuori e l’altro dentro – troviamo la Svp. Martha Stocker, in un’intervista pubblicata dall’Alto Adige, ha affermato che “libertà e indipendenza sono gli obiettivi di ogni minoranza”. Parole certo apprezzate da Roland Lang (Süd-Tiroler Freiheit), il quale ha allestito di recente un repertorio di citazioni allo scopo di dimostrare che la finalità del partito di raccolta non è tanto (o non dovrebbe essere) quello di difendere l’autonomia, quanto piuttosto quello di puntare con decisione all’indipendenza (nel 1993, cioè un anno dopo la “quietanza liberatoria”, nel programma del partito si poteva ancora leggere che “die SVP bekräftigt die Unverzichtbarkeit des Selbstbestimmungsrechtes der Südtiroler”). Come noto la Svp ha però molte anime, e all’interno del partito la diversificazione delle posizioni talvolta riesce a rasentare la contraddittorietà senza danneggiare la sua logica di fondo: accontentare (e dunque anche deludere) contemporaneamente quasi tutti i suoi interlocutori.
Volendo parlare sensatamente di autodeterminazione bisognerebbe porsi piuttosto una domanda stringente: che cosa è mutato adesso – cioè proprio “Iatz” – per riproporre con maggiori probabilità di successo una questione che a livello internazionale (e includiamo ovviamente l’Italia e l’Austria tra i principali attori di questa partita) nessuno mostra l’interesse di riaprire? In realtà pochissimo. Ed è forse per questo che, da un po’ di tempo a questa parte, qualcuno ha compreso che soltanto mobilitando l’intera popolazione residente a favore della “causa”, dunque non sottolineando più esclusivamente le prerogative delle “minoranze”, sarebbe possibile riaprire i giochi, almeno prospetticamente (i Freiheitlichen hanno ottimisticamente previsto quattro anni di tempo).
Così ultimamente si cercano disperatamente nuovi attori sensibili al tema. Ma quanta credibilità possono avere, alla fine, neofiti del genere? E soprattutto, visto che dovrebbero essere in particolari gli “italiani” a montare sul carro indipendentista, quali sono le posizioni emerse di recente in grado di sostenere questa tendenza? A parte qualche provocazione (Alessandro Bertoldi, del Pdl, ha affermato che non vedrebbe malvolentieri un referendum che prospetti l’ipotesi di un Alto Adige libero soprattutto di riaprire le case chiuse e i casinò per attirare tanti facoltosi turisti), qualcuno al massimo si dichiara interessato “a parlarne” – il Movimento 5 Stelle promuove per esempio un incontro esplorativo –, tuttavia senza indicare concretamente né come, né con chi, né tantomeno in vista di cosa (Elena Artioli, annunciando la sua presenza al raduno di sabato, ha scritto che “male che vada, potremmo farci una cultura della musica tradizionale catalana, basca e scozzese”). Insomma, “male che vada”, intanto godiamoci la festa e scherziamo un po’ col fuoco. Poi si vedrà.
L'Alternativa...
Auspico che poi a breve qualcuno organizzi la festa dell'INTERDIPENDENZA, come necessario contrappunto alle marcette dei buontemponi di Merano.
In merito alle specifiche caratteristiche del contrappunto potrei eventualmente fornire qualche utile consiglio... condendo il tutto con una buona dose di CIOCCOLATA AMARA.
Selbstbestimmung...
Ich denke insgesamt ist das Interesse weniger groß als es die Lautstärke einiger Protagonisten vermuten lässt. Menschlich kann ich dieses Ansinnen verstehen; es politisch zu vertreten ist ebenfalls vollkommen legitim und unsere starke Freiheit und Demokratie machen es auch möglich. Politisch realistisch ist es aber nicht. Anschluss an Österreich und Freistaat wurden rechtlich und politisch erst letzte Woche von fachlich höchst kompetenter Seite(Prof. Hilpod Universität Innsbruck) zusammen mit dem Sezessionismus allgemein ins Reich der politischen Utopien verfrachtet. Gerade auch die Wiedervereinigung mit Nordtirol unter Österreich geht schon allein wegen des Staatsvertrags nicht. Die EU wiederum hat eine offizielle europäische Bürgerinitiative für Selbstbestimmung(ist gleich Sezession) nicht zugelassen und hat sie versenkt; die läuft nun als einfache Unterschriftenaktion. Insgesamt hatten die Unabhängigkeitsbefürworter bisher kein besonders gutes Jahr; die Freiheitlichen als vor der STF größte 'Unabhängigkeitspartei' befinden sich seit Wochen in einer tiefen Krise; was der 'Sache' vielleicht mA auch insgesamt schadet. Eigentlich kopieren die Schützen in gewisser Weise das was die Alpini letztes Jahr als adunata in Bozen veranstaltet haben zumal sie verstanden haben daß der Marsch letztes Jahr wenige Wochen vor der adunata ein Schlag ins Wasser war; wenn etwas in Südtirol funktioniert dann ist es politische Muster als Volksfest zu veranstalten; auch wenn die adunata weit unpolitischer diese Veranstaltung ist. Daß Martha Stocker dabei ist würde ich hier nicht überbewerten; innerhalb der Sammelpartei ist sie für dieses Thema zuständig und es ist klar daß sich die(jede) Partei vor Wahlen möglichst present und aufgestellt sein will. In diesem Sinne will die Mehrheitspartei den Spagat zwischen Teilnahme bei Iatz bis zum liberalen Quasigrünen schaffen; was nicht leicht aber lohnenswert ist. Iatz wird mA eine schöne, friedliche und bunte Veranstaltung mit Volksfestcharakter mit Musik und Trachtengruppen sein. Ein Erfolg für die Veranstalter mit viel Medieninteresse bei der keine(deutsche) Partei fehlen wird(und darf). Und damit sind wir beim Grundproblem des Ganzen; es wird bei aller Buntheit eine zutiefst deutsche Veranstaltung bleiben. Wollen die Befürworter weiter kommen müssen sie den Italienern Südtirols substentiell entgegenkommen; das wird aber aufgrund ihrer 'politischen Natur und besonders ihrer Kernanhängerschaft sehr schwierig. Aber; gönnen wir uns diese Party... :)