Un diritto inalienabile

Sono diverse le criticità che compongono l’intricato mosaico dell’accoglienza dei profughi. Non ultimo la necessità di permettere ai bambini, che giungono sul suolo provinciale, di avere accesso all’istruzione. Attualmente all’Hotel Alpi, come conferma Luca Critelli, direttore della Ripartizione Famiglia e Politiche sociali, sono ospitati, insieme alle loro famiglie, 9 bambini in età scolare. Il motivo per cui questi minori non sono ancora stati inseriti in alcun programma scolastico - riferiscono alcune voci - si deve al fatto che si sarebbe prospettata l’idea di aprire un centro profughi nel comune di Chiusa, dove i migranti sarebbero potuti essere trasferiti e i bambini frequentare la scuola. Un’ipotesi subito smentita da Critelli in un nota che pubblichiamo integralmente e senza tagli, così come richiesto espressamente dall’interessato:
“Presso l’Hotel Alpi sono ospitate alcune famiglie con bambini in attesa di formalizzazione della domanda di asilo e in attesa di essere inserite nella ordinaria rete di accoglienza. Non si tratta di famiglie assegnate nell'ambito delle quote statali, ma giunte direttamente in Provincia.
Ci sono al momento complessivamente 9 minori in potenziale età scolare.
Le famiglie sono accolte al massimo da dicembre 2015, quindi tutte da poche settimane. Il breve periodo di accoglienza finora trascorso presso l’Alpi è destinato alla regolarizzazione della posizione dei migranti rispetto alla domanda di protezione internazionale e rispetto agli accertamenti sanitari necessari. Non essendo ancora formalizzata la richiesta di protezione internazionale presso la Questura le persone non sarebbero nemmeno in possesso dei documenti per l'iscrizione scolastica.
Nel comune di Chiusa non è prevista l’apertura di nessun centro profughi. Si tratta quindi di una informazione non corretta. È stata data la disponibilità di alcune camere per l’eventuale collocazione temporanea di persone vulnerabili o famiglie in situazioni di emergenza, sullo stesso modello di quanto in caso di necessità avviene già da anni con altre strutture alloggiative”.
Secondo quanto afferma il direttore della Ripartizione Famiglia e Politiche sociali, dunque, finché non viene formalizzata la richiesta di protezione internazionale sembrerebbe che i bambini non abbiano diritto a frequentare le scuole. È così che stanno le cose? Ebbene, anche per quanto riguarda i minori non accompagnati esistono diritti precisi: “Tutti i minori stranieri, anche se privi di permesso di soggiorno, sono soggetti all’obbligo scolastico e hanno diritto di essere iscritti a scuola. Questo diritto riguarda la scuola di ogni ordine e grado (quindi non solo la scuola dell’obbligo). L’iscrizione dei minori stranieri avviene nei modi e alle condizioni previsti per i minori italiani, e può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico. I minori stranieri privi di documentazione anagrafica sono iscritti con riserva, ma possono comunque ottenere il titolo conclusivo del corso di studi, nelle scuole di ogni ordine e grado”.
Chiarisce ulteriormente la questione Gianfranco Schiavone, vicepresidente dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi): “Esiste non solo un diritto ma un obbligo all’iscrizione scolastica per i minori, tenuto inoltre conto del fatto che i tempi per la formalizzazione della richiesta d’asilo devono essere velocissimi”. “È vero - prosegue Schiavone - che la normativa è largamente disattesa eppure è obbligatoria ai sensi della direttiva europea che pone addirittura come termine per la redazione del verbale di presentazione della domanda di protezione internazionale (Mod. C3) 3 giorni lavorativi a partire dalla manifestazione della volontà di presentare la domanda stessa, prorogabili fino a 10 giorni lavorativi in caso di afflussi particolarmente consistenti”. Prima di ottenere il cosiddetto modulo C3 è opportuno ricordare che ai richiedenti asilo viene comunque rilasciato un documento dalla Questura. Il punto - conclude il vicepresidente dell’Asgi -, è che “se quella legata all’intervento è una lentezza relativa, allora ciò rientra nei limiti della tolleranza, seppure disdicevole, della situazione italiana, ma resta il fatto che occorre agire nel più breve tempo possibile”.
Es gibt keinen bessere
Es gibt keinen bessere Investition für den Staat als diesen Kindern den Kindergartenbesuch zu ermöglichen. Nebenbei finde ich sollte grundsätzlich für alle Kinder ein verpflichtendes Kindergartenjahr vorgesehen sein.