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“Ai tifosi piace... vincere”

Anche agli Europei di Francia i tifosi di calcio altoatesini si divideranno tra Italia e Germania. Nonostante la presenza nella competizione della nazionale austriaca.

Come si stanno preparando i sudtirolesi agli europei di calcio che prendono il via oggi in Francia?
Lo abbiamo chiesto al collega giornalista dell’Ansa Stefan Wallisch, viennese di padre austriaco e madre italiana. 

salto.zb: Per chi fa il tifo Stefan Wallisch?
Stefan Wallisch - Io tifo Italia da sempre. Il primo mondiale che ricordo bene è quello del 1982. All’epoca avevo 12 anni ed avevo in casa con me a Vienna in quei giorni un cugino napoletano che mi ha un po’ introdotto a questa cosa. Insomma: ho imparato il vero tifo italiano durante un mondiale che ci è rimasto nei cuori. Ho scelto l’Italia e non ho mai avuto dubbi in questo senso. In ogni caso bisogna ricordare che gli austriaci non hanno mai tifato Germania.

A differenza dei loro cugini sudtirolesi…
Già. In Austria da sempre c’è una rivalità tale che se - ad esempio - giocano tra di loro Germania e Francia è più facile che gli austriaci facciano il tifo per la Francia. E’ una rivalità tra vicini di casa o, meglio, tra fratello grande e fratello piccolo. In ogni devo precisare che io sono davvero un opportunista sportivo.

In che senso?
Per il calcio tifo Italia perché è bello vincere o arrivare nella fase finale. Negli sport invernali però, come ad esempio nello sci, pure non ho dubbi tifando Austria. 

I sudtirolesi di lingua tedesca si dichiarano minoranza austriaca ma tifano Germania. Perché?
Beh, chi tifa per motivi politici per essere coerente dovrebbe tifare Austria. Va detto però che l’Austria è riuscita solo una volta ad arrivare alla fase finale dell’Europeo uscendo al primo turno, mentre l’ultima partecipazione ai mondiali risale al 1998. Come fai allora a tifare per chi non partecipa?

In realtà quest’anno l’Austria arriva all’Europeo con un undicesimo posto nel ranking FIFA. Davvero non male…
Sì, la rappresentativa austriaca oggi è abbastanza forte e lo si è visto anche nei mesi scorsi. Nella squadra gioca anche un grande campione come David Alaba, che fa parte del Bayern ed è nato a Vienna da genitori filippini e nigeriani.

Anche l’Austria come la Germania si è rafforzata grazie ai giocatori di origine straniera?
Sì e in realtà l’Austria in questo senso è venuta prima. Come saprete Vienna da questo punto vista è una città multietnica da diverso tempo. Già dal dopoguerra con la presenza soprattutto di Gastarbeiter jugoslavi e turchi. 

In Alto Adige davvero nessuno fa il tifo per l’Austria?
Questa volta vedremo. Qualcuno potrebbe tifarla perché la squadra è giovane, interessante e potrebbe anche fare bene. 

Gli indipendentisti da sempre tifano Germania. Questo è fuori dubbio. 
Il tifo politico ha il suo peso. E’ inutile negare che se la Germania vince e l’Italia qualcuno gongola in Alto Adige. Tutti si ricordano i caroselli dei tifosi italiani sotto la sede della SVP. Ma gli aspetti politici naturalmente si intrecciano con quelli sportivi. Il calcio tedesco è un calcio bello, interessante e vincente. Che viene probabilmente incontro alla mentalità sudtirolese un po’ più razionale, strutturata, meno emotiva e improvvisata rispetto al calcio mediterraneo. Ci sono poi anche gli aspetti emotivi…

Ha anche il suo peso il fatto che la nazionale di calcio tedesca spesso è stata ospite della provincia di Bolzano in occasione dei suoi ritiri?
Certamente. Il ritiri in Sudtirolo hanno portato fortuna alla Germania. 

Insomma: la tradizionale rivalità calcistica tra Italia e Germania in Alto Adige assume una forma diversa rispetto al resto d’Italia…
Sì, ma secondo me oggi la situazione è molto più distesa. C’è sempre chi esagera, ma sono molti meno rispetto al passato. Quando poteva succedere che in piazza Vittoria qualcuno faceva il saluto romano o esibiva tatuaggi con il monumento. 

Comunque rispetto nel passato non c’è memoria di scontri fisici tra tifoserie calcistiche delle nazionali in Alto Adige. 
Già. Va detto che i caroselli per la nazionale sono una tradizione legata anche al fatto che l’Italia è sempre arrivata soffrendo ai suoi successi. 

E’ un qualcosa di liberatorio, insomma. Con i tifosi italiani che si svegliano da loro letargo di scetticismo solo se la loro nazionale riesce a raggiungere semifinali e finale.
Bisogna anche dire che la città di Bolzano non è abituata ai caroselli non avendo un’unica o due squadre del cuore, come avviene invece in molte altre città del resto l’Italia. In ogni caso gli europei finiscono essere, per tutti, una bella occasione per stare insieme. Senza grandi drammi anche se si perde.