Gesellschaft | Sanità

“È una vergogna”

Duro attacco di Franz Ploner, direttore sanitario dell’ospedale di Vipiteno, contro la decisione della giunta di chiudere il punto nascita del comune della Val d’Isarco.

È deciso: il punto nascita di Vipiteno chiuderà. Lo ha annunciato oggi (12 luglio) nella consueta conferenza stampa di giunta il presidente della Provincia Arno Kompatscher riferendo che il reparto resterà operativo solo fino al 31 ottobre prossimo. Una debacle, dunque, per quanti speravano nella "salvezza", dalle ostetriche, ai medici, dai sindacati ai cittadini - e in particolar modo cittadine - comuni, oltre a diversi esponenti politici che hanno tuonato in queste ultime settimane contro lo spauracchio della chiusura, diventata ora ufficiale.

Una notizia accolta con rammarico e collera dal direttore sanitario dell’ospedale di Vipiteno Franz Ploner: “Siamo in regola, abbiamo i requisiti richiesti dal Ministero, abbiamo calendarizzato i servizi, presentato qualsiasi documentazione che ci hanno chiesto di inviare, e per inciso l’ospedale di Vipiteno è stato l’unico ad aver adempiuto a tale compito, ed è così che ci ripagano?”. Il comitato per l’assistenza alla nascita composto da Horand Meier, coordinatore dell’Unità operativa per la direzione clinica e la gestione del rischio della Ripartizione sanità; Oswald Mayr, direttore sanitario dell’Azienda sanitaria; Hubert Messner, primario di neonatologia dell’Azienda sanitaria; Markus Markart, primario di pediatria a Bressanone; Heinrich Stecher, vice primario di ginecologia all’Ospedale di Silandro; Werner Beikircher, anestesista all’ospedale di Brunico; Sabine Nitz, ostetrica all’ospedale di Vipiteno; e Stefano Mascheroni, segretario regionale di Cittadinanza Attiva ha analizzato la situazione nei reparti di neonatologia dei sette ospedali altoatesini.

Al centro della valutazione la sicurezza e la salute delle madri e del bambino, gli standard qualitativi previsti, il numero di personale necessario e la distanza dagli ospedali più vicini. Nessuna deroga a questo punto, tuttavia, verrà presentata a Roma il 29 luglio, termine entro il quale la Provincia avrebbe dovuto inviare il suo piano d’azione per salvare il punto nascita del comune dell’Alta Val d’Isarco (l’applicazione della deroga resta in piedi, invece, per il punto nascita di Silandro). “È una vergogna indicibile - prosegue Ploner - e non facciamoci illusioni, la decisione è stata presa un anno fa e tutto è stato stabilito dalla giunta provinciale, il Ministero non c’entra nulla”.


         Il direttore sanitario dell'ospedale di Vipiteno Franz Ploner

Un esito ancora più inspiegabile, insiste il primario, dal momento che “a differenza di Vipiteno Silandro non ha i requisiti necessari, e anche Merano non è a norma: dovrebbero avere almeno un neonatologo 24 ore al giorno visto che hanno 1000 parti l’anno”. E ancora: “Io certamente non mi sposterò a Bressanone, e lì la situazione del reparto è già critica, ci sono persone sistemate nei corridoi perché non c'è abbastanza posto”. Intanto, dopo l’annuncio di oggi, l’assessora Martha Stocker ha incontrato i vertici del comprensorio sanitario di Bressanone per definire i prossimi passi da adottare fino alla chiusura del reparto di Vipiteno. Alla riunione erano presenti il direttore del Comprensorio sanitario di Bressanone Walther Amhof; Markus Markart; la direttrice del servizio assistenziale Emanuela Pattis; il direttore sanitario dell’ospedale di Bressanone Martin Ogriseg; la coordinatrice amministrativa del Comprensorio sanitario di Bressanone Evelin Reinstaller; Sabine Nitz; e il primario di ginecologia dell’ospedale di Vipiteno, Albrecht Giuliani.

Non c’era invece Ploner che attacca: “Non ho potuto partecipare al meeting perché dovevo visitare una persona ammalata a Innsbruck, difficile del resto essere presente se c'è un controllo medico urgente da effettuare e alle 12.30 mi si chiede di essere a Bressanone mezz'ora dopo, non è questo il modo di agire o di trattare le persone”. Kompatscher ha assicurato che non ci sarà perdita di posti di lavoro e che verrà anzi rafforzato il servizio sanitario in periferia. Obietta Ploner: “Non mi sembra che dopo la chiusura del punto nascita di San Candido a Brunico siano cambiate le cose visto che il personale in reparto non è ancora sufficiente, sono solo chiacchiere, nient’altro che chiacchiere”.