"Ci ho lasciato il cuore"
In queste settimane è stato scritto molto sul Pronto Soccorso di Bolzano, con tanto di titoloni in prima pagina.
Quello che politici, amministratori e utenti non possono capire a pieno è che il Pronto Soccorso di Bolzano è un posto magico per chi ci lavora, per chi ha cercato aiuto e qui l’ha trovato.
E sono tanti i casi solo che, si sa, fa piu’ notizia - grazie anche all’uso dei media - un caso andato male rispetto ai 1000 casi trattati con successo. Questo succede dappertutto, in tutti i mestieri e tanto più in un ambito dove si gioca con la salute, un diritto fondamentale.
Il Pronto Soccorso rispecchia la realtà urbana e probabilmente Bolzano, per tanti motivi, ha cambiato connotati, non essendo più solo l'ordinatissima cittadina che vuole apparire.
Io al Pronto Soccorso di Bolzano ci ho lavorato, e ci ho lasciato il cuore.
Potevo imparare di più? Sicuramente! Potevo imparare molto di più dal punto di vista professionale. Ma ho imparato altre cose, che non avrei mai pensato.
Perchè era bello lavorarci? Perchè c’era sempre da fare e perchè ci si dava sempre da fare.
Si passava da un caso chirurgico ad uno ortopedico ad uno medico. Questa è la particolarita’ cioè l'apertura del Pronto Soccorso di Bolzano, una caratteristica condivisa ad esempio con Stati Uniti e Canada. E che manca da altre parti, dove c’è invece una rigorosa suddivisione tra Pronto Soccorso medico, ortopedico e chirurgico. Come se il paziente potesse spezzettarsi. Come se il paziente con sincope che si è spiaccicato la faccia e la spalla andasse gestito in successione da internista, chirurgo, ortopedico e eventualmente dall’otorinolaringoaiatra. A Bolzano questo paziente viene invece visto semplicemente dal medico di Pronto Soccorso.
Venti anni fa dove c’è la shock raum c’era una sala operatoria che andava a ciclo continuo. E da quanto raccontano le vecchie infermiere la cucina (ora un angusto locale) del Pronto Soccorso era invece il centro nevralgico di tutto l’ospedale.
Adesso vedere i titoloni dei giornali in cui sembra che il Pronto Soccorso sia la causa dei mali di Bolzano fa davvero un po’ tristezza. A me che ci ho lavorato, ma figuriamoci a quelli che l’hanno messo in piedi!
Ma è possibile che nessuno degli utenti trattati dal mitico Iwan (praticamente tutta Egna e mezza Bolzano) non dica niente? Possibile che tutti i pazienti siano stati privati della loro privacy, ignorati, lasciati a decantare per ore in attesa di un medico?
Dai titoli di giornale di qualche giorno fa sembra veramente che la ripartizione Sanità della Provincia abbia trovato la colpa di tutto ciò: 2 medici malati.
Urge una precisazione: i medici del Pronto Soccorso di Bolzano non si danno malati e allora quando mancano sono veramente malati. I medici del Pronto Soccorso di Bolzano quando prendono servizio dimenticano i loro problemi, le loro beghe familiari, i loro malumori. Non hanno tempo, sono lì per lavorare. Ho visto colleghi che si trovavano in cucina per bere tra una colica renale e un’altra, un altro che zoppicava con le stampelle, come un dr House in sarner. Uno che gli cigolava il ginocchio, ma non riusciva a prendersi libero per farsi cambiare la protesi.
No, Assessore, se crolla il Pronto Soccorso, non è perchè ci sono 2 medici malati.
Il lavoro ci piace, parlare con gli utenti ci piace, magari di più con quelli gentili. E’ stato chiesto all’URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) di funzionare nei due versi (utente-operatore ma anche operatore-utente). Non ci hanno neanche risposto. Si saranno fatti una crassa risata.
Non ho letto molto di quello che e’ stato detto dall’Ufficio rapporti con la stampa su questa metodica crocifissione degli operatori del Pronto Soccorso. Mi sono persa qualcosa?
Lavorare con gli infermieri del PS e’ stato bellissimo. Mi dispiace, ma devo proprio dirlo: le infermiere/infermieri di Pronto Soccorso sono i più fighi dell’ospedale (solo i vicini di casa li apprezzano!). Quelli rodati hanno un occhio clinico che sorvola la folla come un drone, sempre che non ci sia troppa gente assiepata. Quante volte durante un turno veniva il triagista dicendo: „Ci sono due gialli, vedimi questo prima, non mi piace“. Scattavamo in piedi all’istante per prendere il paziente. Il triagista è la vedetta, è quasi la persona piu’ importante del Pronto Soccorso (se dentro c’è un medico in gamba meglio ancora!).
Ecco perchè va bene il ricambio generazionale, ma era meglio conservarsi qualcuno degli infermieri più 'rodati'.
Quanto rischiano i triagisti ogni notte o turno festivo? Tanto. Chi li protegge? Dagli insullti nessuno, dalla violenza fisica la polizia, ma per fortuna non siamo ancora a livello di altri ospedali d'Italia.
Il Pronto Soccorso come viene visto dagli altri reparti? La risposta è semplice: come un purgatorio.
Succede che il consulente che sbraita al telefono per essere stato chiamato si zittisce all’istante appena entra nel corridoio del Pronto Soccorso. Se vede il bancone con la montagna di pratiche abbassa la testa. E se casualmente si aprono in quel momento le porte scorrevoli e compare il mare di pazienti in atrio, magari abbozza persino un sorriso di compassione.
Noi medici di Pronto soccorso come veniamo visti? Come reietti.
Un collega della medicina una volta ha affermato che per lavorare in Pronto Soccorso basta essere delle pecore con gli occhiali. Per qualche tempo la foto della pecora con gli occhiali ci faceva da mascotte in bacheca, poi si dev’essere stancata anche lei.
Fondamentalmente è così, nessuno riconosce il ruolo di un bravo medico di Pronto Soccorso. Il paziente, perchè comunque soffre e aspetta. Il parente perchè aspetta. I colleghi perchè il medico osa ricoverare o chiedere consulenze. Gli amministrativi? Eccoli.
"Che palle, non si puo’ parlare di qualcos’altro? Sempre questi del Pronto Soccorso che si lamentano, che c’è troppa gente, che il sistema informatico non funziona, che non ci sono posti letto! Bla bla bla, che pensassero a lavorare..."
I politici? Lasciamo stare, e... prendiamo un antiacido.
Ich glaube dass man bei
Ich glaube dass man bei diesem Brief spüren kann, was da in der Ersten Hilfe abläuft. Ein Arzt in der E.H. in Meran sagte mir schon vor Jahren einmal, als ich ihn ansprach wie er das schaffe ( der Wartesaal voll, die Angehörigen, die um Auskünfte fragten, der PC der abgestürzt ist, der Drucker der nicht funktionierte....): eigentlich müsste ich mich hinlegen und den Toten spielen, denn es sei kaum auszuhalten, was da oft abläuft.
Ich glaube dass man bei
...als Jesus die Ärzte in der Ersten Hilfe in Bozen sah, drehte er sich um und weinte bitterlich....
Mi permetta qui pubblicamente
Mi permetta qui pubblicamente, io che non conto nulla, da semplice cittadino, che ha avuto modo di conoscere direttamente e indirettamente il pronto soccorso della mia città, di ringraziare Lei e tutto il personale del Pronto Soccorso. Siete semplicemente degli angeli che quotidianamente si prendono cura di chi sta male. GRAZIE
Antwort auf Mi permetta qui pubblicamente von Massimo Mollica
Ich kann auch bestätigen:
Ich kann auch bestätigen: sehr gute Erfahrungen, erst recht im Angesichte von all den Behinderungen bzw. Nichthilfen vonseiten der Oberen.
Mi spiace tanto: io da utente
Mi spiace tanto: io da utente ho sempre apprezzato moltissimo il vostro lavoro.
Bravissima! Es ist leider
Bravissima! Es ist leider alles richtig, was du schreibst! Hoffe du kannst deinen Idealismus noch lange bewahren!
Anch io ringrazio il
Anch io ringrazio il personale che fa un buon lavoro in mezzo al chaos del pronto soccorso.
Ma si deve anche dire che al PS di Bolzano (ed anche in diversi reparti) i pazienti trattati non al livello ottimale sono numerosi e non 1 a mille.
Si deve anche dire che il PS in termini di organizzazione, spazio, medici, ambiente, qualità in generale non é al livello al quale potrebbe essere - essendo proprio nel sudtirolo. Basta guardare agli standard dei vigili del fuoco in ogni piccolissimo paese - li siamo al top del mondo...
Concosco alcune storie, ma anni fá mi sono trrovato ricoverato al PS con un omero completamente rotto - il braccio pienissimo di sangue, sdraiato sulla barella a livello delle teste nello spazio forma U pienissimo di pazienti che mi guardavano per ore.
Poi l'assistente raggi X incompetente mi piegava brutalmente l'omero rotto - si vedeva chiaramente senza immagine che era storto - mi ordinava di stare zitto (gridavo) e che non sarebbe chiaro se fosse davvero rotto...
Poi in ortopedia fissavano male il braccio, l'ho detto, non mi credevano. L'operazione la volevano fare solo dopo 4 giorni! Una persona che lavorava li (non posso essere piú concreto) mi suggeriva in un momento inosservato nella notte di scappare privatamente verso bressanone.
L'ho fatto la mattina con fratello e genitori, ma prima un infermiere mi voleva mettere l'attacco per l'infusione (Zugang?) senza neccessità - ha detto che vuole solo dimostrare a Bressanone che sa fare suo mestiere...
A bressanone poi hanno subito l'intervento chirugico (domenica notte!).
E cosí scusate se sono rimasto deluso del ospedale più importante della provincia e che ritengo necessario un grande miglioramento se leggo questi articoli. Saluti!