Apologia di Sfregio

30 ottobre, Circolo della stampa, Via dei Vanga, ore 20.
“Depotenziare o sfregiare?” - questo è il titolo che campeggia in alto sulla locandina dell’evento organizzato da Alto Adige nel Cuore, il partito guidato da Alessandro Urzì. Il sottotitolo della serata è: “La tutela dei beni culturali tra orrori, polemiche e retorica”. Il tema si può intuire facilmente sia dal titolo che dall’immagine sottostante: l’annosa questione intorno al bassorilievo in Piazza del Tribunale ad opera di Hans Piffrader.
La banalità
Il saggio è stato citato da Rosanna Oliveri a introduzione della serata per motivi ormai noti e tra poco alquanto palesi e illuminati dalle luci a led sul bassorilievo. La scritta 'Nessuno ha il diritto di obbedire' proviene infatti da una famosa citazione della Arendt, che sarà posta sopra al bassorilievo stesso. "La frase viene decontestualizzata e messa sul monumento, nel resto del mondo questo non accade” - dice la Oliveri.
Prende così la parola l’architetto Forte, che promette di portare agli spettatori un rapidissimo excursus tra i monumenti prodotti dal socialismo reale in Germania, Russia e Albania o i monumenti fascisti nelle ex-colonie italiane in Africa o nel Dodecanneso. “Questi monumenti non sono stati “problematizzati”, nulla viene eliminato ma ripristinato [...] Sono simboli di identità urbana, de-ideologizzati e in completa continuità storica nel loro utilizzo. Questo è uno sfregio architettonico” - continua Forte, che prosegue con un’audace affermazione che potrebbe sembrare piuttosto ambigua - “Non deve essere ammesso che per difendere la propria cultura si debba intervenire sulla cultura di un’altra etnia”.
Rosanna Oliveri cede adesso la parola a Elmar Thaler, la moderatrice lo incalza chiedendogli quale sia la sua posizione sul "passato che non passa". “Ve la immaginate in Germania una statua di Hitler che fa il saluto? Io, no. Credo che il bassorilievo, così come il monumento, vadano portati all’interno di un museo, per raccontare la storia. La soluzione adottata è un po’ ridicola, per accontentare un po’ tutti”, risponde Thaler.
"Si comprendono ovviamente le ragioni del popolo sudtirolese autoctono, si comprende la violenza e l'oppressione subita ma d'altronde la storia dell'arte è questo, la storia della violenza umana", dice in modo tranchant l'architetto Forte, in risposta alle affermazioni di Thaler.
La soluzione proposta del comandante degli Schützen fa ancora discutere in sala, fin quando Urzì non riprende la parola: “Se qui non ci facessero provocazioni non dovremmo perdere tempo in serate come questa e sembrare un territorio ridicolo, null’altro. Per questo bassorilievo, altorilievo, quello che è. Comunque mi complimento con Thaler per l’ottimo italiano". Urzì prosegue prendendo come esempio di "mancato depotenziamento" di monumenti non "italiani" - già citato da Forte - la statua posta dinanzi al Palazzo della Provincia, ovvero il Re Teodorico (tedesco), che schiaccia con il piede la faccia di Re Laurino (ladino). “In questo caso ladino significa latino! E’ subdolo che abbiano messo questa statua davanti al Palazzo del Potere, la Giunta Provinciale! Ma ripeto, a me, non dà fastidio nulla".
Le domande
Epilogo
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