Gesellschaft | ISTRUZIONE

Arriva il russo

Introdurre la quarta lingua, oltre a italiano, tedesco e inglese, nella scuola materna di via Druso (che ancora non c'è). La proposta di Bolzano: "Lo chiede l'Europa".
Russo
Foto: Pixabay

Se vi sembrano poche, nella scuola materna, tedesco, italiano e inglese assieme, perché non aggiungere un’altra lingua d’insegnamento, magari il russo?

È quello che potrebbe avvenire a Bolzano se dovesse essere accolta e attuata la proposta inoltrata dalla giunta comunale del capoluogo alla Provincia, l’organismo competente in materia scolastica. Si applicherebbe, spiega il sindaco Renzo Caramaschi, in una scuola dell’infanzia che ancora non esiste, ma che è pianificata per l’area di via Druso in città.

Andare insomma oltre il trilinguismo, seppure in Alto Adige si scontino già le difficoltà nell’arrivare a un bilinguismo, italiano-tedesco, davvero pieno e paritario nelle competenze di ciascuno. Per Caramaschi si può fare. “La proposta ci è stata sottoposta dall’assessora Monica Franch e riprende la riflessione del documento Strategia Europa 2020”. Si tratta del programma dell’Unione europea finalizzato alla “crescita e all’occupazione nel decennio in corso” – si legge nella presentazione – che “mette l’accento su una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva come mezzo per superare le carenze strutturali dell’economia europea”.

La conoscenza linguistica è quindi un mezzo per favorire uno sviluppo sociale e individuale. “L’Europa dice che per un processo di internazionalizzazione sono importanti le lingue straniere – prosegue Caramaschi –. Spagnolo, russo, italiano e via dicendo. Nell’infanzia, nella fase di crescita e nella preadolescenza aiutano a muovere i primi passi per una vera apertura. Ecco perché abbiamo deciso di prendere contatti con la Provincia affinché verifichi la possibilità di applicare questa novità”.

L’Europa dice che per un processo di internazionalizzazione sono importanti le lingue straniere. Nell’infanzia, nella fase di crescita e nella preadolescenza aiutano a muovere i primi passi per una vera apertura. Ecco perché abbiamo deciso di proporre alla Provincia questa possibilità.

Il sindaco cita una ricerca che ha coinvolto 200 bambini della scuola d’infanzia locale nell’anno scolastico 2012-2013 effettuata da Michele Daloiso, docente del dipartimento di studi linguistici e culturali comparati dell’università Ca’ Foscari di Venezia. “I risultati hanno detto che i riscontri del plurilinguismo sono positivi per la comprensione e la produzione linguistica degli alunni. Ecco perché pensiamo che si debba vedere se è possibile introdurre una quarta lingua, naturalmente se sarà gradito a insegnanti e genitori”.

Ma se la scuola ancora non c’è – è solo pianificata – altrettanta curiosità genera la scelta dell’idioma. Perché non il russo e non il cinese o l’arabo, se si parla di lingue del mondo globale? “Uno dei bacini di provenienza in crescita per il turismo altoatesino – spiega prontamente Caramaschi – è quello della Russia. Sono i turisti russi quelli che usano di più il territori, oltre a tedeschi e italiani”.

Perché il russo? È uno dei bacini di provenienza più importanti per il turismo altoatesino.

Il sindaco non teme proteste o fraintendimenti, anche per le difficoltà attuali nell’equilibrio dell’istruzione altoatesina. In tempi recenti erano emersi i timori del mondo tedesco per l’aumento delle iscrizioni nelle scuole di madrelingua germanica di bambini di famiglie italiane e straniere, e quindi per una possibile conseguenza sui livelli di apprendimento. L’Svp ha approvato una mozione provinciale dei Freiheitlichen che chiedeva di fare un rilevamento della madrelingua della famiglia all’atto dell’iscrizione.

Andiamo oltre italiano, tedesco, ladino. La Ue dice che servono competenze avanzate, i cittadini devono sapersi muovere oltre i confini linguistici, per favorire lavoro e sviluppo.

Nonostante ci siano criticità oggettive, il sindaco invita a guardare avanti. “Bisogna andare oltre rispetto ad italiano, tedesco e ladino. La Ue dice che servono competenze avanzate, i cittadini devono sapersi muovere oltre i confini linguistici, per favorire lavoro e sviluppo”.

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Massimo Mollica Di., 27.02.2018 - 08:11

Leggendo la notizia mi sembrava di essere su Lercio! Comunque è chiaro che se avessi un figlio gli imporrei di parlare tedesco e inglese ma in questa scuola non l'ho porterei.

Di., 27.02.2018 - 08:11 Permalink