Gesellschaft | Politiche migratorie

E se un giorno toccasse a noi?

Bolzano, la provocazione di New Border Control: se agli europei togliessero il diritto di viaggiare. L’azione rivendicata dal Forum per cambiare l’ordine delle cose.
NBC
Foto: Facebook

Si aggiravano per piazza Walther, a Bolzano, ieri (25 febbraio) con indosso mantelle impermeabili scure su cui spiccava l’adesivo “New Border Control - Ufficio unico Mobilità Sicura”, distribuendo volantini ai passanti. “Si avvisano i cittadini europei che a decorrere dal 1 aprile 2018 - si legge sul foglio - i passaporti non saranno più automaticamente validi ai fini dell’espatrio dalla propria nazione di residenza. Tutti saranno tenuti a chiedere visti di uscita dal proprio paese recandosi al nuovo Ufficio unico di Mobilità Sicura (UUMS)”, in aggiunta: tutti i dettagli tecnici del caso, con tanto di indirizzo e-mail, che di ufficiale tuttavia aveva ben poco.

L’incredulità degli astanti si è diffusa con la consueta rapidità anche sui social network, con gli utenti che si interrogavano su questa comunicazione ambigua, scambiata subito per fake news. È mai possibile che un ufficio statale utilizzi gmail come dominio? La domanda più frequente. 

Oggi la rivendicazione dell’azione andata in scena in diverse città italiane (oltre a Bolzano, Roma, Bologna, Padova e Matera) in contemporanea con la manifestazione #MigrAction che ha portato ieri 10mila persone in piazza a Bruxelles. “Gli avvisi sono falsi. La provocazione è stata organizzata dal Forum Per Cambiare l’ordine delle cose, un movimento di opinione costituito a partire dal 3 Dicembre 2017 da decine di cittadini italiani e non, preoccupati per la deriva di violazioni e tensioni sociali legate alle politiche migratorie europee”. Uno dei portavoce del movimento, che si allinea con gli altri che vanno plasmandosi a livello europeo, è Andrea Segre, regista del film “L’ordine delle cose”, sulla tratta di esseri umani tra Libia e Italia.

Mettere anche solo per pochi secondi i cittadini europei di fronte alla consapevolezza di cosa sarebbe la propria vita senza il diritto di viaggiare, è il modo con cui il Forum Per cambiare l’ordine delle cose vuole far crescere nell’opinione pubblica l’attenzione su questo tema, ormai costantemente deformato attraverso la lente dell’emergenza e della repressione

15 attualmente i Forum territoriali esistenti da Bolzano a Catania, da Verona a Roma, con l’obiettivo di elaborare proposte alternative a quelle messe in campo sulla gestione dell’immigrazione per poi presentarle ai politici italiani ed europei.

“Con quest’azione noi del Forum per cambiare l’ordine delle cose - dicono gli attivisti - vogliamo sensibilizzare i cittadini europei su quella che riteniamo la causa principale della crescente pressione di immigrazione cosiddetta irregolare, ovvero l’assenza ormai quasi totale di vie regolari di migrazione dai paesi di provenienza dei migranti stessi verso l’Europa. Assenza che costituisce violazione di uno dei diritti umani fondamentali, quello alla mobilità, al quale infatti nessun cittadino europeo sarebbe pronto a rinunciare. Mettere anche solo per pochi secondi i cittadini europei di fronte alla consapevolezza di cosa sarebbe la propria vita senza il diritto di viaggiare, è il modo con cui il Forum per cambiare l’ordine delle cose vuole far crescere nell’opinione pubblica l’attenzione su questo tema, ormai costantemente deformato attraverso la lente dell’emergenza e della repressione”.

Imporre divieti, continuano gli esponenti del Forum, è un invito a sfidarli, oltre che un’occasione offerta alle organizzazioni criminali per alimentare il mercato lucroso dei viaggi non autorizzati, l’assenza di altre vie, del resto, “mette le persone in condizioni di forte rischio e le trasforma tutte in profughi, con la conseguente crescita da una parte di domande d’asilo e dall’altra di tensione sociale nel paese dove i profughi arrivano”. Con la destra (radicale e non) che di conseguenza gonfia la sua propaganda e si adagia sulla distorsione allarmistica.

L’apertura di vie regolari e sicure è peraltro il primo punto del Manifesto del Forum per cambiare l’ordine delle cose, articolato in 9 proposte, sul cambiamento delle politiche migratorie.