Luigi Gallo und die "Zigeuner"
Der Alto Adige hatte das Thema ins Rollen gebracht. Dargestellt wird am Montag, 23. September ein Beschuldigter, Verfolgter Luigi Gallo, Bozner Stadtrat für Bürgerbeteiligung. „Quegli insulti all'assessore“, titelt die Zeitung. Die Beschuldigung, „'Gallo, amico degli zingari.' E la giunta non si espone“, könne so nicht mehr hingenommen.
Freitag, 20. September, Luigi Gallo reißt der Geduldsfaden, er exponiert sich, postet auf Facebook: "Una settimana fa prima di una assemblea di quartiere una normalissima signora alle mie spalle: " ah questo è Gallo , quello che vuole aiutare solo gli extracomunitari e non gli italiani". Mi giro, le porgo la mano e mi presento." Gallo werde auf der Straße beschimpft, schreibt der Alto Adige, über Facebook verfolgt „auiti i negri e non gli italiani“ heißt es etwa. „Provo rabbia e molta amarezza", so schreibt Gallo, erfährt Solidartitäsbekundungen. Tom Pro etwa schreibt: "Non so se il numero di persone xenofobe sia aumentato realmente o forse il coraggio per esprimere certe "idee" l'hanno trovato soltanto adesso visto che sembra essere tornato di moda fare il razzista . Forse dipende dai tempi di crisi , non saprei dire . Comunque sia, sono episodi che per lo meno devono far riflettere." Pierpaolo Patrizi wird konkret, schlägt vor: "Caro Luigi, credo che ci sia molta paura e incertezza. E tante figure pubbliche che la cavalcano. Forse occorre "abitare anche queste periferie ", aprire spazi di confronto." Gallo ist Realist, er weiß: „Il politically correct non va di moda a Bolzano.“
Elisabeth Tauber, Ethnologien an der LMU München, schrieb 2008 für die OEW Südtirol:
Aber wenn man eine Sinta oder ein Rom ist und in der Mehrheitsgesellschaft bestehen will, muss man dreimal so sauber, dreimal so pünktlich und dreimal so genau sein wie ein Gadscho (ein Nicht-Sinto oder Nicht-Roma). Ich kenne eine Sinta, die in ihrem Wohnkondominium das Treppenhaus öfter putzt als ihre Gadsche Nachbarn, sie will jeder üblen Nachrede vorbeugen.
Keine Schuld dem Landtag
Auf Facebook möchte Luigi Gallo am Montag, 23. September, einiges richtig stellen, den Landtag treffe keine Schuld, Gallo postet um die Mittagszeit: "Ho postato alcuni giorni fa su FB una considerazione su un paio di episodi che mi sono capitati per strada ( a livello puramente verbale) e altri in rete; questo al fine di suscitare una riflessione e un dibattito sul tema della crisi sociale e culturale della nostra società e in particolare sui fenomeni dell' immigrazione e del razzismo in genere. (...) Ma il mio è un ragionamento politico culturale che riguarda, se vogliamo dare un' etichetta politica, il centrosinistra mentre non ho nulla da rimproverare alla giunta di cui faccio parte che finora ha operato sempre concretamente e coraggiosanmente per l' integrazione e facendo argine civile per esempio opponendosi alle pressioni per le varie ordinanze repressive. Tanto meno ho da rimproverare alcunchè, su questi temi o anche su altri , a colleghe e colleghi a cui mi lega stima e amicizia personale pluriennale."
Keine Schuld dem Landtag also. Doch es geht um mehr als eine Schuldfrage. Ist eine "rassistische" Äußerung ein Hilfeschrei, ein Unwohlsein, ein Sicherheitsvakuum. Fronten sind schnell gebildet, doch sitzen wir nicht alle im selben Boot, mit denselben Rechten? Radames Gabrielli, Präsident der Vereinigung "Rom e Sinti Insieme" schreibt auf Facebook an Gallo: "Noi siamo cittadini nativi di Bolzano da tre e forse più generazioni, siamo cittadini Bolzanini a tutti gli effetti perciò e normale che il nostro comune di Bolzano aiuti anche noi Sinti quando chiediamo un qualcosa, perché anche noi andiamo a votare quando ci sono le elezioni."
Scelta politica
Chi accetta di andare in politica come Gallo, deve anche accettare i dissensi. Questo è chiaro all'assessore che infatti non chiede la solidarietà di nessuno, non lo è per Frena e per il PD, che non accettano, a quanto pare, il contraddittorio.