Mazzardis: l'autonomia deve essere il nostro bene comune

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Personalmente lo valuto un fatto di alto valore pedagogico in politica. Viviamo in un tempo dove, a quanto pare, lasciare una poltrona è molto difficile, è un fatto quotidiano non solo in Italia ma anche in Alto Adige Südtirol. Personalmente penso sia stato un atto di grande lealtà verso un progetto. Un progetto mirato alle riforme e all'Europa. Se Monti non si fosse dimesso, non avesse dato "la scossa", molto probabilmente saremmo di nuovo ad alto rischio, sul fronte della riconsegna del Paese al centro-destra di Berlusconi.

Fr., 25.10.2013 - 11:34 Permalink
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Luca Marcon Fr., 25.10.2013 - 08:42

Siete anche voi d'accordo su quanto sempre sostenuto da Monti, ovvero che ripresa economica e taglio della spesa pubblica non siano un binomio incoerente e avvantaggino anche i ceti sociali più in difficoltà?

Fr., 25.10.2013 - 08:42 Permalink
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Nadia Mazzardis Fr., 25.10.2013 - 11:39

Antwort auf von Luca Marcon

Monti, ma soprattutto il responsabile economico di Scelta Civica nazionale, Enrico Zanetti http://www.enricozanetti.eu/ del cui blog consiglio la lettura quotidiana, essendo un economista interessante e giovane, hanno un'idea che io condivido, la spesa pubblica va separata dalla spesa sociale e poi esaminata. Se esaminiamo questo dato, tutti i governi l'hanno aumentata, D'Alema, Prodi, Amato, Berlusconi. L'unico che l'ha fatta scendere è stato il governo Monti, e ribadisco, esclusa la spesa sociale. Mi pare che la revisione della spesa, la riduzione, la ricollocazione e l'ottimizzazione delle risorse siano un argomento comune, sia nei discorsi delle persone comuni, che in quelli di altri movimenti e partiti. Ma nessuno riesce a farlo, perchè? Perchè sono impopolari. Perchè sempre e comunque toccheranno una fascia che ne beneficia. E in Italia sappiamo, perchè l'Istat ce lo racconta molto bene, il senso di bene comune, di civismo, è molto ridotto. Protestiamo sì, ma non vogliamo perdere un centesimo per la causa, protestiamo, purchè non tocchino noi e le nostre famiglie. Un po' poco per un paese sull'orlo del default

Fr., 25.10.2013 - 11:39 Permalink
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Luca Marcon Fr., 25.10.2013 - 09:18

La vostra lista pesca candidati con i passati politici più disparati: non temete di essere declassati a funzione di traghetto elettorale per la poltrona di turno del solito noto?

Fr., 25.10.2013 - 09:18 Permalink
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Nadia Mazzardis Fr., 25.10.2013 - 12:00

Antwort auf von Luca Marcon

Bella domanda! Faccio una premessa, tutti i partiti pescano candidati con passati politici più disparati. Tommasini sta a Bizzo, come probabilmente io sto a Stablum, come passato politico. Tutti i partiti corrono il rischio di fare da traghetto, è chiaro.

Rispetto al passato, dove per esempio il PCI o i DS, ora i PD avevano e hanno un quotidiano che si chiama "L'Unità", oggi viviamo in un momento storico in cui il valore della differenza è altissimo. Un esempio è il femminismo attuale, dove le donne non hanno bisogno di dover essere uguali agli uomini per essere considerate. Mostrare la femminilità non è più un "disvalore". Siamo diversi uomini e donne, ma valiamo entrambi.

Fatta la premessa, personalmente ho riflettuto a lungo su questo punto, essendo una persona che ha da sempre fatto politica, ma al di fuori dei partiti, muovendomi nel campo dell'associazionismo, dalla vecchia "associazione genitori per il bilinguismo" con cui sfidammo la politica e portammo il tedesco "vietato" alle scuole dell'infanzia italiane, all'associazione SeNonOraQuando, grazie alla quale in una trasmissione nazional popolare quest'anno si è parlato di violenza sulle donne.

Chi come me non è mai stato in un partito, sa benissimo che persone che un passato di partito ce l'hanno possono essere altamente formativi. La loro esperienza, raccontata a noi, è utile, per entrare in questo mondo e per non commettere errori già fatti.

Peraltro personalmente penso di poter attirare i voti da quelle persone che magari non andrebbero a votare. Mentre chi ha un trascorso, può prendere i voti di coloro che hanno avuto a che fare con questo trascorso.

Il voto di febbraio ha diviso l'Italia in due, lo racconta SWG in un sondaggio, metà dei votanti hanno votato i partiti classici, metà i partiti/movimento (Grillo, Fare, SC e altri minori).

In questo senso il nostro movimento rappresenta esattamente uno spaccato dell'Italia di oggi, divisa tra chi si muove dal civico al politico e da chi è stabile nel politico. E' un processo. Il futuro ci dirà. Al momento abbiamo un vantaggio, non essendoci pensiero unico, maestro unico e televisione unica, nel nostro movimento, la differenza si nota e aggiunge valore, almeno per me. La complessità si può governare e non controllare. Edgar Morin lo dice con chiarezza.

Fr., 25.10.2013 - 12:00 Permalink