metrobus
Foto: Comune Bz
Umwelt | Finferli e nuvole

Metrobus? Speriamo

Nel pomeriggio mezzi spaziosi e veloci da Frangarto verso la Stazione, ma al ritorno, verso Caldaro, si resta impatanati nel traffico.

Le scorse settimane sul cosiddetto “metrobus” abbiamo letto articoli entusiastici. La fine dei lavori, le vetture modernissime, il traffico dimezzato.

Così un giorno di maggio decido di salirci. Con il Covid nei divieti ancora attivo, dal centro di Frangarto prendo la macchina per la fermata più vicina. Che è Pillhof. Il parcheggio a lato è tutto pieno. Ce n'è un altro più sotto, terremotato, ricavato dentro un fosso. Pieno anch'esso.

Me ne frego e butto la macchina addosso a una rete che delimita il meleto.

La fermata, quantomeno, ha una panchina, un tetto, un orario. Sono le 15.40 circa. L'autobus doppio arriva con 8 minuti di ritardo. Il mezzo è nuovo. Spazioso, arioso, a misura di carrozzina. Poco affollato.

Scorre veloce verso il viadotto che porta alla corsia dedicata, alla rotonda per Merano, poi per via Druso, oltre il ponte, in stazione.

La corsa è stata veloce e senza intoppi. Complimenti alle pilote e ai piloti di questi lombriconi, che se la serpeggiano via benissimo tra corsie e strade complicate.

Il ritorno è diverso. Perché verso sud la corsia preferenziale sarà lunga 500 metri. Da via Palermo in poi il bussone si impantana nel traffico normale. In mezzo alle macchine, ai furgoni, ai colleghi della Sasa.

Al più tardi il 6 settembre, con l'inizio delle scuole, ci faremo una prima idea della situazione

Funzionerà in autunno, a pandemia superata? Non credo.

Lasciamo stare il fatto che i bus si muovono a gasolio e che quindi non sono ecologici (Rimando alle dettagliate analisi di Martin Aufderklamm e al suo confronto con la Francia).

La cosa peggiore è che la linea Bolzano-Caldaro è una linea nata male. Senza un'intera corsia dedicata, né verso sud, né verso nord. Non passa né per Frangarto né per Ponte Adige. Bolzano, mi sembra, ha fatto quello che ha potuto. Mica poteva sventrare i palazzi di viale Druso. Lo spazio è quello che è.

L'intera tratta extraurbana, però, s'ingolfa nel traffico privato. Attorno alle 7.20 di mattina la coda per la città inizia al bivio per San Paolo.

E, di ritorno il pomeriggio verso sud, a metà di viale Druso. Come potrà cambiare tutto questo?

Doveva essere un progetto intercomunale, provinciale, il cosiddetto metrobus. Ma non si è mai nemmeno avvicinato ad un'idea del genere.

Per via del solito discorso: i soldi. Il risparmio ormai classico, qua in Provincia, almeno da quando sono morti gli Svp-Arbeitnehmer: scuola/cultura, sanità, trasporto pubblico.

Paradossalmente, il cosiddetto metrobus è un'ottima linea veloce intraurbana: da Firmian alla stazione ferroviaria e, oltre, fino al capolinea delle autocorriere. Non viceversa.

Il traffico pendolare, però, è un'altra cosa. Se poi si vuole tornare al tutto come prima, come mi sembra di capire da molte voci sui media, le cose non andranno affatto bene. Se non si terranno presenti, tanto per fare due esempi, i vantaggi degli ingressi scaglionati per gli scolari delle superiori e quelli dello smart working per molti lavoratori.

Al più tardi il 6 settembre, con l'inizio delle scuole, ci faremo una prima idea della situazione.