Politik | Merano

“Non facciamo la fine di Aosta”

Corsi di tedesco ai genitori, la SVP meranese con la candidata sindaca Katharina Zeller ribadisce il concetto: “Evitare che si vada nella direzione del monolinguismo”.
Katharina Zeller
Foto: SVP Meran

Je klarer wir trennen, desto besser verstehen wir uns”, “meglio ci separeremo e meglio ci comprenderemo”: non sembra lontano dalla celeberrima frase pronunciata dall'assessore alla scuola Anton Zelger nel 1979 il tenore di un nuovo comunicato della SVP di Merano sulla questione dei corsi di tedesco ai genitori di lingua italiana “colpevoli” di iscrivere i propri figli nelle scuole di lingua tedesca.

 

“Preservare la diversità linguistica”

 

Secondo la SVP della città sul Passirio, infatti, “affinché l'Alto Adige possa conservare in futuro i vantaggi della diversità linguistica, i singoli gruppi linguistici devono essere preservati e protetti”. Se “l'insegnamento delle lingue nelle scuole di lingua tedesca e italiana dev'essere migliorato e ampliato, l'opportunità duramente conquistata di seguire le lezioni scolastiche nella propria madrelingua non deve essere messa in alcun modo in discussione”.

A rimarcare il concetto, in prima persona, è proprio la candidata sindaca Katharina Zeller che non era ancora intervenuta nella discussione: “Cortili scolastici e mense comuni, doposcuola misti (“gemischtsprachig nella versione originale del testo in lingua tedesca, ndr) e mescolanza a livello associativo sono misure importanti per avvicinare i gruppi linguistici e promuovere l'arricchimento reciproco. Bisogna però evitare che un gruppo linguistico predomini e si vada nella direzione del monolinguismo”.

 

Lo spauracchio Valle d'Aosta

 

Più clamoroso il paragrafo successivo, che sembra ricalcare parola per parola la miglior tradizione di Süd-Tiroler Freiheit: “Lo sappiamo dalla vita quotidiana – quando italiano e tedesco si incontrano, di solito si parla in italiano. I genitori dei bambini di lingua tedesca e il personale docente conoscono la realtà: in molti cortili delle scuole tedesche, l'italiano è talvolta parlato più del tedesco”.

Un'altra esperienza è quella di Aosta”, prosegue la Volkspartei citando l'ormai immancabile (quanto inappropriato) esempio valdostano, “dove l'introduzione di scuole miste (gemischtsprachig) non ha avuto successo, anzi – oggi si parla prevalentemente italiano, la minoranza è praticamente scomparsa”.

 

Non poteva infine mancare un riferimento al padre dell'Autonomia e a un altro grande classico, l'articolo 19. “Una minoranza linguistica si regge sulla propria scuola, come ha sempre sottolineato Silvius Magnago. Per questo motivo, il diritto di frequentare le lezioni nella propria madrelingua madre è stato ancorato anche nell'articolo 19 dello Statuto di Autonomia” sottolinea il Vice-Obmann meranese Reinhard Bauer: “Come partito di una minoranza, è e rimane la nostra missione difendere la conservazione della lingua tedesca in Alto Adige e quindi di promuovere il mescolamento linguistico al di fuori dalle scuole”. In che modo? Lo scopriremo nella prossima puntata di “Ritorno al 1979”.