La discarica riciclata
Un piano ambizioso, dichiaratamente visionario, presentato con tutti i crismi dello storytelling al Consiglio comunale di Bolzano, nell'audizione richiesta dai gruppi d'opposizione. Nell'ora e mezza di seduta consiliare, l'architetto Andreas Kipar incaricato dal Comune di realizzare il nuovo Piano del Verde ne ha illustrato ieri (30 novembre) i punti cardine e risposto alle domande dei consiglieri. Se tra le modifiche rispetto alla bozza iniziale spicca quella vistosa alla Ringpromenade tutt'attorno alla città capoluogo (che non attraverserebbe più il cuneo verde agricolo di Gries, bensì virerebbe verso Settequerce), altro nodo è l'ex discarica di Castel Firmiano trasformata in un grande parco cittadino lungo la Promenade.
"La stampa continua a parlare della ex discarica", sottolinea Kipar nel corso dell'audizione, "d'altronde non ho portato molti altri esempi, per non dare l'impressione di vendere idee che poi restano un sogno, Ma qui in Renania-Vestfalia abbiamo sistemato dieci discariche, che sono touchpoint con la natura, con una ricreatività: nessuno mi venga a dire che non è possibile, bisogna avere il coraggio di intervenire con l'avanzamento tecnologico che ci offrono le scienze agro-forestali".
La matematica è un opinione
"Una furbata" secondo il consigliere comunale Claudio Della Ratta (Oltre/Zanin): "Senza considerare l’area di Castel Firmiano, il quartiere Don Bosco aumenterebbe il verde fruibile di un solo punto percentuale e non di 15 punti. Mentre la dotazione di verde pubblico per bolzanino passerebbe da 7,24 a 12,1 metri quadri per abitante, superiore al minimo di legge di 11,5 mq/ab, ma ben al di sotto dei 17,61 mq/ab pubblicizzati dal Piano di Kipar". Secondo Della Ratta l'area "non dovrebbe rientrare, in base alla relativa legge, tra il verde urbano facilmente fruibile in base alle distanze prefissate. Sfido chiunque a raggiungere la discarica in 20 minuiti a piedi da Don Bosco (Casanova per la precisione)".
Alla provocazione di Della Ratta, Kipar risponde posato: "Quando Spagnolli era ancora direttore delle Giardinerie e io un giovane paesaggista, andavamo insieme sulle discariche di mezza Europa a sognare. Non cadiamo nella trappola dell'essere conformi alla legge: anche senza la discarica, il piano rispetta e supera i valori di legge. Non inseriamo le aree boschive limitrofe, anche se sono a disposizione. Ma non è una questione matematica, la discarica va recuperata al di là della matematica. Una città turistica può mirare a una discarica verde". Per l'architetto è perciò "molto importante rendersi conto del momento in cui ci troviamo. Ci sarà una galoppata di rigenerazione urbana, di ri-naturalizzazione dei corsi d'acqua e di acclimatizzazione in favore del cambiamento climatico, al quale dobbiamo in qualche maniera prepararci. Molte città già lo fanno. Questo non è un piano di emergenza, è un piano del verde che consente una visione complessiva".
Personalmente l'idea mi piace
Personalmente l'idea mi piace tantissimo. E pure il concetto che "la discarica va recuperata al di là della matematica".
In merito al verde fruibile dai cittadini l'unico che serve realmente è quello che attualmente viene sotratto dalle auto. Quindi la soluzione definitiva è portare le auto sotto (così come i mezzi di trasporto). Che poi questo sia costosissimo è un altro paio di maniche. Secondo me andrebbero trovati investitori, anche privati, utilizzati mezzi innovativi (The Boring Company) usw. Ma ribadisco che la soluzione definitiva è quella, anche nell'ottica di una mobilità elettrica futura.
Da frage ich mich: Geht es da
Da frage ich mich: Geht es da nur um wirtschaftliche Optimierungen durch die Nutzung der Oberfläche? Das gesamte Areal wäre ja ohne die vergrabenen Ökolasten vor herausragendem Interesse für vielseitige Nutzungen. Etwa für ein internationales Informationszentrum zur Autonomiepolitik oder, nach dem Modell des Küniglbergs in Wien, für einen modernen und top ausgestatteten Sitz der RAI Südtirol - Alto Adige. Und weitere Ideen würden schnell zur Hand sein.