Politics | Smaltimento

Inceneritore, Ecocenter scuce 19.500 €

Troppi rifiuti nell’impianto bolzanino, la Procura infligge sanzioni pecuniarie. Stop agli scarti altoatesini, prima il Trentino. L’assessore Vettorato risponde ai Verdi.
Inceneritore
Foto: giorgio santoriello

La bellezza di 19.500 euro. Tanto ha dovuto sborsare Ecocenter, società di proprietà pubblica che gestisce i principali impianti di trattamento rifiuti in Alto Adige. Il motivo: la violazione delle norme sullo smaltimento. Qualche passo indietro: tra il 2018 e il 2019 la guardia di Finanza e l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA) effettuano controlli all’impianto per verificare eventuali irregolarità delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione, in particolare relativamente al superamento delle quantità autorizzate.

Dagli accertamenti emerge che lo sforamento c'è stato, e non solo all’inceneritore di Bolzano ma anche all’impianto di fermentazione di Lana, dove i rifiuti organici vengono trasformati in biogas e compost. Nel capoluogo il superamento è di 130.000 tonnellate all’anno, con i rifiuti speciali che sono stati bruciati senza autorizzazione; a Lana invece di 15.000 tonnellate all’anno, come ha ammesso ieri (11 maggio) in consiglio provinciale l’assessore all’Ambiente Giuliano Vettorato rispondendo a un’interrogazione dei Verdi Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa e Hanspeter Staffler.

La Procura ha derubricato il reato in sanzione pecuniaria. Nello specifico si tratta di tre multe per un totale di 19.500 euro: 6.500 euro a Bioenergia srl per il superamento delle quantità consentite a Lana, e altrettanti alla Ecocenter per Bolzano; nonché altri 6.500 euro, sempre a Ecocenter, per l’accettazione di rifiuti da Cadino senza la prescritta autorizzazione. “Non ci sono stati provvedimenti da parte dell’amministrazione a carico dei vertici di Ecocenter e Bioenergia per assenza di dolo, anche in riferimento a una recente sentenza della Corte di Cassazione” ha spiegato l’assessore leghista.

 

Precedenza a Trento
 

Altra questione sollevata dal Gruppo Verde in consiglio è quella dei rifiuti trentini esportati in Alto Adige, il quale è obbligato, stando a un accordo stretto dalle due province, ad accettare le quantità concordate (circa 15.000 tonnellate). Peccato che nel 2019 e nel 2020 l’inceneritore bolzanino non aveva la capacità di accogliere quei rifiuti perché già saturo. A quel punto, quindi, l’impianto ha respinto una parte dei rifiuti altoatesini e per smaltirli è stato necessario riaprire la discarica di Sacco a Fortezza. Nel merito Vettorato ha specificato che “l’inceneritore ha dovuto ridurre i conferimenti per non superare il limite massimo, pertanto è stato concordato con la gestione della discarica di Sacco il dirottamento in quel luogo dei rifiuti, in via eccezionale”. Per quel che riguarda i rifiuti trentini dirottati a Bolzano, nel 2019 sono stati 14.000, nel 2020 e nel 2021, invece, 13.000. Di qui infine l’obiezione di Dello Sbarba: “L’inceneritore dovrebbe servire per chiudere il ciclo dei rifiuti a livello provinciale, sarebbe quindi opportuno ridiscutere il rapporto con la Provincia di Trento”.