Society | Gastbeitrag

Un problema culturale

Il femminicidio di Appiano e la violenza sulle donne. “Barbara uccisa da un uomo, ma il mandante è la società”. L’intervento dell’Assemblea femminista di Bolzano.
Barbara Rauch
Foto: facebook/B.Rauch

Barbara Rauch aveva 28 anni ed è stata uccisa il 9 marzo da un uomo al quale aveva più volte detto no e che aveva già denunciato per stalking. Barbara, in base a quanto risulta dalle indagini in corso, è stata colpita da Lukas Oberhauser, 25 anni, che avrebbe saputo reagire alla frustrazione del rifiuto in un solo modo: accoltellandola a morte. Ma se lui è l’esecutore materiale del sedicesimo femminicidio in Italia dall’inizio dell’anno, i mandanti sono le istituzioni e la società, drammaticamente incapaci di capire la portata di un fenomeno che si manifesta al ritmo di una donna uccisa ogni 3 giorni. Il femminicidio non è un’emergenza ma un fenomeno strutturale, che affonda le sue radici nella cultura maschilista e patriarcale. 

Proprio come Barbara, 8 donne su 10 conoscevano il proprio assassino, di solito il partner attuale o precedente o un conoscente. Proprio come nel caso di Barbara, il 70 % degli uomini violenti era già stato denunciato alle autorità. I recentissimi dati Istat ci dicono che in Italia calano gli omicidi ma aumentano i femminicidi. Gli stessi dati ci dicono anche che il Trentino Alto Adige ha la percentuale nazionale più alta di donne vittime di stalking e che la provincia di Bolzano è la sesta provincia a livello nazionale per numero di femminicidi

Proprio come Barbara, 8 donne su 10 conoscevano il proprio assassino, di solito il partner attuale o precedente o un conoscente

Dopo la denuncia di Barbara, Lukas Oberhauser era stato prima ammonito verbalmente dal questore, poi arrestato e infine messo ai domiciliari. Dopo qualche settimana, il giudice lo ha rimesso in libertà perché Lukas Oberhauser, in attesa del processo, aveva fatto un percorso di recupero psicologico. Apparentemente, la macchina della giustizia ha funzionato bene: denuncia, richiamo, arresto, domiciliari, recupero psicologico, processo imminente. Allora perché tutte queste misure non sono bastate a salvare Barbara? Perché si tratta di misure che insegnano a usare l’estintore, piuttosto che a educare i potenziali piromani a non appiccare incendi. Pensare di affrontare la violenza sulle donne puntando solo su strumenti giudiziari significa non cogliere la portata strutturale del fenomeno. C’è bisogno di un radicale cambiamento culturale nell’educazione dei maschi, fin da piccoli, per non dover spiegare loro, in età adulta e con corsi di recupero psicologico, che se una donna li respinge, non va uccisa. 

C’è bisogno di un radicale cambiamento culturale nell’educazione dei maschi, fin da piccoli, per non dover spiegare loro, in età adulta e con corsi di recupero psicologico, che se una donna li respinge, non va uccisa

Sarebbe utile conoscere contenuti e modalità del corso a cui ha partecipato Lukas Oberhauser, sapere chi e come ha deciso che il suo percorso era concluso. Quali sono i parametri su cui si basano i giudici per considerare “ravveduto” un uomo violento? La semplice frequenza di un corso? Veramente pensiamo che un uomo che ha in sè il germe della violenza possa cambiare nel volgere di un corso da frequentare per ottenere gli arresti domiciliari al posto della carcerazione? Evidentemente no, perchè nonostante il corso, Lukas Oberhauser ha premeditato e attuato l’assassinio di Barbara, per sanare il suo orgoglio ferito di maschio respinto.

Quali sono i parametri su cui si basano i giudici per considerare “ravveduto” un uomo violento? La semplice frequenza di un corso?

Nel 2018 in Italia ci sono stati 142 femminicidi, di cui 5 in provincia di Bolzano. Il Nord ha la maggior concentrazione di donne uccise (66, pari al 45% del totale). La Procura di Bolzano indaga ogni anno su 600 casi di abuso e violenze nei confronti di donne e bambini. Dall’inizio del 2020 sono state uccise in Italia 16 donne: Carla, Concetta, Fausta, Maria Stefania, Ambra, Francesca, Rosaria, Fatima, Rosalia, Monica, Lauretta, Speranza, Anna, Sdenka, Larisa e Barbara.

La violenza sulle donne è un problema culturale, che le istituzioni devono affrontare con strumenti adatti a operare un cambiamento nella società

La violenza sulle donne è un problema culturale, che le istituzioni devono affrontare con strumenti adatti a operare un cambiamento nella società: iniziamo ad applicare seriamente la Convenzione di Istanbul (che l’Italia ha solo ratificato sulla carta, ma non ha ancora recepito nella pratica), formiamo magistrati e avvocati in modo adeguato sul tema, attuiamo percorsi di educazione all’affettività sin dagli asili, usiamo in modo responsabile il linguaggio quando parliamo di donne, usiamo in modo non offensivo l’immagine della donna, abituiamoci a modelli di mascolinità non tossica, svincolata dagli stereotipi patriarcali.

L’incapacità delle istituzioni di affrontare questa violenza con strumenti adeguati è ciò che le rende implicite mandanti dell’assassinio di ogni donna che muore per mano di un uomo

L’incapacità delle istituzioni di capire la natura di questa violenza e affrontarla con strumenti adeguati è esattamente ciò che le rende implicite mandanti dell’assassinio di ogni donna che muore per mano di un uomo. Nel 2020. 

Assemblea Femminista di Bolzano