Society | Identità

Degradati a Laives

Secondo gli indipendentisti nostrani festeggiare la ricorrenza dell'Unità d'Italia significa degradare i sudtirolesi a normali italiani.

Piccola premessa inutile (inutile perché chi leggerà questo articolo la dimenticherà subito, chiedendosi forse a malapena come mai, se poi scrivo il pezzo che sto scrivendo, occorre fare questo tipo di premessa). Sto per parlare di un tema noioso, che mi interessa pochissimo, ma che purtroppo vedo sollevare una delle solite stracche polemiche identitarie capaci di ammuffire ancora il cervello di tanti sudtirolesi/altoatesini. Quindi, se ne parlo anch'io, è per segnalare la muffa, non per prendere posizione sull'evento (evento che non mi interessa affatto e che non avrei neppure notato se non avessi visto l'articolo che mi appresto a commentare, ribadisco).

La cronaca dell'accaduto la ricavo da QUI. Prendo nota del tono adirato e chiedo: ma ancora qui stiamo? Soprattutto, pensando all'estensore dell'acida nota e rivolgendomi direttamente a lui: ma tu non dovevi batterti per un Sudtirolo inclusivistico e post-etnico, segnalando all'occorrenza quei fatti in grado di suggerire ogni tipo di cambiamento in tal senso? (Un po' come suggeriva Italo Calvino nelle ultime righe delle sue Città invisibili: “L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”). Dopo 10 anni di ozioso apostolato mi pubblichi un pezzo come questo?

E allora perché accanirsi sull'ovvio, puntare il dito su questi episodi, non accorgendoti neppure che, se lo fai, sei tu stesso a negare in linea di principio ogni ipotesi anche labile di cambiamento e a venir risucchiato nel gorgo di insulse lamentele? Nulla da fare, il discorso identitario riesce sempre a catturare il peggio. In uno dei commenti all'articolo un tizio arriva persino a scrivere parole come queste: "Während in Leifers eine für die Italiener des Landes normale nationale Feier abgehalten wird, wo die Südtiroler wieder einmal zu ganz normalen Italienern degradiert werden, scheint es in Rom von “Südtirol-Freunden” nur so zu wimmeln". Una festa nazionale DEGRADEREBBE i sudtirolesi a normali italiani. Come se insomma essere "normali italiani" fosse, per i sudtirolesi, qualcosa di degradante. E questi sono poi quelli che vorrebbero un Sudtirolo indipendente, bandierone bianco-rosse ovunque, e inno di Hofer da cantare tutti in coro. Così, tanto per poi dover leggere su un altro blog indipendentista al contrario che gli italiani sono stati DEGRADATI a "normali sudtirolesi". Usciremo mai da questa merda?