Impianto h2 Brunico, quali prospettive?
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L'illusione dell'idrogeno continua a fagocitare molte risorse ma le prospettive per la mobilità H2 sono scarse, se non quasi nulle.
La mobilità a idrogeno, visione e sogno di alcuni indefessi sostenitori ormai da circa un quarto di secolo in provincia di Bolzano, nonostante il tanto ottimismo profuso (si legga ad esempio qui e qui) e l’idea di diventare punto di riferimento europeo con il carburante prodotto localmente, continua ad arrancare, per non dire che è ancora quasi ai blocchi di partenza.
Il distributore di idrogeno di Brunico/Perca era un progetto in aria da anni. La costruzione della stazione è ormai terminata, ne ha dato notizia la Pustertaler Zeitung nella sua edizione del 22 ottobre a pagina 12 ed è visibile da Google Street View sia dalla strada statale che da quella di accesso alla struttura.
La costruzione è stata realizzata in convenzione con Alperia e il costo, come appreso in una risposta ad un’interrogazione del TeamK, è non piccolo: 12,6 milioni di Euro, di cui 4 provenienti dal Pnrr. Costo non piccolo perché trattasi di una stazione dove non ci sarà produzione di idrogeno in loco ma verrà portato da Bolzano con un costo di 1.500 Euro per viaggio.
Costi di realizzazione che sono moltiplicati in modo cospicuo rispetto alle cifre lette in passato, anche se va detto che non è stato specificato allora, ma nemmeno oggi, quali sono i singoli costi (terreno, costruzione, edifici, colonnina, compressore, ecc.). Chissà se ci sarà spazio alle domande in occasione della conferenza stampa di inaugurazione, se mai verrà fatta.
Costo dell’idrogeno, l’ostacolo più ostico
Il costo dell’idrogeno non si sa quale sarà al distributore pusterese ma, se partiamo dalla circostanza che a Bolzano costa oggi circa 21 Euro al kg, in attesa del rifacimento/potenziamento della centrale di produzione di Bolzano Sud dopo una dozzina di anni di funzionamento, e che un trailer può portare dai 350 ai 450 kg di idrogeno, vuol dire che ci sarà un sovrapprezzo variabile da 3,33 a 4,29 Euro al kg. Il che farebbe diventare a dir poco insostenibile il costo fra 24 e 25 Euro al kg, circa cinque volte il costo di un mezzo a gasolio. Poi magari il trailer con l’idrogeno sarà trainato da una motrice a gasolio oppure verrà “importato” da fuori regione e si chiuderebbe un quadro tutt’altro che esaltante.
Non solo, la stazione era stata pensata per una flotta di veicoli H2 per le Olimpiadi, progetto naufragato per il mancato finanziamento degli stessi. Come poi avevo ipotizzato in tempi “non sospetti”, confermato dallo stesso assessore provinciale alla mobilità, durante le Olimpiadi saranno dei bus di Sasa ad essere impiegati ad Anterselva per dare un tocco di "green" ai cinque cerchi. Corre anche voce, non confermata, che alla stazione non possano essere riforniti bus da 18 metri pare per una curva stretta all’interno del distributore. Vedremo se questa voce verrà confermata o meno.
Dopo le Olimpiadi cosa succederà?
Il problema quindi si pone: cosa succederà dopo? Questo è il grande dilemma. Mancando la flotta di veicoli olimpici e tornati a casa i bus bolzanini, chi si rifornirà lì? Lo affermai anche in un’intervista al TGR. La mobilità auto H2 è fallita da tempo, anche se ci si ostina a scrivere che le stazioni riforniranno anche auto, sul discorso camion gli interrogativi sono sul tavolo da molto tempo, lo scrissi a luglio 2022 e pure i conti fatti di comparazione fra vari carburanti non sono ottimistici, tutt’altro, lasciano presagire un altro fallimento oppure un futuro con un numero di mezzi assai ridotto.
Per i bus siamo di fronte ad un dietrofront clamoroso di cui nessuno, ma davvero nessuno, se n’è accorto, neanche il primo cittadino bolzanino. Tanto è vero che l’ipotesi della PZ che potrebbero rifornirsi lì futuri bus H2 della Kronplatz Mobility S.p.a. appare poco plausibile (lo sarebbe stato se fossero stati acquistati i mezzi per le Olimpiadi che sarebbero stati poi girati ai gestori del tpl locale, suppongo). Si può dubitare che vengano acquistati bus H2 già cari di loro, ma poi con un carburante che costa il quintuplo rispetto al gasolio.
Nella citata risposta all’interrogazione del TeamK in Consiglio Provinciale si legge anche che “La convenzione per la costruzione e la gestione della stazione di rifornimento di energia elettrica e idrogeno di Brunico ha una durata di 20 anni.” Forse le colonnine elettriche sono l’unico aspetto positivo. Per il resto, tutto appare come un sogno, certamente non a buon mercato.
Il destino del distributore pusterese H2 di Alperia sarà, dopo le Olimpiadi, di strutture impolverate e addetti al rifornimento annoiati e con le braccia conserte?
In conclusione, quanto sia strabica la prospettiva per le trazioni alternative lo dimostra indirettamente anche un altro fatto. A Brunico/Stegona, Varna, Ortisei, Merano/Sinigo e Lagundo hanno chiuso, alcuni da diverso tempo ormai, nel silenzio, l’erogazione del (bio)metano per auto ma il parco circolante nazionale a fine 2024 era di circa 925.583 veicoli, in Trentino-Alto Adige 9.118 (dati dall’Annuario Statistico Aci 2025). Quello a idrogeno è, se va bene, di una manciata di auto, qualche decina di bus e, forse, qualche prototipo di camion con prospettive di sviluppo, ad oggi, assai scarse.
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