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Nuove proteste in arrivo

Acciaierie Valbruna non parteciperà al sopralluogo previsto dal bando di gara per la concessione dei terreni. Le tute blu di via Volta sono pronte a manifestare insieme ai colleghi vicentini. Dalla Giunta: no comment.
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Foto: SALTO
  • L'azienda siderurgica della famiglia Amenduni non parteciperà al sopralluogo dei terreni oggi sede delle (loro) Acciaierie Valbruna. Il bando messo a gara dalla Provincia, che ha un valore di 150 milioni di euro e che assegnerà il diritto di superficie per i prossimi 50 anni, andrà quindi deserto. La partecipazione al sopralluogo è infatti un requisito necessario per partecipare alla gara e Valbruna è stata l'unica a farne richiesta. La palla, ora, passa a Palazzo Widmann, ma sui prossimi passi per ora la Giunta provinciale non si espone.

    Oggi, venerdì 5 dicembre, si è tenuta una conferenza dei sindacati che rappresentano le 580 tute blu che lavorano nella sede di via Volta a Bolzano. I sindacalisti Marco Bernardoni (Fiom/Cgil), Riccardo Conte (Fim/Cisl) e Giuseppe Pelella (Uilm/Uil) hanno annunciato che sono pronti a scendere di nuovo in strada per protestare, come già fatto il 7 ottobre insieme ai colleghi della sede di Vicenza. "In Provincia forse non hanno idea, scusatemi il termine, dell'incazzatura che hanno questi lavoratori", dice Bernardoni. "La Provincia non si è espressa e non si sa nulla. Tutti quelli che si ergono paladini dei lavoratori, che sono gli stessi che hanno votato il bando, dove sono finti?", si domanda ancora Bernardoni.

  • Marco Bernardoni (Fiom/Cgil), Riccardo Conte (Fim/Cisl) e Giuseppe Pelella (Uilm/Uil): i sindacalisti annunciano nuove proteste. Foto: SALTO
  • Parallelamente, però, è la stessa Valbruna a scegliere di non partecipare al bando, perché non ne condivide diversi aspetti. La società aveva già fatto sapere che la richiesta di effettuare il sopralluogo nelle aree dove opera da 30 anni era "un'altra assurdità del bando" che la stessa Valbruna ha impugnato. I ricorsi presentati al Tar sono tutt'ora validi ma, una volta che la gara sarà dichiarata estinta, non avranno alcun seguito.

  • Gli scenari: gara ridotta o dialogo?

    Lo scenario possibile ora è che la Provincia incontri i vertici di Valbruna, cosa che non era stata fatta prima della scadenza del bando. Se la motivazione di Valbruna dovesse avere alla base l'elevato costo - 150 milioni di euro - del bando, la Giunta potrebbe ridurre gli anni di diritto di superficie, portandoli per esempio da 50 a 20, riducendo conseguentemente il valore del bando. Questo scenario però potrebbe prevedere l'eventuale partecipazione di altre aziende siderurgiche alla nuova gara.

  • Vito Sileo (Fiom/Cgil): "Perché non revocare il bando e sedersi al tavolo con Valbruna, che è l'unica a partecipare e non vuole?" Foto: SALTO
  • I legali di Valbruna, a metà ottobre, avevano criticato la scelta della Provincia che, a loro dire, ha agito come se avesse la piena e libera disponibilità delle aree, ignorando completamente il fatto che Valbruna ha tempestivamente esercitato, entro i termini previsti dalla convenzione del 1995, il proprio diritto di opzione per l'acquisto dei compendi industriali. In sintesi: Valbruna non vuole una gara, ma un dialogo con la Provincia sul futuro dell'azienda. La richiesta è sostenuta dagli stessi sindacati. "Oggi abbiamo saputo che Valbruna non vuole partecipare al sopralluogo. Perché allora non revocare il bando e sedersi al tavolo con Valbruna, che è l'unica interessata ai terreni?", dice Vito Sileo di Fiom/Cgil. "Non è che ci siano altre società che hanno presentato ricorso. Ogni scelta della politica di non fare niente - conclude Sileo - è una scelta contro noi lavoratori".

     

    "Di tutti i dettagli sul futuro parleremo quando la gara sarà terminata"


    Sul futuro dei terreni il Vicepresidente della Provincia, nonché assessore allo sviluppo economico, Marco Galateo, non rilascia commenti: "Non ho nulla da commentare al momento. Appena avremo delle notizie di rilevanza pubblica - dice Galateo a SALTO - le daremo. Attualmente prendiamo atto della dichiarazione di Valbruna di non voler partecipare al bando di gara. Resta una notizia positiva il fatto che ad oggi non siano arrivate richieste da altre aziende italiane o estere che avrebbero potuto mettere a rischio la continuità produttiva. Di tutti i dettagli sul futuro parleremo quando la gara sarà terminata". Per ora, quindi, tutto rinviato al 15 gennaio 2026.