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Umwelt | Trasporto pubblico

Piagnistei tramviari e trasferte estere

Lo stracciamento di vesti per il tram cassato dal referendum continua mentre si cerca di copiare da città francesi ciò che è difficilmente realizzabile a Bolzano.
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Un bus CNG della linea G BRT/BHNS a Strasburgo, 14 novembre 2013
Foto: Claude TRUONG-NGOC - Wikimedia - CC 3.0
  • Ultimamente si stanno ripetendo le risibili lamentazioni piagnucolose di non pochi che, fra politica e media, si stanno battendo il petto per il mancato tram a Bolzano in occasione delle varie recenti esternazioni sulla situazione catastrofica del traffico bolzanino. Non mi dilungherò sulla questione del tram, sia perché si stanno prendendo per il posteriore i cittadini che hanno democraticamente votato per quel referendum consultivo, ratificato dalla giunta e dal consiglio comunale della città capoluogo, sia coloro che per quel referendum raccolsero le firme.

    Il problema del tram, che parrebbe tuttora la panacea per tutti i mali viabilistici, è che finora nessuno ha mai spiegato come potesse coesistere tale fantasmagorico tram con il traffico cittadino. Infatti, si “sperava” e “auspicava” che i cittadini abbandonassero le auto per utilizzare il mezzo su rotaie, una visione ancor oggi del tutto gioconda ed eterea, avulsa dalla realtà.

    I Metrobus cittadini, finora fermi in un cassetto

    Questo problema sussiste anche per i progettati Metrobus che sono inseriti nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile dopo l'esito negativo del referendum sul tram. Ne avevo riferito in occasione della presentazione il 6 marzo 2020 dopo l’uscita della notizia nel gennaio 2020. Evidenzio ciò che era riportato nell’articolo di salto.bz:

     “La nuova rete di trasporto da inserire nel Pums (...) potrebbe essere definita, finanziata, progettata e realizzata nel corso della prossima consiliatura - quindi nell’intervallo dal 2020 al 2025”. 

    Ecco cosa scrissi in occasione della presentazione:

    - Non ci sono misure specifiche per fermare, o almeno ridurre drasticamente il traffico, infatti, l’intenzione è di creare questa rete di metrobus affinché i pendolari/cittadini/utente “trovino vantaggioso” il loro utilizzo… e qui “casca un po’ l’asino”, perché ho detto chiaramente che l’homo automobilisticus preferirà sempre salire in auto.


    La trasferta transalpina

    Nella notizia di un giornale locale di oggi a firma dell’addetto stampa ufficioso comunale, a dire il vero piuttosto confusionaria e quasi incomprensibile nella seconda parte, si legge che ci sarà una trasferta transalpina di un’altolocata delegazione comunal-provinciale per andare a vedere i sistemi BRT (Bus Rapid Transit) ossia BHNS (Bus à haut niveau de service) a Strasburgo e Belfort. Che nella fattispecie si tratta di sistemi con bus da 18 metri con varie tipologie di trazione (in altri sistemi BRT se ne usano anche da 20-21 o 24 metri, si vedano questi ultimi in Danimarca in versione elettrica).

    Il tutto mi rammenta la famosa trasferta per vedere il Metrobus di Nantes. Che poi si sia fatto qualcosa che solo lontanamente, forse nemmeno, assomiglia al Metrobus nantese l’ho illustrato in questo approfondimento pubblicato otto anni e mezzo fa.

    Ci sono video e articoli delle città citate e dei loro sistemi BRT/BHNS: 

    Poi basta dare un’occhiata Google Street View per rendersi conto di come queste città non possano essere paragonate, se non in piccola parte, a Bolzano.

    Una cosa salta subito all’occhio: nelle città franzose gli spazi a disposizione per costruire corsie dedicate sono abbondanti, altro che le viuzze da quartiere intasate del capoluogo altoatesino che non è un mia definizione ma quella dell’assessore bolzanino pro tempore alla mobilità di qualche giorno fa.

    Altro aspetto, neanche tanto marginale, relativo alla trazione dei sistemi BRT: vengono utilizzati bus elettrici ma anche i vituperati bus a (bio)metano, con buona pace dei “puristi” del no-CNG denoantri, come pure i "classici" diesel.

    L’incognita dei costi prevedibilmente assai elevati

    Con la previsione, almeno così pare, di voler usare bus elettrici, si pone il quesito se per l’acquisto di tali mezzi ci saranno le necessarie risorse. Qualche dubbio sorge spontaneo visto che ciò fa un po’ a botte con la scelta di Sasa di comprare 52 bus a gasolio-ibridi leggeri nel 2025 su cui ci si sta nascondendo dietro ad un dito perché in “mancanza di risorse aggiuntive” (leggasi: contributi statali o europei) Sasa non può finanziare un investimento in e-bus che costerebbe il doppio, oltre all’infrastruttura di ricarica oggi inesistente. Al solito parrebbe che si predichi molto “elettrico” ma si legga poi “gasolio”. Tipicamente à la Südtirol.

    Chi gestirebbe poi questi bus del servizio BRT? Sasa? La quale oggi (e chissà per quanti anni ancora…) non ha un deposito per un numero consistente di bus elettrici.

    D’altronde il Metrobus di Nantes quando fu visitato aveva bus a metano, da noi furono scelti rigorosamente bus diesel, ed oggi il Metrobus nantese ha bus elettrici. C’è forse da aggiungere altro a questo “bel” quadretto?

    Attendo con trepidazione il prossimo articolo sul tema a firma dell’a.s.u.c.

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Profil für Benutzer Luca Bassi
Luca Bassi Do., 13.06.2024 - 11:51

Molto interessante questo suo intervento ed anche pienamente condivisibile dal sottoscritto, soprattutto quando descrive le varie scelte e proposte "avulse dalla realtà". Volendo inoltre causticamente polemizzare, il tutto potrebbe riassumersi con la sua frase "che l’homo automobilisticus preferirà sempre salire in auto".
Ritengo che nel capoluogo il problema della scarsità e scarsezza di idee, venga dannosamente enfatizzato dall'altrettanta scarsità di volonta da parte del cittadino nell'evitare di usare il mezzo privato per fare pochi, se non pochissimi, chilometri all'interno dell'area urbana del Comune, cosa che limita e limiterà pesantemente qualsiasi opzione messa in campo, per valida e fattibile che sia.

Mi permetto infine di aggiungere all'altra sua osservazione sulle dimensioni e caratteristiche delle infrastrutture stradali, molto differenti tra le nostre e quelle estere, un poco lungimirante proliferare di rotonde ad ogni incrocio possibile. Rotonde che prese nel loro concetto sono si funzionali e fluidificanti, ma se non usate come si deve da parte dell'automobilista, tornano a creare code e difficoltà nelle percorrenza da parte dei mezzi pubblici.

Do., 13.06.2024 - 11:51 Permalink