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I conti in rosso per l’idrogeno locale

L’idrogeno arranca, nonostante tanti annunci, e dai bilanci depositati di IIT risultano perdite per 2,55 milioni di Euro per il solo biennio 2022-2023
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Foto: Autostrade del Brennero
  • Foto: web
  • Il "carburante locale" non decolla e l'ambizioso progetto della centrale di produzione di idrogeno a Bolzano Sud si sta rivelando, per ora, un flop.

    Sono trascorsi dieci anni dall’inaugurazione ufficiale della centrale di produzione di idrogeno verde “certificato” a Bolzano Sud ma gli annunci roboanti sull’idrogeno si sono affievoliti non poco nel corso degli anni.

    Perso il treno delle auto, si confida nei bus, ma risultano chiaramente sottoutilizzati con neanche 20mila km/anno e alimentati da idrogeno lombardo “compensato CO2” e quindi non prodotto localmente (era il mantra delle politiche locali H2), e nei camion anche se i dubbi, in particolare sui costi sono tuttora molteplici nonostante un consistente apporto di fondi PNRR per realizzare la rete di rifornimento e su cui appare impegnato l’IIT in cui da tempo non compare più il “Wasserstoffpapst”, sempre tanto ascoltato nei palazzi provinciali e dai media nell’ultimo ventennio.

    Nella nota integrativa del bilancio 2023, presentato all’assemblea dei soci del 18 aprile 2024, si legge come sia ridotta l’attività di produzione H2 e limitata solo a poche autovetture destinate presumibilmente a sparire in poco tempo visti i programmi, di fatto a zero, delle case automobilistiche.

    In poche parole, bilanci in rosso per 1,26 milioni nel 2022 e per 1,29 milioni nel 2023.

    Abbandonata la forma di “società consortile”, ora l’IIT è una società a responsabilità limitata e nella cui compagine sociale, sparita la Provincia, compare Alperia con il 47,68% delle quote, a seguire la A22 con il 43,17%, GPI s.p.a. con 6.12%, Leitner s.p.a. con il 2,05%, EcoCenter con il 0,41%, l’Eurac con il 0,31% e la S.G.S. Hydrogen s.r.l. con il 0,11%, che quindi annualmente si trovano a compensare tali perdite che piccole paiono non essere.

    Sul sito web dell’IIT si legge, compreso qualche refuso, che “La Società IIT Hydrogen srl non è soggetta alle norme sulle società trasparente. Si lascano di seguito alcuni documenti pregressi e per loro natura non aggiornati allo stato attaule.” Ok, certo è che, però, la trasparenza in senso ampio del termine va così a farsi benedire soprattutto considerando che la compagine societaria è composta in maggioranza soprattutto da due rilevanti e note società partecipate pubbliche locali. Probabile che saranno tutt’altro che contenti i clienti di Alperia e di A22 nel finanziare una struttura con tale risultato economico che rischia di ripetersi ancora per anni.

    C’è da chiedersi come mai a Bolzano Sud non si produca idrogeno per i bus di Sasa. Ciò è saltato fuori alcune volte di recente, ad esempio nella risposta ad un’interrogazione in consiglio provinciale e anche nella trasmissione Pro und Kontra del 9 aprile su Rai Südtirol. Ciò pare per motivi di appalti ma forse non è che si vuole avere idrogeno “verde” ma a basso prezzo per evitare di far saltare i conti di Sasa?

    C’è anche da chiedersi quale sarà il piano economico per le stazioni di rifornimento che si andranno a realizzare con i fondi PNRR quando le prospettive di una “partenza” vera e propria della mobilità pesante H2 è prevista solo per il 2035, come ascoltato di recente in un webinar di esperti dedicato proprio ai mezzi pesanti H2. Perché tali fondi, e questo rischia di diventare un tema nei prossimi anni non solo per il nostro ambito locale, poi non coprono i costi di gestione di tali infrastrutture e di produzione dell’idrogeno stesso.

    D’altronde pare che, al di là delle affermazioni di rito del sempre sorridente assessore alla mobilità provinciale, il fatto che il progetto del retrofit di 150 bus interurbani di Sasa sia stato, di fatto, cassato (quindi per quali, ma soprattutto, per quanti mezzi si sta realizzando la stazione accanto all’inceneritore?), come le prospettive ormai nulle della mobilità auto H2 e i riferiti grossi punti di domanda sul trasporto pesante H2, soprattutto sul lato del prezzo dell’idrogeno “verde” (tema da sempre irrisolto), fanno propendere che nei prossimi anni i bilanci dell’IIT saranno presumibilmente sempre in rosso. Ovviamente con tanti saluti agli obiettivi H2, comunque piuttosto fumosi e generici o difficilmente realizzabili, previsti nel piano clima 2040.

    Una riflessione ragionata ed oggettiva parrebbe necessaria ma si farà? Visto quanto capitato in passato, qualche dubbio sorge spontaneo come dimostra EverydayForFuture a Bolzano. Singolare che si sia così timidi nell’organizzare a Bolzano, ad esempio, una banale serata di dibattito con i/le cittadini/e.