Prontə per il consenso?
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Appena un mese fa in questa rubrica ho parlato di consenso libero, informato, specifico, riconfermato/revocato, gioioso e entusiasta. Ed ecco che, la settimana scorsa, la Commissione Giustizia della Camera approva un emendamento bipartisan che ridefinisce il reato di violenza sessuale, basandolo esplicitamente sul “consenso libero e attuale”. Wow. Pd e FdI, uniti in una riforma storica, allineano la normativa italiana agli standard europei e internazionali recependo finalmente le disposizioni della Convenzione di Istanbul.
Si tratta di un passo avanti? Certamente. La soluzione? Staremo a vedere. Perché abbiamo capito che fare leggi costa poco e piace molto. Creare le condizioni affinché siano davvero recepite dalla cultura giuridica e sociale italiana, invece, è un tantino più impegnativo e richiede un impegno in termini economici. Un investimento quindi nella formazione adeguata a magistrati e forze dell’ordine perché abbiano poi gli strumenti professionali per interpretare concretamente il concetto di consenso, e almeno in futuro, evitare processi secondari e colpevolizzazioni sulla “resistenza opposta”. Ne abbiamo avuti tanti. Richiede inoltre un investimento in campagne informative, nella tutela delle vittime durante il percorso giudiziario oltre che servizi di supporto e protocolli che incentivino a denunciare.
In Spagna la legge per contrastare la violenza contro le donne comprende misure preventive, educative, sociali, assistenziali, sanitarie e penali.
Mi viene in mente la notizia di proprio qualche giorno fa, dove in aula di tribunale non venivano recepite come violenza sessuale le prestazioni sessuali atte a tener calmo il maltrattante e aumentare così le probabilità di sopravvivenza. Ecco, credo che la strada sia ancora lunga e che siamo lontanti da un modello del tipo spagnolo: In Spagna la politica, tutta insieme, ha scritto una legge organica (1/2024, integrata successivamente) per contrastare la violenza contro le donne. Comprende misure preventive, educative, sociali, assistenziali, sanitarie e penali.
E pensa, in Spagna i femminicidi sono diminuiti del 50%.
E pensa, in Spagna i femminicidi sono diminuiti del 50% grazie a queste politiche integrate e grazie a una consapevolezza condivisa di quanto siano strutturali le radici di questo fenomeno. Benvenuti quindi i tanti passetti in attesa di quello veramente grande da compiere per combattere seriamente e radicalmente la violenza maschile contro le donne.
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