Isole di calore, ancora molto da fare

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Con notti tropicali e picchi sopra i 35 gradi, Bolzano ha iniziato a soffrire il caldo già nelle prime settimane dell'estate. Con le alte temperature si è tornati a parlare di cosa possano fare le città per contrastare il caldo. Il fenomeno più diffuso, infatti, è quello delle isole di calore, un evento microclimatico per il quale il riscaldamento delle superfici artificiali impermeabili nelle aree urbane determina la formazione di veri e propri ‘arcipelaghi di calore’. Scarsa vegetazione e superfici poco riflettenti fanno infatti aumentare di molto la temperatura del suolo.
Nonostante all'interno del Comune di Bolzano si parli di questo fenomeno almeno dal 2022 - anche attraverso documenti quali il Piano del verde -, negli anni le piazze più calde della città non hanno cambiato il proprio assetto. Secondo il Piano del verde, le isole di calore si estendono da San Quirino, Europa Novacella, Oltrisarco Aslago fino a toccare la stazione di Bolzano Sud.
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"A discapito della sua posizione a Nord, Bolzano è conosciuta come una città molto calda. L’alzarsi delle temperature per via del cambiamento climatico - si legge nel Piano - è sicuramente una ragione ma non l’unica. Il fattore che maggiormente influenza le alte temperature del capoluogo altoatesino è la presenza delle montagne nel perimetro della città. Bolzano si trova, infatti, in una conca nella quale il caldo tende ad accumularsi e persistere. Un altro aspetto che caratterizza le temperature della città è la presenza di isole di calore". Come spiegano gli esperti, per contrastare la formazione di isole di calore è molto importante la presenza del verde urbano, in particolare degli alberi, che possono svolgere una funzione di mitigazione del fenomeno. Secondo un recente studio del Consiglio nazionale delle ricerche svolto in collaborazione con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) nei venti capoluoghi di regione italiani, con un aumento del 5% della copertura arborea a livello comunale si può ridurre la temperatura media superficiale di oltre mezzo grado celsius.
Cambiare la conformazione, ad esempio, di una piazza bolzanina, però, non è semplice. A causa della presenza di garage interrati non è possibile aumentare il verde in modo significativo, contrastando il caldo. Negli ultimi anni, però, qualche tentativo c'è stato. In primo luogo in piazza Lino Ziller dove nel 2019 sono state messe a dimora 600 nuove piante. Come in molte altre calde piazze del capoluogo, qui sono presenti garage e dunque sono state impiantate delle non troppo efficaci "vasche" verdi, con piante e alberi, senza però inserire della "vegetazione profonda". In secondo luogo, più di recente, in piazzetta Schgraffer, dietro il municipio di Bolzano sono stati messi a dimora nuovi alberi d’alto fusto e la pavimentazione è stata desigillata. Questa operazione potrà risultare più efficace rispetto all'inserimento di sole "vasche verdi".
Vista anche la difficoltà di modificare le piazze presenti nel capoluogo, il Comune di Bolzano ha avviato il progetto BOMAAX, interamente finanziato dall’Unione Europea che scadrà nel 2026 ed è sviluppato sulla base delle esigenze specifiche del territorio. Tra gli obiettivi c'è la mappatura delle aree più esposte e vulnerabili a caldo e piogge intense, e lo sviluppo di linee guida operative per contrastare e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla popolazione con particolare attenzione ai gruppi più fragili e sull’economia locale. Per questo progetto il Comune ha ottenuto 218.750 euro che serviranno, tra le altre cose, a creare delle simulazioni digitali che, sulla base dei dati storici, permetteranno di testare specifiche misure da applicare in futuro a delle zone sensibili, come piazze o strade. Una volta ottenuti i risultati, la misura verrà messa in pratica per valutarne l'effettiva efficacia.
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Se a Bolzano non è ancora chiaro il numero di isole di calore presenti in città, a Trento la scorsa estate, invece, sono state individuate 110 isole di calore, suddivise tra parcheggi alberati e non, piazze e strade. Oltre all’introduzione di alberi, altre tipologie di interventi che l’Amministrazione comunale trentina ha analizzato sono l’introduzione di pavimentazione permeabile e ad alto albedo (ossia ad alta capacità di riflettere la luce solare), pergole ombreggianti e “giardini della pioggia” che permettono di trattenere l’acqua piovana per poi rilasciarla gradualmente nel sistema fognario (per questo sono utili nella gestione delle bombe d’acqua impedendo il collasso della rete fognaria).
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