Politik | L'intervista

“Poca chiarezza ma non ci arrendiamo”

Acciaierie Valbruna: la Provincia non ritira il bando di gara, sale la rabbia dei sindacati. Marco Bernardoni (Fiom/Cgil): “Pronti alla mobilitazione”. Preoccupa l’ipotesi spegnimento dei forni nel 2026.
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Foto: Fiom-Cgil
  • Marco Bernardoni, che giudizio dà del recente vertice a Roma con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso riguardo la proroga della concessione dei terreni dove operano le Acciaierie Valbruna?

    Il tavolo di lavoro è stato deludente, lo definirei un disastro. Il bando di gara pubblica formulato dalla Provincia per l’assegnazione dell’area industriale di via Volta a Bolzano non dà garanzie sufficienti ai lavoratori né sulla continuità dell’attività siderurgica. Senza contare che se il nostro stabilimento affonda ci saranno ripercussioni anche sul sito di Vicenza che con Bolzano lavora in stretta sinergia. La stessa famiglia Amenduni, proprietaria del gruppo Valbruna che era presente all’incontro con il ministro Urso, ha espresso i suoi dubbi sul bando. 

    Cosa chiedete?

    Che la procedura venga congelata ma la Provincia non è d’accordo, afferma che non è possibile per via del rischio di ricorsi futuri sulla base delle norme europee. Ha aggiunto che andrà avanti per la sua strada poiché sta agendo correttamente dal punto di vista giuridico-legale e che più di ciò che ha fatto non può fare. Ma a noi sembra che si stia girando intorno al problema.
     

    Il tavolo di lavoro è stato deludente, lo definirei un disastro


    Che fare allora?

    Nei giorni a venire si terranno le assemblee dei lavoratori dove decideremo i prossimi passi. Certo è che intraprenderemo tutte le iniziative di mobilitazione necessarie per far sentire forte la nostra voce. Il ministro Urso ha fatto sapere che a breve ci sarà un summit per verificare se può essere applicata la normativa golden power. Intanto, almeno, sembra scongiurata l’ipotesi ventilata del cambio di destinazione dell’area industriale di via Volta in edilizia abitativa. 

  • Marco Bernardoni è il segretario generale della Fiom Bolzano Foto: CGIL
  • Quali errori sono stati commessi in merito alla gestione della situazione? E che prospettive vede?

    Il bando di gara è stato pubblicato in fretta e furia e prima di indirlo non c’è stato confronto con i sindacati, non siamo stati minimamente coinvolti. Ecco perché in questa occasione ci aspettavamo quantomeno più apertura da parte della Provincia, speravamo che il bando potesse essere ritirato così da poter riaccendere il dialogo sulla questione perché siamo convinti che si possano valutare soluzioni alternative per uscire da questa impasse. Quello che ci rammarica è che non c’è stata molta chiarezza da parte dell’amministrazione provinciale sulla gestione del futuro delle Acciaierie Valbruna e a farne le spese sono come al solito i lavoratori. 
     

    Il bando di gara è stato pubblicato in fretta e furia e prima di indirlo non c’è stato confronto con i sindacati, non siamo stati minimamente coinvolti


    Quali reazioni arrivano da quel fronte?

    Smarrimento e rabbia sono i sentimenti più diffusi al momento tra i lavoratori. L’azienda peraltro ha ipotizzato lo spegnimento dei forni a gennaio 2026, alla scadenza della procedura. C’è quindi grande incertezza riguardo al destino dei lavoratori.

    Cosa significherebbe per Bolzano e la provincia perdere una risorsa come quella delle Acciaierie Valbruna?

    Si perderebbero non solo introiti, gettito fiscale per le casse locali e posti di lavoro ma una fetta di Storia e non credo che la Provincia voglia questo. Anche durante il vertice a Roma è stata ribadita l’eccellenza delle Acciaierie Valbruna nel settore siderurgico italiano, pensare quindi che possano essere dismesse sarebbe una tragedia per la zona industriale di Bolzano.