Proseguono le ricerche del 19enne evaso

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Sono ancora in corso le ricerche del 19enne evaso dalla casa circondariale di Bolzano nel pomeriggio di domenica 17 agosto assieme ad un altro detenuto di trent’anni, ritrovato la sera stessa a Merano. Per rintracciare il giovane diciannovenne la Procura di Bolzano ha chiesto la collaborazione della cittadinanza, a cui si chiede di segnalare alle autorità competenti l’eventuale presenza del giovane, considerato che lo stesso potrebbe anche aver bisogno di ulteriori cure mediche. Si tratta – secondo la descrizione fornita dalla Procura – di un "ragazzo nordafricano alto circa un metro e settanta, capelli neri ricci e occhi scuri, con la gamba destra ingessata". Il detenuto è fuggito durante l’ora d’aria sfruttando l’impalcatura dei lavori di ristrutturazione del carcere. Nel saltare il giovane si è poi ferito alla gamba, che gli è stata medicata in pronto soccorso prima che scattasse l’allarme dell’evasione.
Va precisato che in ogni caso prestare cure a un latitante non costituisce reato: nel confronto tra il diritto alla salute e l’interesse pubblico al corretto esercizio della giustizia e all’accertamento dei reati, prevale la tutela dell’integrità fisica. Il giovane, a cui i sanitari hanno suggerito il ricovero, è poi fuggito dall’ospedale facendo perdere le sue tracce. Come dichiarato dal Questore di Bolzano Giuseppe Ferrari, il ragazzo, condannato per spaccio e reati contro il patrimonio, non sarebbe considerato violento e quindi non costituirebbe un reale pericolo per la cittadinanza.
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“Mi ha detto che aveva voglia di un momento di tranquillità, di libertà. Non aveva fatto piani per scappare chissà dove, anche perché lui ha dei parenti ed un figlio in Alto Adige, la sua vita è qui”, racconta l’avvocato Marco Boscarol, che difende il trentenne evaso domenica. L'uomo era in carcere per scontare una condanna per reati contro il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale, con fine pena previsto per giugno 2028. Dopo essere stato rintracciato a Merano il trentenne è al momento detenuto all’interno del carcere di Trento. Ora le sue prospettive sono peggiorate. “Immagino che porterà a casa ancora 8-10 mesi di carcere extra sulla sua condanna che già aveva”, aggiunge l’avvocato.
La fuga, spiega Boscarol, è legata alle condizioni detentive nella struttura di Bolzano: “E’ una situazione di stress e disagio che colpisce tutti, detenuti e personale, specie per il sovraffollamento”. I posti regolamentati nel carcere sono 88 ma attualmente sono oltre 110 i detenuti che abitano la struttura, con celle in cui vivono anche 7 detenuti contemporaneamente. La situazione all’interno dell’istituto è peggiorata anche in seguito ai lavori di ristrutturazione di tetto e facciata. “Il cantiere diffonde costante polvere nella struttura, si fa fatica a respirare, le finestre sono spesso chiuse dalle impalcature esterne, è stato veramente un periodo duro per chi era dentro”, aggiunge l’avvocato. A giocare un ruolo decisivo nella fuga sarebbe stata anche l’assenza di agenti a presidio della guardiola che controlla il muro di cinta. Come già riportato da SALTO infatti, le condizioni di carenza di organico rendono difficile il lavoro all’interno del carcere, sia a livello di sicurezza che di rieducazione.
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